Le sigarette elettroniche e i due farmaci chiamati vareniclina e citisina rappresentano gli strumenti migliori per aiutare le persone a smettere di fumare. A stabilirlo è una nuova revisione condotta dal gruppo indipendente Cochrane
Le sigarette elettroniche e i due farmaci chiamati vareniclina e citisina rappresentano gli strumenti migliori per aiutare le persone a smettere di fumare. A stabilirlo è una nuova revisione condotta dal gruppo indipendente Cochrane. «Alcuni medicinali e le sigarette elettroniche (dispositivi portatili che funzionano riscaldando un liquido che solitamente contiene nicotina e aromi) – si legge nello studio – possono aiutare le persone a smettere di fumare per sei mesi o più». Per la prima volta, quindi, si equiparano le sigarette elettroniche e i medicinali in quanto «sembrano aiutare la maggior parte delle persone a smettere di fumare, seguiti dall’utilizzo simultaneo di due tipi di terapia sostitutiva della nicotina (cerotto alla nicotina e un altro tipo, come gomme da masticare o pastiglie)».
«Abbiamo bisogno di ulteriori prove sui possibili danni a lungo termine delle sigarette elettroniche e dei medicinali per aiutare le persone a smettere di fumare, ma è stato riscontrato un numero molto basso di danni gravi», sottolineano i ricercatori. Le sigarette elettroniche, la vareniclina e la citisina hanno mostrato maggiori probabilità di aiutare le persone a smettere di fumare. Per ogni 100 persone, è probabile che da 10 a 19 smettano di usare la sigaretta elettronica; da 12 a 16 utilizzando vareniclina; e da 10 a 18 utilizzando la citisina. Questo dato viene confrontato con le 6 persone su 100 che potrebbero smettere senza usare medicinali/sigaretta elettronica o placebo. Le persone che utilizzavano due forme di terapia sostitutiva della nicotina contemporaneamente, ad esempio una combinazione di cerotti e gomme alla nicotina, sembravano avere tassi di abbandono simili a quelli delle persone che utilizzavano sigarette elettroniche, vareniclina e citisina.
I cerotti alla nicotina da soli, un’altra forma di terapia sostitutiva della nicotina (come gomme da masticare, pastiglie) e il bupropione sembrano aiutare meno le persone a smettere, ma funzionano comunque meglio di nessun medicinale/sigaretta elettronica o placebo (8, 9 e 9 persone su 100, rispettivamente ). Sembra che la nortriptilina abbia avuto come risultato il minor numero di persone che hanno smesso di fumare: per ogni 100 persone che usano nortriptilina, da 6 a 11 hanno probabilità di smettere. Secondo i ricercatori, le informazioni che abbiamo per altri trattamenti non forniscono prove chiare di danni gravi. Per tutti i trattamenti, i risultati suggeriscono che pochissime persone sperimentano danni gravi quando li utilizzano. «Siamo certi che le sigarette elettroniche, la citisina, la vareniclina, la terapia sostitutiva della nicotina e il bupropione – sottolineano gli studiosi – aiutino le persone a smettere di fumare. Non ci aspettiamo che ulteriori prove possano cambiare questi risultati».
«Una prima revisione Cochrane già a fine 2022 esaminava 40 studi randomizzati con un totale di 22.052 partecipanti, concludendo che vi erano prove di alta certezza che le sigarette elettroniche con nicotina aumentavano i tassi di cessazione rispetto alla nicotina dispensata in formato farmacologico», spiega Fabio Beatrice, direttore del board scientifico dell’Osservatorio MOHRE. «I dati dimostravano anche che nei due anni di follow up (il periodo più lungo misurato) il consumo di sigaretta elettronica si era rivelato sostanzialmente privo di eventi avversi – continua – e non vi erano prove di danno significativo da nicotina assunta tramite device elettronico. A seguire, nel febbraio 2023, la prestigiosa rivista Nature Medicine, pubblicava uno studio nel quale sia nel Regno Unito che negli Stati Uniti si associava un aumento della cessazione del fumo del 10-15% con l’uso di sigarette elettroniche. Coloro che essendo fumatori svapavano frequentemente avevano una probabilità significativamente maggiore di smettere di fumare rispetto ai fumatori che non svapavano».
«Addirittura, i centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie – sottolinea Beatrice – riferivano che era più probabile che i fumatori utilizzassero le sigarette elettroniche nei tentativi di smettere rispetto a qualsiasi altro prodotto, compresi i farmaci per smettere di fumare approvati dalla Food and Drug Administration (FDA) statunitense». E aggiunge: «Da queste notizie è evidente che ignorare la sigaretta elettronica nell’ambito delle politiche di aiuto ai fumatori incalliti non è più possibile sul piano clinico e scientifico. Ovviamente, bisogna fare una netta distinzione tra le misure di prevenzione dell’inizio al tabagismo e le misure di aiuto ai fumatori che pur mettendosi in gioco non riescono a smettere. A questo punto sembra che alla sigaretta elettronica vada riconosciuto non solo il ruolo di un presidio utile a ridurre drasticamente il rischio legato alla combustione tabagica nei fumatori resistenti alla cessazione ma anche il potenziale ruolo di strumento utile nel percorso di cessazione dal fumo di tabacco».
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