Il Ddl Lorenzin in attesa di approvazione definitiva, rivoluzionerà l’ordinamento e i meccanismi elettivi delle professioni sanitarie. La categoria degli infermieri, particolarmente interessata al cambiamento, commenta le novità…
Individuate nuove figure nell’ambito socio-sanitario che non trovano rispondenza in professioni già riconosciute. Ecco l’emendamento a firma Donata Lenzi (Capogruppo Pd in Commissioni Affari Sociali alla Camera) approvato di recente in seno al Ddl Lorenzin sul riordino delle professioni sanitarie.
In sintesi, il Collaboratore Socio Sanitario (OSS, educatore sanitario e sociologo) lavorerà in équipe con l’infermiere, intervenendo più attivamente nell’ambito della cura del paziente. Sul tema la categoria degli infermieri si divide e registra differenti umori: parte dei professionisti denuncia il rischio di mettere in discussione la professionalità e l’immagine dell’infermiere creando ulteriore confusione nell’utenza e nell’opinione pubblica, mentre altri rimangono ottimisti rispetto al vantaggio che la categoria potrà avere con nuovi ordinamenti e meccanismi regolamentari.
«Sono positiva sul riordino delle professioni – commenta Catia Sbarra, infermiera e caposala dell’Ospedale S. Pertini a Roma – attendiamo grandissime novità per quanto riguarda tutte le professioni sanitarie e non solo per gli infermieri. Il decreto speriamo che adesso prenda forma definitivamente, in ogni caso è giusto avere delle riserve e attendere la fine dell’iter prima di tracciare bilanci».
«Pensiamo anche ai concorsi per le dirigenze, alle nuove assunzioni e alle vecchie stabilizzazioni» ci tiene a precisare Rodolfo Lena, Presidente della Commissione Sanità Regione Lazio. Riordino professioni sanitarie a parte, «è bene non abbassare la guardia sul fronte del turn over: la maggior parte dei lavoratori del Sistema Sanitario Nazionale ha un’età media molto alta. Anche gli infermieri rientrano in questa categoria, dunque prima di tutto spazio ai giovani pronti e preparati, in attesa di bandi di concorso».