L’efficacia del vaccino anti-Covid potrebbe esser stata sottovalutata. A fare luce su una nuova «falla» è stato uno studio condotto da un team di scienziati del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) e dell’Università di Salerno
L’efficacia del vaccino anti-Covid potrebbe esser stata sottovalutata. A fare luce su una nuova «falla» è stato uno studio condotto da un team di scienziati del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) e dell’Università di Salerno. I risultati, pubblicati sulla rivista Plos One, hanno dimostrato che condurre test clinici di fase III su ampi gruppi durante il picco di un’epidemia (come è successo per AstraZeneca) porta a una significativa sottovalutazione dell’efficacia del vaccino, anche in assenza di fattori di confusione. «La nostra ricerca sfida la comprensione tradizionale di come valutiamo l’efficacia dei vaccini», commenta Antonio Scala, ricercatore del Cnr e autore principale dello studio.
La corsa allo sviluppo dei vaccini durante la pandemia è stata straordinaria, comportando un’accelerazione senza precedenti dei test clinici. Tuttavia, il nuovo studio intitolato «Misurare l’efficacia di un vaccino durante un’epidemia» getta luce su un fattore cruciale che è passato largamente inosservato: come variano i risultati dei test clinici quando vengono condotti in diverse fasi dell’epidemia. I ricercatori hanno da tempo compreso che l’efficacia di un vaccino può variare in base a molteplici fattori, tra cui le caratteristiche della popolazione e l’emergere di nuove varianti del virus. Tuttavia, le scoperte rivoluzionarie di questo studio rivelano una dimensione critica che è stata precedentemente trascurata. Lo studio mette in luce che il momento in cui vengono effettuati questi test clinici è di importanza fondamentale.
«Abbiamo scoperto che quando i trial clinici coincidono con il picco dell’epidemia, l’efficacia misurata di un vaccino può sottostimare significativamente la sua reale efficacia», afferma Scala. «Questo effetto diventa ancor più evidente all’aumentare della proporzione di individui infetti nella popolazione e con l’aggravarsi della gravità dell’epidemia. Una stima inaccurata dell’efficacia del vaccino – aggiunge – porta ad una valutazione errata del numero di individui da vaccinare per raggiungere l’immunità di gregge”. Questa ricerca innovativa ha profonde implicazioni per la nostra comprensione delle prestazioni dei vaccini in scenari reali. Mettendo in luce l’impatto del momento dell’epidemia sulle misurazioni dell’efficacia, la ricerca sottolinea l’importanza di considerare il contesto più ampio nell’interpretazione dei risultati dei test clinici.
Le scoperte del team suggeriscono che la comunità deve esercitare cautela nell’interpretare i dati sull’efficacia dei vaccini generati durante il picco di un’epidemia. Riconoscere questo fattore legato al tempo è fondamentale per i decisori politici, gli operatori sanitari e il pubblico mentre prendono decisioni informate sulle strategie di vaccinazione. Il nuovo studio rappresenta un contributo fondamentale alla nostra comprensione delle prestazioni dei vaccini di fronte a sfide senza precedenti per la salute pubblica. Questa ricerca non solo migliora la nostra comprensione della dinamica dei vaccini durante le pandemie, ma guida anche gli sforzi futuri di vaccinazione per il Covid-19 e oltre.
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