La SINuC – Società Italiana di Nutrizione Clinica e Metabolismo – si riunisce a Firenze in occasione del secondo Congresso nazionale. Molteplici e di grande attualità i temi affrontati, tra cui chirurgia metabolica e “diabesità”: nella stragrande maggioranza dei casi, il diabete tipo 2 si associa ad eccedenza ponderale tanto che, negli ultimi anni, è stato […]
La SINuC – Società Italiana di Nutrizione Clinica e Metabolismo – si riunisce a Firenze in occasione del secondo Congresso nazionale. Molteplici e di grande attualità i temi affrontati, tra cui chirurgia metabolica e “diabesità”: nella stragrande maggioranza dei casi, il diabete tipo 2 si associa ad eccedenza ponderale tanto che, negli ultimi anni, è stato coniato il termine di “diabesità”. La chirurgia bariatrica per il calo di peso ha un effetto metabolico poiché ha dimostrato la sua efficacia nel migliorare il controllo glicemico nei pazienti diabetici, indipendentemente dall’effetto sul peso. «Infatti, la remissione del diabete, ossia il ritorno dei valori della glicemia e dell’emoglobina glicolisata nei limiti della norma – sottolinea la Professoressa Geltrude Mingrone, direttore della UOC Patologie dell’obesità al Policlinico Universitario A. Gemelli – si osserva già pochi giorni dopo l’intervento chirurgico».
Altro capitolo importante è l’ictus: il 60% dei pazienti si ricovera in stato di malnutrizione e peggiora il recupero. L’alimentazione ha un ruolo nodale nella prevenzione e la cura di questa pericolosa patologia, spiega il dottor Paolo Orlandoni, Responsabile UO Nutrizione Clinica dell’INRCA di Ancona e Segretario SINuC. Anche le linee guida del 2016 stabiliscono che questa valutazione faccia parte dei protocolli diagnostico-terapeutici e che siano messi in atto entro 24-48 ore dal ricovero con controlli periodici. Nelle Stroke Unit quindi dovrebbe essere presente il nutrizionista in maniera routinaria. «Va poi scelto il tipo di nutrizione da somministrare» spiega il Prof. Maurizio Muscaritoli, Presidente SINuC, «in funzione ad esempio del fatto che il paziente abbia la capacità di deglutire normalmente. Quasi la metà dei pazienti con ictus infatti soffrono di disfagia ossia la difficoltà di controllare i muscoli della deglutizione con le conseguenti difficoltà ad alimentarsi. E la malnutrizione è direttamente correlata ad un esito peggiore a sei mesi dall’evento».
Particolarmente interessante poi il legame tra crescita e celiachia nei bambini: oltre a sintomi come vomito e diarrea, nei bambini dai 6 anni in su la malattia si manifesta con l’arresto della crescita, dovuto all’introduzione del glutine nella dieta. E’ questo infatti il segnale che più spesso allarma e allerta i genitori che si presentano dal pediatra. «Nei bambini è possibile fare diagnosi con un semplice esame del sangue che rilevi la presenza degli anticorpi specifici (TTG o EMA) in misura di dieci volte superiore ai livelli normali – spiega il Professor Muscaritoli – il che rende la diagnosi più facile e meno traumatica rispetto alla precedente pratica della biopsia intestinale».
Tra gli altri temi trattati, la nutrizione delle ossa con calcio e proteine. Ma attenzione: il calcio è a rischio se manca la vitamina D. «Una nutrizione adeguata è essenziale per il raggiungimento del picco di massa ossea, per il mantenimento della massa ossea durante l’età adulta e sopratutto per il controllo della perdita ossea con l’avanzare dell’età – spiega il Professor Muscaritoli -. Le fonti alimentari di calcio (latte e latticini) devono essere l’opzione di prima scelta, mentre i supplementi sono indicati per i soggetti ad alto rischio» conclude il Professore.
Inoltre, viene lanciato l’allarme dello “Tsunami ossidativo” per il 30 per cento degli italiani sportivi occasionali che si sottopongono a tour de force: a seconda di come viene effettuato l’esercizio fisico, questo può trasformarsi da prezioso strumento di prevenzione a fattore di rischio per la salute. «Un eccesso di attività fisica può determinare un aumento dei radicali liberi e dello stress ossidativo che le normali difese dell’organismo non riescono a fronteggiare», spiega il Professor Luigi Iorio, Presidente dell’Osservatorio sullo Stress Ossidativo. «Se nei soggetti allenati le sostanze antiossidanti dell’organismo assunte con un’alimentazione equilibrata rimettono il sistema in equilibrio, negli atleti occasionali la barriera antiossidante non è abbastanza efficiente a contrastare lo ‘tsunami’ ossidativo».
La tavola rotonda conclusiva tratterà il delicato tema di tumori e fine vita: «Nel 20% dei casi i problemi metabolico-nutrizionali possono costituire una ‘malattia nella malattia’. La perdita di peso può essere causata da perdita di appetito; difficoltà a deglutire il cibo; ostruzione al passaggio del cibo in un tratto dell’apparato digerente; alterata capacità di digerire o assorbire i cibi; conseguenze delle terapia antineoplastiche (nausea, vomito, diarrea, infiammazioni del cavo orale dovute a chemio o radioterapia o alla chirurgia); ansia, paura e depressione» avverte il Professor Muscaritoli. Per prevenire la perdita di peso e di forza fisica possono essere realizzati virtualmente tutti i tipi di trattamento nutrizionale, a partire dalla prescrizione di un’adeguata dieta alimentare, all’integrazione con prodotti specifici per bocca, fino alla nutrizione artificiale, parenterale o enterale in ospedale o a domicilio.