Nell’Asl4 della Liguria è stato istituito ufficialmente lo «Spazio Etico», il nuovo servizio di incontro e ascolto in cui i professionisti sanitari, i pazienti, le famiglie e i caregiver possono condividere riflessioni su temi etici che riguardano la salute e l’attività assistenziale
Nell’Asl4 della Liguria è stato istituito ufficialmente lo «Spazio Etico», il nuovo servizio di incontro e ascolto in cui i professionisti sanitari, i pazienti, le famiglie e i caregiver possono condividere riflessioni su temi etici che riguardano la salute e l’attività assistenziale. Finalità dello Spazio Etico – che rappresenta una novità nel panorama delle prestazioni sociosanitarie pubbliche – è infatti affrontare i dilemmi etici che possono sorgere nelle pratiche di cura, favorendo il confronto e il dialogo tra tutte le persone coinvolte, anche nella logica della crescita continua degli operatori sanitari in materia di etica e di umanizzazione della medicina.
«L’iniziativa di creare uno spazio dedicato alle tematiche legate all’etica è ottima», commenta l’assessore alla Sanità della Regione Liguria, Angelo Gratarola. «In fondo l’umanizzazione delle cure è l’aspetto del quale la medicina deve sempre di più farsi carico. L’uomo malato non è soltanto una creatura ferita o non funzionante, ma è una persona che porta con sé, nella malattia, tutta una serie di elementi e bisogni – prosegue – che spaziano dal fisico allo psichico, dall’esistenziale allo spirituale. Le innovazioni scientifiche, tecnologiche, che investono la medicina sono molteplici e in crescita esponenziale, ma non tutto ciò che è tecnicamente possibile lo è anche eticamente. Disporre di uno strumento di riflessione, di incontro e ascolto rivolto ai pazienti e alle famiglie, ma anche agli operatori sanitari, può dunque favorire scelte e decisioni più accurate, tenendo conto anche delle disposizioni anticipate di trattamento che sono diventate nel nostro paese legge e pertanto volontà a cui è necessario porre attenzione».
«L’istituzione di uno Spazio Etico strutturato all’interno dell’Asl 4 è anzitutto un investimento culturale, frutto del percorso avviato negli ultimi due anni nell’ambito del programma di Medical Humanities», spiega il direttore generale, Paolo Petralia. «Con il suo avvio, vogliamo rispondere ad un bisogno crescente: quello di mettere a disposizione dei pazienti, delle famiglie, dei medici e degli operatori sanitari un luogo e un tempo di riflessione – continua – sui temi eticamente sensibili e sulle modalità della presa in cura di casi specifici, che si presentano nella pratica assistenziale. Le attività avranno il supporto e il sostegno di un comitato scientifico esterno, formalizzato anch’esso stamane, di cui fanno parte personalità di primo piano della bioetica in Italia».
I problemi e le tematiche di natura etica che emergeranno durante la pratica assistenziale – sostenuti anche da uno specifico percorso di formazione e aggiornamento permanente a partire dai contributi presentati stamane – saranno raccolti e analizzati da un gruppo di facilitatori composto da cinque professionisti dell’Asl 4, che affiancati dal comitato scientifico cureranno l’oggettivazione e la diffusione dei contenuti prodotti. Con la nascita dello Spazio Etico si svilupperanno nel corso del 2023 e 2024 nuove attività rivolte agli operatori sanitari e ai cittadini, tra cui gli sportelli «Mi prendo cura di me» per i primi e quelli generalisti che avranno sede nelle Case di comunità.
Inoltre sarà fruibile sul sito aziendale dell’Asl4 un corso di formazione a distanza gratuito e accreditato Ecm per gli operatori sanitari sui fondamenti antropologici ed etici in medicina, realizzato dai docenti Marco Doldi e Paolo Petralia con il patrocinio dell’Università e dell’Ordine dei medici di Genova. I risultati raggiunti nelle gestione dei temi di natura etica e questo progetto di umanizzazione delle cure saranno condivisi anche con altri enti e istituzioni interessate – tra le quali le sezioni regionali dell’Istituto Italiano di Bioetica, che già oggi hanno partecipato al workshop di presentazione – e ad Aziende sanitarie italiane con cui si sono avviati rapporti di collaborazione sul tema, come l’Ospedale universitario di Siena, e quanti altri vorranno farlo.
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