In tutto il mondo il 24% delle patologie è determinato dall’esposizione a fattori ambientali. Da qui l’esigenza di coniugare sempre più l’educazione alla salute della popolazione e, in particolare dei giovani, con la promozione di interventi mirati per limitare i pericoli causati dall’inquinamento. È questo l’appello lanciato dagli esperti in occasione della Giornata globale della salute del pianeta, One Health Day, che si celebra oggi in tutto il Pianeta
La prevenzione delle gravi malattie passa da stili di vita, ma anche ambienti, sani. In tutto il mondo il 24% delle patologie è determinato dall’esposizione a fattori ambientali. Da qui l’esigenza di coniugare sempre più l’educazione alla salute della popolazione e, in particolare dei giovani, con la promozione di interventi mirati per limitare i pericoli causati dall’inquinamento. È questo l’appello lanciato dal convegno nazionale “One Health Day. Dal Laboratorio all’ambiente: Un Approccio One Health per la Prevenzione delle Malattie”, che si è tenuto a Roma in occasione della Giornata globale della salute del pianeta, One Health Day, che si celebra oggi in tutto il Pianeta. È promosso da One Health Foundation che nei mesi scorsi ha avviato “One Healthon“, la prima campagna mai realizzata in Italia per sensibilizzare cittadini, istituzioni, medici e media sulla necessità di promuovere il benessere del Pianeta.
La campagna prevede il lancio della challenge “Primo TEDx della One Health”, con la quale ciascun relatore in sette minuti, con la moderazione degli amici Natasha Stefanenko e Luca Sabbioni, deve rispondere con esempi pratici alla domanda: “Come l’approccio ‘One Health’ può ispirarci a intraprendere azioni più complete e sostenibili per la salute del pianeta, dei suoi abitanti e del nostro benessere?”. “È provato scientificamente- afferma la presidente di One Health Foundation e Ordinaria di oncologia medica all’università Politecnica delle Marche, Rossana Berardi – come la maggioranza dei casi di malattie cardiovascolari, oncologiche e respiratorie siano in qualche modo influenzate dai fattori ambientali. Più di 1,4 milioni di decessi l’anno provocati dal cancro in tutto il mondo sono riconducibili a fattori di rischio modificabili di natura ambientale. Ciò non deve rappresentare un alibi per nessuno e favorire comportamenti altrettanto pericolosi come il fumo, il consumo eccessivo di alcol e la sedentarietà”.
“La nostra salute – sottolinea Roberto Danovaro, ordinario di Ecologia, università Politecnica delle Marche e presidente Comitato Scientifico Wwf – è indissolubilmente legata a quella delle altre specie e dell’ambiente. Abbiamo bisogno di aria pulita, acqua incontaminata e cibo sano e sostenibile. Cominciamo a capire grazie ai risultati della migliore ricerca pubblica indipendente che, inquinando il mondo intorno a noi, danneggiamo noi stessi e ne paghiamo uno prezzo altissimo in termini di aspettative di vita, costi sanitari, benessere individuale e collettivo. One Healthon sviluppa un nuovo approccio scientifico che unisce competenze della medicina e delle scienze ambientali per sviluppare una nuova ecologia umana in sintonia con la Natura e capace di promuovere la salute e il benessere dell’uomo come parte di quello dell’ambiente”.
Il progetto One Healthon è stato avviato lo scorso marzo e ha visto una serie di iniziative divulgative condotte, on line e in presenza, sia a livello locale che nazionale. Il direttore della comunicazione dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) e vice presidente di One Health Foundation, Mauro Boldrini, spiega che ”siamo riusciti a coinvolgere professionisti sanitari, associazioni di pazienti e di volontariato, esponenti delle istituzioni, testimonial e media. L’obiettivo ora è quello di avviare progetti concreti e dai risultati tangibili, perché dalle buone intenzioni si passi ai fatti. Gli stili di vita dottati nei Paesi Occidentali stanno portando a danni irreparabili con conseguenze incalcolabili per la nostra salute e quella dei nostri figli. Invertire la tendenza si può, ma dobbiamo impegnarci tutti. “La salute deve essere globale – interviene il direttore generale Policlinico Tor Vergata di Roma, Giuseppe Quintavalle– e prevedere la prevenzione primaria e secondaria delle malattie, la cura sempre più personalizzata della persona, la costante innovazione medico-scientifica e la difesa ad oltranza dell’ambiente e del mondo animale. Non va però sottovalutato il fatto che attraverso politiche ambientali adeguate si possono ridurre i decessi, l’incidenza di alcune malattie e molti altri problemi di salute pubblica“.