In un intervento congiunto – di Comitato 16 novembre, Confad, CoorDown, Favo, Fida, Fight The Stroke e Uniamo – chiesto un intervento immediato del governo per evitare che il Fondo unico previsto nella prossima legge di bilancio possa sembrare “una grave dimenticanza nei confronti dei più fragili”
Preoccupazione e contrarietà: sono questi i due stati d’animo esternati dalle associazioni di pazienti in merito al cosiddetto decreto-legge “anticipi” ed in particolare alle decisioni di Governo in materia di servizi e sostegni alle persone con disabilità e alle loro famiglie. Criticità che le associazioni di categoria – Comitato 16 novembre, Confad (Coordinamento Nazionale Famiglie con Disabilità), CoorDown (Coordinamento nazionale associazioni delle persone con sindrome di Down), Favo (Federazione Italiana Associazioni Volontari in Oncologia), Fida (Forum Italiano Diritti Autismo) Fight The Stroke e Uniamo (Federazione Italiana Malattie Rare) – hanno deciso di esprimere con chiarezza, nero su bianco, in sette punti.
“Questi i fatti verificabili – scrivono le associazioni -. Accantonando per ora istanze molto più di dettaglio e di sistema circa le politiche e i servizi per le persone con disabilità, vista l’emergenza che preclude e condiziona ogni futura riflessione, chiediamo nel modo più chiaro e netto al Governo e al Parlamento di restituire quella somma (350 milioni) alla disabilità, alle sue emergenze, ai suoi diritti che sono di ieri, di oggi e di domani e che non attendono certo l’applicazione della legge delega”.
“Il decreto ‘anticipi’ all’esame delle Camere va emendato in questo senso: i 350 milioni ‘non usati’ nel 2023 e destinati ad altri fini devono tornare alla disabilità. Chiediamo, poi, di usare tutti quei 350 milioni per rifinanziare – prima che confluiscano nel Fondo unico – il Fondo per i caregiver familiari, il Fondo per l’inclusione delle persone con disabilità per i quali non è prevista copertura per il 2024/25 e per il Fondo per l’inclusione delle persone sorde e con ipoacusia che non ha copertura nel 2025. Nella discussione del decreto ‘anticipi’ c’è lo spazio per farlo se ci sono le volontà. Solo così – concludono Comitato 16 novembre, Confad, CoorDown, Favo, Fida, Fight the stroke e Uniamo -il Fondo unico previsto nella prossima legge di bilancio non sembrerà una grave dimenticanza nei confronti dei più fragili. Le persone con disabilità e i loro familiari chiedono subito questo segnale non certo solo per il suo significato ma per la concretezza che ne deve derivare”.
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