Il caso di Marc è stato illustrato su Nature Medicine, ma non è ancora chiaro se la tecnica potrà essere applicata a tutti i malati. I ricercatori: “La malattia di Parkinson ha un ampio spettro di profili neurologici, associati a deficit locomotori distinti. Gli studi futuri dovranno identificare i pazienti che rispondono a questa terapia”
“Non riuscivo più a camminare senza cadere frequentemente, più volte al giorno. In alcune situazioni, come quando entravo in un ascensore, rimanevo come congelato”. È Marc, un malato di Parkinson, a raccontare i sintomi della sua malattia, sintomi che è riuscito a lenire grazie ad una particolare stimolazione elettrica. Marc, affetto dalla patologia da quasi un trentennio, ha preso parte ad una sperimentazione che ha testato l’efficacia della stimolazione elettrica localizzata nella parte più bassa del midollo spinale nel migliorare la capacità di camminare e l’equilibrio delle persone con gravi deficit motori causati dalla malattia di Parkinson. La gran parte delle persone con malattia di Parkinson in stadio avanzato, infatti, soffre di problemi locomotori, che spesso non rispondono ai farmaci, né a trattamenti come la stimolazione cerebrale profonda.
Il caso di Marc è stato illustrato su Nature Medicine, ma non è ancora chiaro se questa tecnica potrà essere applicata in tutti i malati. La sperimentazione ha coinvolto diversi istituti, tra cui l’Ecole Polytechnique Federale di Losanna e l’Università di Bordeaux. I ricercatori hanno applicato al Parkinson un approccio che ha mostrato qualche successo nei pazienti con lesioni spinali. Invece di stimolare elettricamente le regioni del cervello colpite dalla perdita di neuroni causata dalla malattia, hanno inserito una neuroprotesi nella parte bassa della schiena, quella responsabile dell’attivazione dei muscoli delle gambe quando si cammina. Il kit si compone di una serie di elettrodi, applicati nell’area lombo-sacrale e un generatore di impulsi impiantato sotto-pelle nell’addome.
L’intervento è stato eseguito quasi due anni fa e, dopo una lunga riabilitazione, oggi Marc cammina quasi normalmente utilizzando la neuroprotesi per circa 8 ore al giorno. Ora, resta da capire quali e quanti pazienti potranno beneficiare di questo approccio innovativo: “La malattia di Parkinson ha un ampio spettro di profili neurologici, associati a deficit locomotori distinti. Gli studi futuri dovranno, quindi – concludono i ricercatori – identificare i pazienti che rispondono a questa terapia”.
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