Attenzione alle fake news, Manucci (Sid): “Non esiste alcun trattamento che possa far guarire un paziente dal diabete di tipo 2, neppure un farmaco che consenta di curare l’obesità”
In trent’anni l’incidenza del diabete di tipo 2 tra la popolazione adulta è più che triplicata, passando dal 2% degli anni ’90 ai 7 punti percentuali attuali. “Progressivo invecchiamento della popolazione, cambiamento degli stili di vita a favore di una maggiore sedentarietà e tagli alla Sanità pubblica non potranno che favorire un ulteriore incremento della diffusione del diabete di tipo 2 tra la popolazione adulta”, spiega Edoardo Manucci, Professore Associato di Endocrinologia presso il dipartimento di Scienze Biomediche, Sperimentali e Cliniche ‘Mario Serio’ all’università di Firenze e membro della SID, la Società Italiana di Diabetologia.
In un’intervista a Sanità Informazione, in occasione della Giornata mondiale del Diabete, istituita nel 1991 dall’International Diabetes Federation e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, il Professore Manucci passa in rassegna le principali ‘buone’ e ‘cattive’ notizie su questa patologia che solo in Italia colpisce 3,5 milioni di persone, 536,6 milioni nel mondo. “La prima buona notizia è che il diabete di tipo 2 è in parte prevenibile – assicura Manucci – . La genetica ha senza dubbio un peso determinante, ma adottare degli stili di vita corretti, anche se non può evitare che un soggetto geneticamente a rischio si ammali di diabete di tipo 2, può senz’altro ritardarne l’insorgenza di diversi anni, limitando la comparsa di complicanze, tipiche delle fasi più avanzate della malattia”
Tre le azioni principali da compiere affinché lo stile di vita individuale possa essere definito ‘corretto’: “Fare attività fisica, controllare il peso – riducendolo se si è sovrappeso – e mangiare in modo corretto, aderendo ai principi della dieta mediterranea”. Buone notizie per gli amanti di pane e pasta: “Che i diabetici debbano eliminarli del tutto è un falso mito da sfatare – continua lo specialista -. Anzi, mangiarli in quantità adeguate aiuta la regolazione della glicemia. Piuttosto, sarà necessario scegliere i carboidrati giusti, quelli a basso indice glicemico. Limitare il più possibile patate, riso e zucchero”.
La rassegna delle buone notizie non finisce qui: i farmaci a disposizione dei pazienti affetti da diabete di tipo 2 sono sempre più efficaci e con meno effetti collaterali. “Soprattutto, le terapie di ultima generazione non provocano ipoglicemie, reazione avversa tipica dei ‘vecchi’ farmaci – spiega Mannucci – ed hanno anche degli altri effetti benefici al di là della riduzione della glicemia, come la riduzione del peso corporeo e la protezione dalle malattie cardiovascolari e renali”.
Attenzione alle false illusioni: le principali fake news ruotano soprattutto attorno alla presunta esistenza di farmaci miracolosi. “Non esiste alcun trattamento che possa far guarire un paziente dal diabete di tipo 2: tutti i medicinali che ad oggi abbiamo a disposizione ci permettono di tenerlo sotto controllo e non di eradicarlo – sottolinea Manucci -. Cosi come non esiste neppure un farmaco che consenta di curare l’obesità. I chili persi grazie ad un farmaco dimagrante verranno ripresi non appena se ne sospenderà l’assunzione”.
Infine, una buona notizie c’è anche per il diabete di tipo 1: “Potremmo avere presto a disposizione trattamenti in grado di ritardare la comparsa di diabete di tipo 1 – dice il professore -. Purtroppo per ora restano due grandi limiti: procrastinarne la comparsa non significa evitarla e identificare i pazienti potenzialmente eleggibili per questo tipo di trattamento risulta piuttosto complicato”. Per ora, l’unica vera evoluzione subentrata nelle vita dei pazienti affetti da diabete di tipo 1 è la possibilità di utilizzare tecnologie in grado di rilevare la necessità di insulina calcolandone il dosaggio necessario in tempo reale. “Si tratta di strumentazione sempre più diffusi, facili da usare e – conclude lo specialista – dai costi oggi accessibili”.
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