Aggiornate le linee guida per il trattamento dell’infezione da Sars-CoV-2: pericolo “alto” per le persone immunodepresse, “moderato” per chi ha più di 65 anni o con obesità, diabete e/o disturbi cronici tra cui broncopneumopatia cronica ostruttiva, malattie renali o epatiche, cancro, persone con disabilità e quelle con comorbilità di malattie croniche
Il virus è meno aggressivo e non siamo più ‘forti’. Potremmo sintetizzare così il parere dell’Organizzazione Mondiale della Sanità diffuso in concomitanza all’aggiornamento, il tredicesimo, delle linee guida per il trattamento dell’infezione da Sars-CoV-2. “Le attuali varianti del Covid-19 tendono a causare malattie meno gravi, mentre i livelli di immunità sono più elevati grazie alla vaccinazione”, dice l’Oms, sottolineando come la concomitanza di questi due elementi porti a “minori rischi di patologie gravi e morte per la maggior parte dei pazienti”. Le linee guida per il trattamento dell’infezione da Sars-CoV-2 aggiornate aiuteranno gli operatori sanitari a identificare i soggetti a rischio ricovero alto, moderato o basso e a personalizzare le terapie.
Il pericolo è “alto” per “le persone immunodepresse“, che “rimangono a rischio più elevato se contraggono Covid-19, con un tasso di ospedalizzazione stimato del 6%”, precisa l’Oms. Il rischio scende invece a “moderato” per “le persone di età superiore a 65 anni, quelle con condizioni come obesità, diabete e/o disturbi cronici tra cui broncopneumopatia cronica ostruttiva” Bpco, “malattie renali o epatiche, cancro, le persone con disabilità e quelle con comorbilità di malattie croniche”. Per loro, in caso di Covid l’agenzia Onu per la salute stima “un tasso di ospedalizzazione del 3%”. Infine, “coloro che non rientrano nelle categorie a rischio alto o moderato sono a basso rischio di ricovero ospedaliero (0,5%)” per Covid. “La maggior parte delle persone”, precisa l’Oms, oggi “è a basso rischio”.
Per le persone con Covid “a basso rischio di ricovero, l’Oms non raccomanda alcuna terapia antivirale. “Sintomi come febbre e dolore possono continuare a essere gestiti con analgesici come il paracetamolo. L’Oms continua a raccomandare fortemente nirmatrelvir-ritonavir per le persone a rischio ricovero alto o moderato: “nirmatrelvir-ritonavir – spiega l’agenzia ginevrina – è considerato la scelta migliore per la maggior parte dei pazienti idonei considerati i suoi benefici terapeutici, la facilità di somministrazione e le minori preoccupazioni in merito a potenziali danni.
Se nirmatrelvir-ritonavir non è disponibile, per i pazienti ad alto rischio di ospedalizzazione l’Oms suggerisce l’uso di molnupiravir o remdesivir”, ma “sconsiglia” questi due antivirali “nei pazienti a rischio moderato, ritenendo che i potenziali danni superino i benefici limitati nei pazienti a rischio moderato di ricovero”. L’aggiornamento delle indicazioni include poi “una forte raccomandazione contro l’uso dell’ivermectina nei pazienti con Covid-19 non grave”. L’agenzia Onu per la salute “continua a consigliare che nei pazienti con Covid-19 grave o critico l’ivermectina dovrebbe essere utilizzata solo negli studi clinici”.
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