Mai misurare la pressione sanguigna mentre il paziente è seduto su un lettino, lasciando le gambe penzolanti e la schiena e il braccio senza supporto: potrebbe risultare iperteso chi non lo è. Un nuovo studio americano: eliminare un cucchiaino di sale al giorno dall’alimentazione funziona contro l’ ipertensione quanto i farmaci
Seduto su una sedia con i piedi appoggiati sul pavimento, la schiena dritta e il braccio che indossa il bracciale per la pressione arteriosa sostenuto all’altezza del cuore. È questa la posizione da assumere quando si misura la pressione arteriosa, l’unica che, stando alle linee guida dell’American Heart Association e dell’American College of Cardiology, può garantire una corretta esecuzione della rilevazione. In altre parole, milioni di persone con pressione sanguigna normale potrebbero essere state erroneamente classificate come ipertese, proprio a causa di un posizionamento improprio durante le misurazioni.
Anche tra gli operatori sanitari c’è chi sbaglia. Uno studio pubblicato sulla rivista ClinicalMedicine, i cui risultati sono stati presentati alla conferenza Scientific Sessions dell’Aha (American Heart Association) a Filadelfia, infatti, dimostra che non pochi sanitari misurano la pressione sanguigna mentre il paziente è seduto su un lettino, lasciando le gambe penzolanti e la schiena e il braccio senza supporto. Le eventuali conseguenze che ne possono derivare non sono da trascurare: “Essere erroneamente classificate come ipertese può portare a sottoporre a trattamento o persone che non ne hanno bisogno – spiega l’autore principale dello studio Randy Wexler, dell’Ohio State University di Columbus – Si potrebbe non aver bisogno di assumere tanti farmaci – prosegue – con conseguenti effetti collaterali. Per questo diventa importante avere misurazioni della pressione sanguigna valide e accurate”.
Nello studio, 150 adulti sono stati assegnati in modo casuale a tre gruppi. In uno, le letture della pressione arteriosa sono state effettuate su un lettino da esame ad altezza fissa e poi su una poltrona da esame con posizionamento regolabile. Un secondo gruppo ha effettuato le stesse letture in ordine inverso, mentre un terzo ha effettuato entrambe le serie di letture sulla sedia dell’esame. C’era un periodo di riposo prima di ogni serie di letture. I risultati sono stati raggruppati e la media di tre misurazioni effettuate sul lettino è stata confrontata con la media di quelle effettuate sulla sedia. Per le letture effettuate sul lettino degli esami, la pressione arteriosa sistolica media (la massima) era di 7 millimetri di mercurio più alta e la lettura diastolica media (la minima) era di 4,5 millimetri di mercurio più alta rispetto a quelle rilevate seduti sulla sedia, aderendo al posizionamento raccomandato dalle linee guida.
Per tutti gli ipertesi, buone notizie arrivano da un altro nuovo studio americano pubblicato su Jama: eliminare un cucchiaino di sale al giorno dalla alimentazione funziona contro l’ ipertensione quanto i farmaci ed anche sulle persone che sono già sotto terapia medicinale per la pressione alta. Lo afferma un nuovo studio, che ha analizzato un gruppo di circa 250 persone tra i 50 ed i 75 anni. Gli scienziati hanno scelto un gruppo composito proprio per verificare l’effetto di una semplice riduzione di sodio nella dieta: tra i volontari figuravano persone ipertese che non prendevano medicine, altre sotto terapia farmacologica che funzionava nel mantenere la pressione nei limiti, altri partecipanti ancora non avevano problemi di pressione, mentre per alcuni la pressione rimaneva fuori norma anche coi farmaci.
I volontari hanno seguito a settimane alterne una dieta ad alto contenuto di sodio ed una a basso contenuto di sodio, con l’obiettivo di non consumare più di 500 mg di sale al dì. Un solo cucchiaino di sale ne contiene 2.300 mg. “Ciò che abbiamo osservato è una riduzione della pressione in tutti gli ipertesi che sono riusciti ad eliminare un cucchiaino di sale al di’ sia che prendessero medicine o no – dice l’autrice principale dello studio, Norrina Allen, della Northwestern university – e questa è la prima indagine a dimostrare che anche i pazienti già trattati possono ottenere una ulteriore diminuzione dei valori della pressione agendo sulla quantità di sale assunta. Nei giorni della dieta iposodica – conclude Allen – la pressione è diminuita in media di 6 mm di mercurio, un dato comparabile a quello ottenuti dalle medicine”.
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