La Commissione Parlamentare per l’Infanzia e l’Adolescenza, sotto la presidenza dell’onorevole Michela Vittoria Brambilla, approva l’indagine conoscitiva sulla tutela della salute psicofisica dei minori. «Abbattere barriere fisiche e mentali», ha sottolineato l’ex ministro
Servizi di neuropsichiatria infantile non sempre in grado di offrire trattamenti tempestivi ed appropriati, gravi carenze quantitative e qualitative dell’offerta riabilitativa, edifici scolastici non adeguati alle esigenze di bambini e ragazzi diversamente abili. Sono alcune delle principali criticità evidenziate nell’indagine conoscitiva sulla tutela della salute psicofisica dei minori, sezione “Il diritto alla salute dei minori diversamente abili”, approvata nei giorni scorsi dalla Commissione Parlamentare per l’Infanzia e l’Adolescenza sotto la presidenza dell’onorevole Michela Vittoria Brambilla (FI): «È dovere dell’Italia mettere al primo posto dell’agenda della salute chi è più in difficoltà. In quest’ottica, maggiormente vulnerabili sono i bambini, in particolare i bambini diversamente abili, che non devono diventare invisibili», ha dichiarato l’onorevole Brambilla in occasione della presentazione dell’Indagine avvenuta di recente in Senato.
«In questo Paese le fasce più vulnerabili devono essere tutelate, il nostro impegno è quello di garantire loro questo diritto con la speranza che finalmente la politica si ravveda e capisca che anche chi non ha voce, chi non vota e magari non scende in piazza, ha tanti diritti quanti chi si fa più sentire».
Il documento, sintesi di 42 audizioni svolte in circa un anno, è stato illustrato e discusso da un prestigioso “panel” di esperti tra cui il professor Nicola Marcello Portinaro, Direttore della Clinica ortopedica dell’Università degli Studi di Milano e Direttore scientifico della Fondazione Ariel (Centro disabilità neuromotorie infantili); la Dottoressa Maria Antonella Costantino, Presidente della Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (SINPIA); il Professor Umberto Ambrosetti associato di Audiologia e Foniatria dell’Università di Milano e Direttore f.f. dell’Unità Operativa di Audiologia; la Professoressa Letizia Leocani, associato di neurologia dell’Università Vita-Salute San Raffaele e Responsabile del Centro di Stimolazione Magnetica Intracerebrale dell’Ospedale San Raffaele di Milano.
«Un altro riflettore da accendere è quello sulle famiglie delle fasce più vulnerabili – ha proseguito l’onorevole Brambilla –, molto spesso capita che i genitori, dopo aver affrontato le fasi acute delle terapie con i loro figli, tornino a casa e a quel punto si ritrovino soli. Tutto questo è inaccettabile innanzitutto dal punto di vista etico e poi anche in ottica d’investimenti per il futuro. Un grande Paese come l’Italia deve mettere questi temi tra le priorità: cominciare a mettere a disposizione risorse adeguate e garantire servizi appropriati».
Inoltre la Presidente Brambilla, nel corso dell’incontro, ha più volte sottolineato la sostanziale assenza di un dibattito pubblico sulla disabilità «che invece dovrebbe essere una grande questione nazionale, a maggiore ragione quando si parla di bambini».
Legato a questo è il problema di come realizzare pienamente nella scuola l’inclusione prevista dalle norme. «È evidente – ha spiegato l’ex ministro – che sono necessari almeno due adeguamenti: il primo, è quello dell’offerta di ore di sostegno e di continuità didattica. Il secondo adeguamento è quello richiesto per uniformare gran parte (30-50%) degli edifici scolastici alla normativa relativa all’abbattimento delle barriere architettoniche». Sul tema, schierata in prima linea, è la Onlus FIABA, che con alla guida il Presidente Giuseppe Triste, intervenuto all’incontro in Senato, lavora da anni per combattere il pregiudizio nei confronti delle fasce più vulnerabili che non si esplica solo nelle strutture fisicamente non accessibili a tutti ma anche in manifestazioni comportamentali e ideologiche.
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«In Italia il diritto all’istruzione è una certezza – conclude l’onorevole Brambilla – ma quando questo viene messo in discussione perché minori con difficoltà motorie non riescono ad accedere agli spazi scolastici, allora il problema è concreto, tangibile e va affrontato».