Quel “pasticciaccio brutto” dell’obbligo assicurativo
Sono un ginecologo del Ssn ed ho deciso dall’inizio di quest’anno di passare all’attività in extra-moenia. Dopo aver iniziato questa attività presso uno studio medico condiviso con alcuni miei colleghi ho deciso di stringere un rapporto di collaborazione professionale con una struttura sanitaria privata. Purtroppo il contratto di collaborazione non è stato ancora attivato in quanto la Direzione amministrativa della clinica mi ha chiesto di esibire la mia polizza di assicurazione professionale, polizza che io non ancora stipulato soprattutto per il suo costo molto elevato. Mi era parso di aver letto che l’obbligo della assicurazione fosse stato ancora prorogato per effetto di un parere di un autorevolissimo Organo dello Stato. Le chiedo: ma allora come sta effettivamente la situazione?
Le risparmio la lunga storia del “pasticciaccio brutto“ che il legislatore è stato capace di mettere in piedi in quattro anni di pensamenti e ripensamenti (giusti) i quali, come nel più classico “gioco dell’oca”, ci hanno in pratica riportato al 13 agosto 2011, il giorno della emanazione della norma sulla obbligatorietà dell’assicurazione professionale. In effetti un parere espresso dal Consiglio di Stato ha, correttamente, stabilito che non può esserci valido obbligo ad assicurarsi se ancora non si sa quali siano i limiti e le modalità di funzionamento di questa assicurazione. Pertanto ad oggi (poiché la legge non ha ancora regolamentato questi aspetti) l’obbligatorietà non esiste. Tuttavia questo aspetto poco o nulla riguarda la sua situazione. La richiesta della Clinica privata ove Lei vorrebbe operare si basa infatti su un rapporto privatistico. Evidentemente la Clinica privata intende tutelarsi da eventuali rischi di richieste di terzi che potrebbero coinvolgere la stessa in quanto riferite a prestazioni sanitarie fornite da Lei nell’ambito della struttura stessa. Mi sembra che si tratti di una cautela, oltre che legittima, anche comprensibile. Mi lasci comunque concludere che, a parte l’obbligo di legge (che prima o poi arriverà) e a parte l’eventuale obbligo proveniente dalla richiesta della struttura privata, rimane il fatto che l’assicurazione dovrebbe essere considerata dal medico una opportunità più che una costrizione. Certamente questa diversa sensibilità verso l’assicurazione crescerà nel medico (soprattutto nei giovani medici) quanto più equo sarà il suo costo.
Ennio Profeta – Consulente SanitAssicura