I ricercatori hanno utilizzato dati provenienti da 53.266 partecipanti tra i 18 e i 35 anni. Sia gli uomini che le donne che hanno dichiarato un consumo giornaliero dormivano circa mezz’ora in meno rispetto a coloro che dichiaravano solo un consumo occasionale o nullo. Lo stesso vale per il tempo impiegato per addormentarsi
Il consumo di bevande energetiche o energy drink, contenenti caffeina e altre sostanze stimolanti, stando ai risultati di un ampio studio norvegese pubblicato sulla rivista BMJ Open, è legato ad una scarsa qualità del sonno e all’insonnia tra i giovani. Maggiore è il consumo, minore è il numero di ore di sonno notturno, anche se pure una sola lattina occasionale – tre volte al mese – è legata ad un rischio maggiore di sonno disturbato. Dallo studio condotto da Siri Kaldenbach, dell’Innlandet Hospital Trust, a Lillehammer è emerso che rispetto a coloro che dichiaravano un consumo nullo o solo occasionale di bevande energetiche, gli uomini che avevano un consumo giornaliero presentavano un rischio più che raddoppiato di dormire meno di sei ore a notte. Per le donne il medesimo rischio subiva un ulteriore raddoppio.
Lo studio
Le bevande annoverate tra le ‘energetiche’ contengono una media di 150 mg di caffeina per litro, oltre a zuccheri, vitamine, minerali e aminoacidi in quantità variabili. I ricercatori hanno utilizzato dati provenienti da 53.266 partecipanti tra i 18 e i 35 anni. Gli esperti hanno chiesto agli studenti con quale frequenza consumassero energy drink, quando andavano a letto e a che ora si alzavano. Ancora, quanto tempo impiegavano ad addormentarsi (latenza del sonno). Gli esperti hanno così calcolato per ciascuno la cosiddetta efficienza del sonno, confrontando le ore totali di sonno notturno con il tempo totale trascorso a letto (svegli e addormentati). È emersa un’associazione chiara tra il consumo e un minor numero di ore di sonno, con effetti che aumentano in maniera proporzionale alla quantità di energy drink consumati.
Sia gli uomini che le donne che hanno dichiarato un consumo giornaliero dormivano circa mezz’ora in meno rispetto a coloro che dichiaravano solo un consumo occasionale o nullo. Lo stesso vale per il tempo impiegato per addormentarsi. Inoltre, un aumento del consumo si associa a un aumento corrispondente sia del tempo di veglia notturna che del tempo impiegato per addormentarsi, quindi a una minore efficienza del sonno. Anche l‘insonnia è più diffusa tra quanti hanno un consumo giornaliero: 51% contro 33% (donne) e 37% contro 22% (uomini). Nel complesso, quindi, un maggiore consumo di bevande energetiche era associato a un aumento del rischio di problemi di sonno in tutti gli aspetti studiati.
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