L’astronauta: “L’addestramento è studiato affinché si apprenda come gestire la paura: può congelare il cervello, ma un momento di panico non è ammissibile né nello spazio, dove si può mettere a repentaglio la propria incolumità e quella di tutto il team, né in sala operatoria, dove c’è in gioco la vita del paziente”
L’addestramento degli astronauti diventa un modello per la formazione dei neurochirurghi del futuro, per favorire lo sviluppo di competenze trasversali e il lavoro di squadra necessario ad affrontare situazioni complesse e ad alto rischio, in sala operatoria come nello spazio. Accade grazie al progetto Astro-Nets – Astronauts for Neurosurgery Training Scheme -, di cui è testimonial l’astronauta Paolo Nespoli, che ha trascorso nello spazio 313 giorni nell’arco di tre differenti missioni. In un’intervista a Sanità Informazione, racconta perché addestrare un neurochirurgo come un’astronauta può migliorare la performance in sala operatoria
“In sala operatoria, come nello spazio – spiega l’ingegnere Nespoli – si lavora in team. Il neurochirurgo, come l’astronauta, ha bisogno di coordinarsi con tutti i professionisti che operano al suo fianco. Deve nascere una sinergia perfetta che permetta di trovare soluzioni immediate e, soprattutto, efficaci in caso di imprevisti. L’addestramento dell’astronauta è studiato affinché si apprenda come gestire la paura: il panico può congelare il cervello, ma un momento di cedimento non è ammissibile né nello spazio, dove si può mettere a repentaglio la propria esistenza e quella di tutto il team, né in sala operatoria, dove c’è in gioco la vita del paziente”. Prima di programmare un addestramento è necessario focalizzare i limiti di ogni singolo partecipante: “Gli addestratori spingeranno i propri allievi sempre un po’ più in alto, fino a superare, gradualmente, il limite individuale – sottolinea l’astronauta -. Quando l’obiettivo sarà raggiunto senza intoppi, allora l’addestramento avrà avuto un buon esito”.
Il progetto Astro-Nets è nato dalla collaborazione tra l’Istituto Neurologico Besta, la scuola di specializzazione in Neurochirurgia dell’Università degli Studi di Milano, la Fondazione Heal che sostiene la ricerca neuro-oncologica e Deep Blue, l’azienda italiana selezionata dall’Agenzia Spaziale Europea per l’addestramento della nuova classe di astronauti. “Nelle varie fasi delle missioni spaziali, incluso il lancio, non ho mai provato paura – spiega Nespoli – perché ero consapevole sia della preparazione degli altri membri del team sia del mio livello di preparazione personale e professionale. Come paziente mi sono affidato senza paura alle mani degli esperti neurochirurghi del Besta avendo piena fiducia nelle loro capacità. Per questo ritengo fondamentale che i giovani neurochirurghi seguano questo corso al fine di acquisire la necessaria preparazione personale e professionale”. Il training del progetto, che durerà dodici mesi, userà simulatori e tecnologie avanzate e punterà allo sviluppo di abilità non tecniche oltre che all’adattamento a situazioni impreviste, affrontando temi come la comunicazione, il lavoro di squadra, la leadership, la gestione del conflitto e l’errore umano
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