Gli scienziati cinesi hanno esaminato oltre 52mila individui, inizialmente tutti sani. Nel corso del periodo di monitoraggio, circa 14 anni, oltre mille hanno ricevuto una diagnosi di demenza. Delle 1.463 proteine plasmatiche analizzate, Gfap, Nefl, Gdf15 e Ltbp2 sono state costantemente associate all’insorgenza dei diversi tipi di demenza
Un semplice prelievo del sangue potrebbe permettere di individuare le persone a rischio di ammalarsi di Alzheimer (Ad) o di demenza vascolare (Vad) ben 10 anni prima che si manifestino i primi sintomi. In particolare la possibilità potrebbe essere rilevata dalla presenza di quattro specifiche proteine nel sangue: Gfap, Nefl, Gdf15 e Ltbp2. Ad individuarle sono stati i ricercatori cinesi della Università Futan a Shanghai. La ricerca, pubblicata sulla rivista Nature Aging, fa seguito ad altri studi che hanno già esaminato il ruolo delle proteine plasmatiche come biomarcatori in grado di predire il rischio di demenza a lungo termine in adulti sani. Tuttavia, molti di questi lavori si sono concentrati su una o un numero limitato di proteine e di individui.
La ricerca cinese, invece, sfruttando i dati della Biobanca del Regno Unito, è tutt’altro che ridotta. Il gruppo di ricerca di Jin-Tai Yu e Jian-Feng Feng ha condotto uno studio dettagliato sui dati dell’insieme di proteine (proteoma) di un vasto campione di persone, per identificare biomarcatori plasmatici associati alla possibilità di sviluppo dei diversi tipi di demenza. Gli autori hanno incluso dati relativi a 52.645 partecipanti tutti sani all’inizio dello studio. Nel corso del periodo di monitoraggio, durato circa 14,1 anni, 1.417 partecipanti hanno ricevuto una diagnosi di demenza: 833 entro 10 anni, di cui 219 entro 5 anni, e 584 oltre 10 anni. Delle 1.463 proteine plasmatiche incluse nell’analisi, gli autori hanno trovato che Gfap, Nefl, Gdf15 e Ltbp2 erano costantemente associate all’insorgenza dei diversi tipi di demenza.
Quindi gli scienziati hanno prodotto un modello predittivo per il rischio di demenza nel corso di 10 anni. Proteine, come Gfap, precedentemente note per essere associate alla demenza, sono risultate avere un alto valore predittivo. Gli autori sottolineano anche che i livelli di Gfap nel sangue iniziano a cambiare circa 10 anni prima della diagnosi, il che indica la possibilità che Gfap possa essere un biomarcatore potenziale per la valutazione precoce del rischio. I risultati di questa ricerca, comunque, andranno confermati su un campione indipendente di individui, concludono gli esperti cinesi.
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