Finora sono cinque i casi, tutti in Lombardia, classificati come genotipo D8 e definiti “sporadici”, ovvero senza alcun legame epidemiologico tra loro. In tre pazienti riportata una storia recente di viaggio e le destinazioni includevano Uzbekistan, Thailandia e Italia meridionale
La nuova mutazione del virus del morbillo individuata nel Nord Italia, “non preoccupa. La malattia è sempre quella e c’è un vaccino efficace”. Il problema è la maggiore difficoltà “ad individuare la patologia con i test” e questo potrebbe “falsare i dati legati al programma di eliminazione del virus dall’Europa, con casi che possono sfuggire”. Così Giovanni Rezza, professore straordinario di Igiene all’università Vita-Salute San Raffaele di Milano, commenta la nuova variante del virus del morbillo (MeV) (genotipo D8). Finora sono cinque casi, tutti in Lombardia, classificati come genotipo D8. Per ora, ricorda Rezza, “i casi legati alla variante sono abbastanza rari e sporadici. Il problema dunque è piuttosto limitato. Ma è importante invece sul piano della sorveglianza, perché in Europa c’è un piano di eliminazione del morbillo”. Eliminazione “che non è ancora avvenuta e abbiamo focolai ancora ampi in alcuni Paesi, come la Romania, per esempio”.
Tutti e cinque i casi, infatti, sono stati classificati come “sporadici”, poiché non è stato trovato alcun chiaro legame epidemiologico tra loro. In tre di questi casi, è stata riportata una storia recente di viaggio e le destinazioni includevano Uzbekistan, Thailandia e Italia meridionale. Come spiegano i ricercatori, nello studio condotto dall’università di Milano, con l’Istituto superiore di sanità, pubblicato su Eurosurveillance, due di questi casi, cioè i pazienti che avevano viaggiato nel Sud Italia e in Thailandia, erano infetti da ceppi di MeV. Questi ceppi sono caratterizzati da tre mutazioni precedentemente descritte da ricercatori svizzeri e pubblicati in uno studio coordinato da Francisco José Pérez-Rodríguez. Proprio questo studio aveva attirato l’interesse dell’equipe dell’Università di Milano e del Dipartimento di malattie infettive dell’Iss, che ha poi cominciato la caccia alle stesse mutazioni. Trovandole anche in Italia, in una zona densamente popolata, al confine proprio con la Svizzera.
Anche il professore Pier Luigi Lopalco, docente di Igiene all’Università del Salento rassicura: “Le varianti antigeniche non comportano problemi per la nostra risposta immune: chi è vaccinato o ha avuto il morbillo in passato non ha nulla da temere con le nuove varianti. Il vaccino in uso – sottolinea Lopalco – continua ad essere efficace. Qualche problema potrebbero averlo alcuni test diagnostici che potrebbero non identificare correttamente il virus. Variante o non variante il morbillo comunque resta una malattia temibile. Chi non è vaccinato corra a farlo”.
Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive dell’ospedale policlinico San Martino di Genova, in un’intervista all’Adnkronos, infatti, evidenzia quanto il morbillo potrà essere un problema importante nei prossimi mesi e anni: “Avremo una recrudescenza negli adulti con casi complicati e un impatto anche sul Servizio sanitario nazionale. Noi l’abbiamo detto tante volte che si deve tornare a fare prevenzione sulle malattie infettive, oggi invece c’è paura a parlare di malattie infettive e di vaccinazioni perché – conclude – si ha spesso un atteggiamento di negazione dei problemi”.
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