La condivisione del documentario in occasione della IV Giornata nazionale non avviene in maniera casuale, ma per FNOPI è il modo migliore per rivivere in 30 minuti (tanto è la sua durata) il periodo segnato dall’irrompere della pandemia nella professione e nella vita degli infermieri, celebrandone sacrificio e impegno
Storie professionali e di vita che aprono una finestra inedita su emozioni, paure e situazioni quotidianamente affrontate dagli infermieri, prima messe al centro di un laboratorio e poi tradotte in uno spettacolo teatrale. Momenti di condivisione e studio unici che, dal 2019 al 2022, hanno visto protagonisti gli infermieri oltre le difficoltà della pandemia e sono ora raccolti all’interno di un documentario dal titolo “La notte di Capodanno – L’arte di curare e di raccontare”, prodotto dalla Federazione nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieri (FNOPI) e condiviso per celebrare la IV Giornata nazionale del personale sanitario, sociosanitario, socioassistenziale e del volontariato.
Nata da un’iniziativa promossa dal regista Ferzan Ozpetek e dal paroliere Mogol, la Giornata è stata istituita con la Legge 13 novembre 2020 “per onorare il lavoro, l’impegno, la professionalità e il sacrificio del personale medico, sanitario, sociosanitario, socioassistenziale e del volontariato nel corso della pandemia da Coronavirus”. La data del 20 febbraio è stata scelta simbolicamente per ricordare il giorno in cui a Codogno venne scoperto il “paziente uno”.
La condivisione del documentario in occasione della IV Giornata nazionale non avviene in maniera casuale, ma per FNOPI è il modo migliore per rivivere in 30 minuti (tanto è la sua durata) il periodo segnato dall’irrompere della pandemia nella professione e nella vita degli infermieri, celebrandone sacrificio e impegno.
Le immagini ripercorrono gli inizi del progetto, avviato quando nessuno ancora immaginava cosa sarebbe accaduto in Italia dal 20 febbraio in poi, interrotto e ripreso nel periodo in cui il Paese cominciava a riappropriarsi della sua “normalità”.
Lo spettatore potrà così prendere parte al lungo, appassionante e complicato percorso de “L’arte di curare e di raccontare”, pensato prima dell’introduzione delle restrizioni dovute alla pandemia e finalizzato in uno spettacolo teatrale che poi, però, ha dovuto fare i conti con una realtà completamente diversa alla quale adattarsi.
Il progetto realizzato con Roberto Gandini – regista del Teatro di Roma e coordinatore artistico del laboratorio teatrale integrato “Piero Gabrielli” – e Gianluca Rame – videoeditor e regista – si è sviluppato a partire da un workshop residenziale svolto a Roma e grazie a una serie di contribuiti raccolti attraverso l’attivazione di un canale di comunicazione che ha permesso di ricevere testimonianze e storie di infermieri di tutta Italia. Per la prima volta, attori professionisti hanno potuto raccogliere da veri operatori sanitari situazioni di vita e di lavoro, storie, aneddoti, lessico e modi di dire tipici del setting ospedaliero, dando vita con “La Notte di Capodanno” alla ricostruzione di un infinito turno di notte svolto nell’ultimo giorno dell’anno.
“La Notte di Capodanno”, prodotto da Fondazione Teatro di Roma, Laboratorio teatrale integrato Piero Gabrielli, in collaborazione con FNOPI e per la regia di Roberto Gandini, è andato in scena in prima nazionale al Teatro India di Roma, dal 27 al 31 ottobre 2021, per poi essere riproposto, il 16 dicembre 2021, durante la tappa romana del Congresso nazionale itinerante della FNOPI “Ovunque per il bene di tutti” al Teatro Ambra Jovinelli.
Il tour e lo spettacolo teatrale hanno dovuto fare i conti con i limiti imposti dalla pandemia, ma oggi custodiscono ancora intatte le loro finalità. Nel documentario “La notte di Capodanno – L’arte di curare e di raccontare”, infatti, oltre alle immagini della genesi del progetto, del debutto teatrale, e del dietro le quinte – proprio in occasione di questa IV Giornata nazionale – sarà possibile scoprire dalla viva voce degli infermieri cosa significhi essere operatore sanitario, ed esserlo stato quando tutto era sconosciuto e difficile da gestire.