Intervista al responsabile Sanità del Pd, Federico Gelli: “Dalla Ue indicazione molto forte, non possiamo più rimandare una regolamentazione”
Dal Movimento 5 Stelle al Partito Democratico. Anche la principale forza di governo si schiera con decisione contro i turni massacranti cui vengono quotidianamente sottoposti migliaia di medici italiani.
In particolare, per il Responsabile Sanità della segreteria del Premier Renzi, on. Federico Gelli, tutte le istituzioni – Governo in primis – devono fare il possibile per dare una risposta concreta agli operatori che si vedono privati ogni giorno del diritto ad orari di riposo consoni alle loro esigenze. Sanità informazione lo ha incontrato per capire in che modo le Istituzioni devono affrontare il problema per risolverlo una volta per tutte.
L’Europa ordina ma l’Italia si muove in ritardo. Tema caldissimo negli ultimi tempi per i medici italiani è quello degli orari di lavoro. Sempre più spesso i nostri camici bianchi vengono sottoposti ad orari di lavoro massacranti: ecco, forse è arrivato il momento che anche in questo caso le Istituzioni facciano delle proposte e facciano sentire la loro voce.
«Si tratta di una materia molto importante perché le sentenze europee hanno ripetutamente richiamato il nostro Stato al rispetto delle regole essenziali sul lavoro. Un lavoro che, in questo caso, è di grande delicatezza, e devo dire che in altri settori è evidente che il lavoro viene considerato e svolto nel rispetto delle normali ore di riposo, dei ritmi di lavoro, dei turni e così via. Purtroppo il nostro Paese è stato inadempiente fino al 2014, poi nella legge di stabilità è stata recepita un’indicazione molto forte dell’Ue e il tutto è stato poi procrastinato di un anno».
Una chiara presa di posizione da parte dell’Unione Europea…
«Io credo che non ci si possa più nascondere dietro la dichiarazione che, trattandosi di medici dirigenti, questi non sono assoggettati alla regolamentazione di un normale lavoratore. È una scusa che non regge e le Istituzioni a partire dal Governo devono trovare una soluzione per questi lavoratori che hanno bisogno di una risposta decisa alle pressioni e alle condizioni lavorative particolarmente pressanti in cui si trovano, e che rischiano di ripercuotersi sulla qualità del lavoro che svolgono, aumentando il rischio cui sono esposti i pazienti. Si tratta di un rapporto, quello tra medico e paziente, che spesso potrebbe causare problemi».
È evidente che va trovata una soluzione non solo per i camici bianchi ma anche per i cittadini.
«Le organizzazioni sindacali fanno giustamente le loro rivendicazioni e noi dobbiamo trovare una soluzione. Innanzitutto sul numero delle ore, poi sul numero delle ore che devono intervallarsi tra un turno e un altro, e soprattutto sulle ore di straordinario. Dobbiamo regolamentare la materia, non possiamo più pensare di cavarcela con le parole».