Il consumo di bevande zuccherate sembra associato a un rischio maggiore di sperimentare fibrillazione atriale, una condizione caratterizzata dal ritmo cardiaco irregolare. Lo rivela uno studio condotto dagli scienziati dello Shanghai Ninth People’s Hospital e della Shanghai Jiao Tong University, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Circulation: Arrhythmia and Electrofisiology
Il consumo di bevande zuccherate sembra associato a un rischio maggiore di sperimentare fibrillazione atriale, una condizione caratterizzata dal ritmo cardiaco irregolare. Lo rivela uno studio condotto dagli scienziati dello Shanghai Ninth People’s Hospital e della Shanghai Jiao Tong University, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Circulation: Arrhythmia and Electrofisiology. I ricercatori, guidati dallo scienziato Ningjian Wang, hanno utilizzato le informazioni della Biobanca britannica per valutare la correlazione tra il ritmo cardiaco e l’assunzione di bevande zuccherate. Sono stati presi in considerazione i dati di 201.856 partecipanti, di età compresa tra i 37 e i73 anni, seguiti per una media di quasi 10 anni. I volontari si sono sottoposti a esami genetici e questionari per riportare le loro abitudini alimentari.
La fibrillazione atriale si verifica quando il cuore batte in modo irregolare, e può aumentare di circa cinque volte il rischio di ictus. Secondo le statistiche dell’American Heart Association, entro il 2030 oltre 12 milioni di persone soffriranno di questa condizione. Il lavoro, essendo di natura osservazionale, non poteva confermare una relazione di causalità tra il consumo di bevande zuccherate e la fibrillazione. “Nonostante ciò – commenta Wang – sappiamo dalla letteratura scientifica che questi prodotti possono provocare obesità e diabete di tipo 2, per cui consigliamo di ridurre il più possibile il consumo di bevande zuccherate e di prestare attenzione ai prodotti zuccherati artificialmente a basso contenuto calorico”.
Stando a quanto emerge dall’indagine, l’assunzione di almeno due litri di bevande zuccherate a settimana è correlato a un aumento del 20 per cento del rischio di sperimentare fibrillazione atriale, mentre un consumo di un litro a settimana di succo di frutta puro sembrava associato a un rischio inferiore dell’8 per cento di incorrere in un ritmo cardiaco irregolare. “Questi risultati – afferma Wang – evidenziano la necessità di sviluppare nuove strategie di prevenzione per migliorare la salute del cuore delle varie fasce di popolazione”.
I ricercatori hanno anche valutato la predisposizione genetica alla fibrillazione atriale come fattore determinante. In realtà, l’analisi ha rilevato un rischio elevato in caso di consumo di due litri a settimana, indipendentemente dalla predisposizione genetica. “Sebbene i meccanismi alla base di questa correlazione non siano ancora chiari – conclude Wang – ipotizziamo che le bevande zuccherate possano influenzare la resistenza all’insulina. E’ importante ricordare che è assolutamente sconsigliato proporre le bevande zuccherate ipocalorico ai più piccoli. Saranno necessari ulteriori approfondimenti, ma nel frattempo, consigliamo a tutti di dissetarsi con l’acqua”.
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