Contributi e Opinioni 20 Luglio 2017 09:56

Tbc, Codecasa: malattia in calo ma restano centinaia di casi non diagnosticati

Un punto di screening e cura preventiva della Tbc nei grandi centri di accoglienza e smistamento dei migranti in Italia, anche sotto forma di clinica mobile. A lanciare la proposta è Luigi Ruffo Codecasa dell’Istituto Villa Marelli‐ospedale Niguarda di Milano, responsabile del Centro regionale di riferimento per la tubercolosi in Lombardia, nel corso del congresso nazionale AIPO […]

Un punto di screening e cura preventiva della Tbc nei grandi centri di accoglienza e smistamento dei migranti in Italia, anche sotto forma di clinica mobile. A lanciare la proposta è Luigi Ruffo Codecasa dell’Istituto Villa Marelli‐ospedale Niguarda di Milano, responsabile del Centro regionale di riferimento per la tubercolosi in Lombardia, nel corso del congresso nazionale AIPO (Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri) a Bologna. La tbc in Italia “è sostanzialmente in calo, anche se lentamente‐ spiega Codecasa, parlando alla Dire a margine del congresso‐ ed è una malattia ormai rara”. Sono circa 4.000 i nuovi casi di tubercolosi all’anno, ma “ci sono sacche di sotto notifica importante”. Ovvero, segnala l’esperto, “qualche centinaio di casi non individuati per insufficienza delle diagnosi”. Non tutti coloro che sono infetti, del resto, sviluppano poi la malattia. Non individuarli, però, significa permettere che il batterio si diffonda.

“Uno dei motivi di preoccupazione‐ spiega Codecasa‐ è rappresentato dall’inadeguatezza del Paese ad affrontare in maniera organica alcune problematiche, come quella dei rifugiati”. Il timore deriva dal fatto che “non c’è omogeneità di intervento a livello nazionale”. Tra i migranti che sbarcano sulle coste italiane, sottolinea il medico, “non sono tantissimi” quelli che arrivano presentando già i sintomi della malattia, venendo subito presi in carico. Ma, avverte Codecasa, “servirebbe più attenzione sulla diagnostica“, in particolare quando i migranti vengono “sistemati nei centri di prima accoglienza.

In Emilia‐Romagna il sistema funziona perchè tutti transitano dall’hub, dove viene effettuato lo screening‐ spiega il medico‐ in altre realtà, invece, come a Milano, la congestione degli arrivi è talmente elevata che spesso la prima accoglienza viene bypassata, con l’invio dei profughi in altre strutture”. Questo, dal punto di vista sanitario, crea il problema di dover “organizzare lo screening per tutti”, con un conseguente allungamento dei tempi, visto che dopo il test iniziale di Mantoux, se positivo, la diagnostica successiva viene fatta in laboratorio. “Io riesco a fare al massimo 10 persone al giorno‐ fa l’esempio Codecasa‐ se ne sono arrivate 200, ci impiegherò almeno 20 giorni”.

E così accade non di rado che i richiedenti asilo “ottengano lo status e si spostino in altri Paesi prima di aver effettuato le cure preventive”. La soluzione, secondo Codecasa, è dunque creare “nei grandi centri di accoglienza e smistamento una sorta di ‘Tbc stop point’, anche sotto forma di clinica mobile”, dove riuscire completare la diagnosi e fare la cura preventiva in tempi rapidi e soprattutto nello stesso luogo. Dal punto di vista della prevenzione, invece, si sta ancora studiando un nuovo vaccino per la Tbc, in sostituzione di quello inventato 100 anni fa che non garantisce la copertura totale. “Va dal 30 all’80% e dopo 10 anni decade”, spiega Codecasa, tant’è vero che molti di coloro che si ammalano “sono già stati vaccinati”. Ad oggi però la ricerca scientifica “continua a sbattere contro un muro.

Anche di recente si sono registrati alcuni fallimenti‐ afferma il medico‐ perchè il batterio della Tbc è più complesso degli altri e non si riesce ancora a trovare l’equilibrio tra l’efficacia e la tossicità del vaccino.

Fonte: Agenzia DIRE
Ufficio Stampa AIPO

Articoli correlati
Pneumologia, al Congresso AIPO la vittoria della professione nell’era del Covid
Come è cambiato il ruolo dello pneumologo nella battaglia contro il virus. Vaghi (Presidente AIPO): «La pandemia da SARS-CoV-2 ha messo in luce la centralità della salute respiratoria per il Servizio Sanitario Nazionale e per la comunità scientifica». Gasparini (Past President): «Borse di studio per le scuole di specializzazione raddoppiate, gli organi decisionali si sono accorti di noi in ospedale e sul territorio. Fondamentali anche nella gestione del long Covid»
di Federica Bosco
Giornata mondiale polmonite, il presidente degli pneumologi Vaghi spiega perché quella interstiziale è così pericolosa
«La polmonite interstiziale è la principale causa di ricovero e morte tra i pazienti Covid». Attenzione ai sintomi: «Anche se il tampone è negativo, la polmonite può essere da SARS-CoV-2. Questi pazienti se ricoverati erroneamente in area non Covid contribuiscono alla diffusione nosocomiale del virus»
di Isabella Faggiano
Covid-19, cosa fare dopo l’infezione? Le indicazioni degli pneumologi
Le prime evidenze cliniche indicano che nei mesi successivi all’infezione da SARS-CoV 2 i polmoni possono presentare alterazioni fibrotiche. Secondo alcuni studiosi, almeno il 30% dei pazienti affetti da COVID-19 potrà avere tali alterazioni. In altre parole, il passaggio del SARS-CoV2 può lasciare cicatrici importanti a livello polmonare, cicatrici che possono evolvere provocando una insufficienza […]
Gli pneumologi: «Considerare la possibilità di portare la sanità sotto la competenza esclusiva dello Stato»
Il contributo di Mauro Carone, Presidente Eletto Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri – Italian Thoracic Society (AIPO-ITS)
di Mauro Carone, Presidente Eletto AIPO
Covid-19, Aipo: «Il 94% delle Pneumologie è in prima linea nella lotta contro l’infezione»
La survey, promossa dall’Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri, ha analizzato attraverso due questionari, come è cambiata la risposta organizzativa della specialità con l'emergenza sanitaria e il crescente bisogno di cura dei pazienti
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Percorso Regolatorio farmaci Aifa: i pazienti devono partecipare ai processi decisionali. Presentato il progetto InPags

Attraverso il progetto InPags, coordinato da Rarelab, discussi 5 dei possibili punti da sviluppare per definire criteri e modalità. Obiettivo colmare il gap tra Italia e altri Paesi europei in ...
Advocacy e Associazioni

Disability Card: “Una nuova frontiera europea per i diritti delle persone con disabilità”. A che punto siamo

La Disability Card e l'European Parking Card sono strumenti che mirano a facilitare l'accesso ai servizi e a uniformare i diritti in tutta Europa. L'intervista all'avvocato Giovanni Paolo Sperti, seg...
Sanità

I migliori ospedali d’Italia? Sul podio Careggi, l’Aou Marche e l’Humanitas di Rozzano

A fotografare le performance di 1.363 ospedali pubblici e privati nel 2023 è il Programma nazionale sititi di Agenas. Il nuovo report mostra un aumento dei  ricoveri programmati e diu...