Salute 23 Aprile 2024 15:34

Sclerosi multipla, individuata una ‘spia’ nel sangue: nel 10% dei pazienti si accende molti anni prima che insorga la malattia

La scoperta, pubblicata sulla rivista Nature Medicine e guidata dall’Università della California a San Francisco, consentirebbe di individuare la malattia con un semplice test del sangue in fasi molto precoci, permettendo quindi di iniziare tempestivamente i trattamenti che ne rallentano la progressione, aumentandone l’efficacia

Sclerosi multipla, individuata una ‘spia’ nel sangue: nel 10% dei pazienti si accende molti anni prima che insorga la malattia

Nel 10% delle persone che sviluppano la sclerosi multipla spie della malattia compaiono nel sangue già diversi anni prima dei sintomi: si tratta di particolari anticorpi che, invece di attaccare i patogeni esterni, aggrediscono le cellule del corpo, spiegando gli attacchi immunitari a cervello e midollo spinale che sono un segno distintivo della sclerosi multipla. La scoperta, pubblicata sulla rivista Nature Medicine e guidata dall’Università della California a San Francisco, consentirebbe di individuare la malattia con un semplice test del sangue in fasi molto precoci, permettendo quindi di iniziare tempestivamente i trattamenti che ne rallentano la progressione, aumentandone l’efficacia.

Il confronto tra pazienti con sclerosi multipla e soggetti sani

La sclerosi multipla è una malattia neurodegenerativa che colpisce il sistema nervoso centrale, caratterizzata da una reazione anomala delle difese immunitarie. Si stima che le persone affette da questa patologia siano circa 2,8 milioni in tutto il mondo, di cui 1,2 milioni in Europa e quasi 140mila in Italia, e la sua diagnosi richiede di solito un’attenta analisi delle scansioni cerebrali effettuate tramite risonanza magnetica. Per capire se fosse possibile semplificare questa procedura, i ricercatori coordinati da Michael Wilson hanno analizzato il sangue di 250 pazienti affetti da sclerosi multipla, dei quali erano presenti anche analisi effettuate cinque o più anni prima in occasione dell’arruolamento nell’esercito, e hanno confrontato i risultati con quelli di 250 veterani sani. Gli autori dello studio si aspettavano di trovare un significativo aumento degli anticorpi presenti in corrispondenza della comparsa dei primi sintomi: invece, in un caso su 10 l’abbondanza di anticorpi era rilevabile già molti anni prima, insieme ad altri segnali di una guerra immunitaria in corso, come proteine che vengono rilasciate quando i neuroni si distruggono.

Prospettive future della ricerca

Questa analisi – commentano gli autori nell’abstract dello studio – definisce un cluster unico in circa il 10% delle persone con sclerosi multipla, che mostrano reattività anticorpale anni prima di sviluppare i sintomi della malattia. Questa firma è un punto di partenza per un’ulteriore caratterizzazione immunologica di questo sottogruppo di pazienti con sclerosi multipla e può essere clinicamente utile come biomarcatore antigene-specifico per pazienti ad alto rischio con sindromi neuroinfiammatorie clinicamente o radiologicamente isolate”, concludono i ricercatori.

 

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