Lavoro 8 Maggio 2024 08:20

“Per frenare la fuga dei medici stipendi più alti ma differenziati per attività”

Intervista di Quotidiano Sanità al Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Rocco Bellantone: “La situazione in cui ci troviamo oggi è figlia di riforme e controriforme del passato che, de facto, hanno appiattito la professione”

“Per frenare la fuga dei medici stipendi più alti ma differenziati per attività”

Reintrodurre il triplice ruolo di primario-aiuto-assistente, aumentare le retribuzioni ma differenziarle a seconda del tipo di specialità o di attività che si fa perché “praticamente non ci sono differenze stipendiali tra inizio e fine carriera”. E ancora obiettivi e controlli perché “il merito va assolutamente reintrodotto nel Ssn”. E poi sull’intramoenia che va modificata. A tracciare la rotta per invertire il trend di medici che vanno all’estero a lavorare è il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Rocco Bellantone che in un’intervista rilasciata al Direttore di Quotidiano Sanità, Luciano Fassari, parla anche di liste d’attesa e del piano cui sta lavorando il Governo: “Sono convinto che un anno riusciremo a fornire le indicazioni prescrittive ma le Regioni dovranno farle rispettare”.

Si ripetono ormai con frequenza analisi e cronache che parlano di nostri professionisti sanitari emigrare all’estero allettati da condizioni di lavoro e stipendi migliori, chiede Fassari, ma come siamo arrivati a tutto questo?
“La situazione in cui ci troviamo oggi – osserva il Presidente dell’ISS – è figlia di riforme e controriforme del passato che de facto hanno appiattito la professione. Prima di tutto l’abolizione del triplice ruolo di primario-aiuto-assistente che credo sia stato un errore clamoroso col risultato che praticamente non ci sono differenze stipendiali tra inizio e fine carriera. Ecco perché a mio avviso sarebbe giusto reintrodurre i tre ruoli. Ma non solo. Bisognerebbe riaumentare il numero dei primariati che sono stati incredibilmente falcidiati togliendo quindi possibilità di carriera ai medici”.

Uno dei problemi denunciati da chi va all’estero sono anche gli stipendi bassi italiani però, osserva il Direttore di QS.
“Infatti – risponde Bellantone – le retribuzioni vanno aumentate, ma andrebbero differenziate. È assurdo che tutti prendano praticamente la stessa cifra. Un cardiochirurgo che effettua trapianti non può prendere lo stesso di un medico che svolge attività più di routine ad esempio. E poi servono i controlli. I medici in sostanza non vengono mai valutati. Invece sarebbe fondamentale inserire obiettivi e conseguenti valutazioni sul loro raggiungimento cui dovrebbe essere legata la retribuzione. Si fa in tantissimi mestieri e non capisco perché in sanità non lo si possa fare. E poi andrebbe presa la decisione, molto difficile mi rendo conto, di pagare in maniera differente a seconda del tipo di specialità o di attività che si fa. In tutto questo si dovrebbero poi prevedere degli incentivi economici e di carriera per c, soprattutto hi lavora in zone disagiate che sono le prime a soffrire dello spopolamento di professionisti sanitari”.

Tra gli argomenti affrontati anche lo scarso numero del personale, le politiche dei tagli alle specializzazioni degli anni passati e, soprattutto, il tema caldo delle liste d’attesa che Bellantone associa anche ad alcune distorsioni nella pratica della libera professione intramoenia che lo stesso Presidente ISS aprirebbe soltanto al raggiungimento di tutti gli obiettivi fissati dalla sua struttura.

 

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