Secondo le prime stime SIDeMaST i nuovi casi di melanoma sono circa 15mila ogni anno, rispetto ai circa 7mila stimati (dati Iss). Ma aumentano i casi anche di patologie infiammatorie della cute come la dermatite atopica
La cute è il nostro biglietto da visita, ci difende dagli attacchi esterni ed è anche la “spia” di molte patologie internistiche. Tuttavia, non la proteggiamo a sufficienza con conseguenze spesso irreversibili. Proteggere la nostra pelle vuol dire salvaguardare l’integrità della barriera cutanea riducendo la frequenza delle recidive di patologie infiammatorie croniche della cute molto frequenti, come dermatite atopica e dermatite da contatto, e normalizzare il suo microbioma preservandoci dalle infezioni. Difendere la nostra pelle dal sole e dai raggi UV in generale significa, non solo limitare il fotoinvecchimento, ma soprattutto prevenire i tumori cutanei non melanoma (carcinoma basocellulare e squamocellulare, cheratosi attiniche), ossia i tumori più frequenti dell’essere umano, più del cancro della mammella, del polmone e della prostata. Ecco quindi che, in occasione del 98° Congresso Nazionale, organizzato a Giardini di Naxos (Me) dal 28 al 31 maggio, Presidenti i Prof. Giuseppe Micali (Catania) e Luca Stingeni (Perugia), i dermatologi della SIDeMaST, la Società Italiana di Dermatologia e Malattie Sessualmente Trasmesse, lanciano un messaggio chiaro: “Bisogna sensibilizzare le persone a proteggere e curare la propria pelle”.
Un esempio su tutti sono i dati di incidenza del melanoma – in Italia il terzo tumore più frequente sia negli uomini che nelle donne al di sotto dei 50 anni – rilevati in alcuni Centri dermatologici italiani SIDeMaST: le prime stime indicano infatti un’incidenza doppia – 30 casi ogni 100mila abitanti – rispetto ai dati ufficiali che parlano di 15 casi ogni 100mila abitanti. In cifre, circa 15mila nuovi casi ogni anno, rispetto ai circa 7mila stimati (dati Iss). “Oggi abbiamo la possibilità di trattare meglio tante malattie dermatologiche che prima purtroppo si faticava a curare, il melanoma in primis – ha detto il presidente SIDeMaST Giuseppe Argenziano, Prof. Ordinario di Dermatologia dell’Università della Campania L. Vanvitelli di Napoli –, ma la tutela della propria salute inizia prima e la partita non si vince da soli: bisogna investire sulla propria cute senza mai abbassare la guardia. Oggi sappiamo perfettamente che il 95% dei tumori maligni epiteliali ed il 70-95% dei melanomi sono provocati dalla esposizione solare eccessiva. Tumori che possiamo prevenire adottando un adeguato stile di vita. Questo significa comprendere l’importanza della prevenzione primaria, proteggendo se stessi e i propri figli fin da piccoli dall’esposizione eccessiva e non controllata al sole, un nostro alleato per molti aspetti ma anche un cancerogeno naturale, e alle radiazioni UV in generale, non solo quindi quelle dei raggi solari ma anche quelle artificiali”.
Le misure protettive includono una combinazione che va dal cercare l’ombra, proteggersi con vestiti, occhiali e cappello fino all’utilizzo di creme protettive per gli UVA e UVB con fattore di protezione alto o estremo sulle zone scoperte. E la prevenzione deve proseguire osservando con attenzione ogni cambiamento della pelle, imparando a riconoscere i segnali di allarme relativi all’inizio di un tumore cutaneo e consultandosi periodicamente con il dermatologo quando si nota qualcosa di diverso o che cresce. “Nonostante gli importanti risultati delle nuove terapie introdotte per i tumori della pelle – aggiunge Maria Concetta Fargnoli, Vice presidente SIDeMaST e Professore Ordinario di Dermatologia presso l’Università degli Studi dell’Aquila – la diagnosi precoce resta la nostra arma più importante ed è lì che dobbiamo agire, insegnando alle persone ad osservarsi costantemente con attenzione. Il dermatologo ha oggi a sua disposizione numerose metodiche diagnostiche non invasive che, in aggiunta alla visita clinica, sono di grande utilità nel migliorare l’accuratezza diagnostica, consentendo la diagnosi precoce ed evitando le asportazioni inutili”.
La carta da giocare è appunto sensibilizzare le persone. “Ecco perché – ha aggiunto il presidente Argenziano – la SIDeMaST è disponibile a interagire con il ministero della Salute per intensificare le campagne di prevenzione primaria dei tumori della pelle e cambiare il sentito comune dei cittadini nei riguardi dell’esposizione alla luce solare o ultravioletta artificiale: proteggersi dai raggi ultravioletti è fondamentale. Non lo diciamo mai abbastanza. Un messaggio forte che dobbiamo rivolgere soprattutto alle popolazioni giovani”. Ma in primo piano c’è anche la ricerca, con le innovazioni in ambito infiammatorio e oncologico, aggiunge il Presidente del Congresso Prof. Giuseppe Micali, Professore Ordinario di Dermatologia e Responsabile U.O.C Clinica Dermatologica Università di Catania: “Nel corso del Congresso sarà posto l’accento sulle recenti acquisizioni nella diagnostica – soprattutto non invasiva – e in ambito terapeutico. Inoltre, parleremo anche delle novità relative a due patologie particolarmente impattanti sulla qualità della vita dei pazienti, vale a dire vitiligine e alopecia areata. Sono due aree terapeutiche per le quali non è mai esistito un farmaco specifico perché fino allo scorso anno si parlava solo di dati registrativi. Il 2024 invece sarà un anno di svolta per quel che riguarda la disponibilità di terapie per entrambe le patologie”.
Naturalmente tutte le malattie della pelle sono al centro dei lavori del Congresso, spiega il Presidente del Congresso Luca Stingeni, Professore Ordinario di Dermatologia e Responsabile della U.O.C. di Dermatologia dell’Università di Perugia: “Abbiamo dedicato grande attenzione alle molteplici patologie infiammatorie croniche della cute, a quelle oncologiche, alla dermatologia allergologica, pediatrica, chirurgica e infettivologica, alle malattie sessualmente trasmissibili, alle patologie degli annessi e delle mucose, alla fotodermatologia e alla dermatologia estetica. Per ciascuno di questi settori verrà dedicato ampio risalto alle innovazioni nella diagnosi e nel management terapeutico”.
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