È quanto emerge dagli ultimi dati dello studio di Fase III CLEAR, presentati oggi al Congresso della Società Europea di Aterosclerosi
In occasione del 92° Congresso della Società Europea di Aterosclerosi (EAS) sono stati presentati i risultati provenienti da sottoanalisi prespecificate dello studio di fase III CLEAR (Cholesterol Lowering via Bempedoic Acid, an ATP citrate lyase (ACL)-Inhibiting Regimen) Outcomes. Questi risultati confermano l’efficacia dell’acido bempedoico nella riduzione del rischio cardiovascolare (CV) nei pazienti ad alto rischio di malattia CV. In particolare, sono stati presentati i risultati dei sottogruppi di pazienti con obesità, con sindrome metabolica (MetS) e di sesso femminile.
Pazienti obesi
Tra i pazienti con obesità partecipanti allo studio CLEAR Outcomes, l’acido bempedoico ha ridotto i livelli di colesterolo lipoproteico a bassa densità (C-LDL) del 22,5% e il rischio di eventi cardiovascolari avversi maggiori, definiti come un composito di quattro componenti di morte per cause cardiovascolari, infarto miocardico non fatale, ictus non fatale o rivascolarizzazione coronarica (MACE-4) del 23% rispetto al placebo. Il farmaco è stato ben tollerato, con un profilo di sicurezza simile a quello riportato nell’intera popolazione dello studio. La maggiore efficacia riferita al MACE-4 riscontrata in questo sottogruppo, rispetto all’intera popolazione dello studio, è probabilmente dovuta a un sottostante rischio più elevato di eventi cardiovascolari avversi nei pazienti obesi.
Pazienti con o senza sindrome metabolica (MetS)
Nell’analisi del sottogruppo di pazienti con o senza sindrome metabolica, il trattamento con acido bempedoico ha ridotto il rischio di MACE-4 in misura simile a quella osservata tra i pazienti obesi. Ciò dimostra l’utilità dell’acido bempedoico come opzione per i pazienti che necessitano di una terapia ipolipemizzante, indipendentemente dalla presenza o meno di MetS. Inoltre, i risultati hanno mostrato una piccola ma significativa riduzione del peso corporeo nei pazienti con MetS. L’acido bempedoico non ha portato a un aumento del diabete di nuova insorgenza nei pazienti con o senza MetS. La sicurezza è stata generalmente comparabile tra lo stato di MetS e il gruppo di trattamento; tuttavia, sono stati osservati tassi più elevati di iperuricemia nei pazienti con MetS trattati con acido bempedoico.
Efficacia e sicurezza simili nei due sessi
In generale, i dati sugli esiti cardiovascolari nelle donne sono limitati. Nello studio CLEAR Outcomes, il 48% dei partecipanti era di sesso femminile (6.740 su 13.970 pazienti), con un equilibrio di genere quasi paritario. In questa analisi di sottogruppo pre-specificata, l’acido bempedoico ha dimostrato un’efficacia simile nella riduzione del rischio cardiovascolare, rispetto al placebo, sia nei pazienti di sesso maschile che in quelli di sesso femminile. Inoltre, l’incidenza complessiva degli eventi avversi non differiva in modo significativo tra i pazienti di sesso maschile e quelli di sesso femminile.
I dati di queste analisi di sottogruppo sono coerenti con i risultati dell’analisi principale CLEAR Outcomes, che ha mostrato una riduzione del 13% dei MACE-4. Inoltre, il profilo di sicurezza in tutti i sottogruppi di pazienti era in linea con quello della popolazione complessiva dello studio.
I commenti
“Sia gli uomini che le donne con obesità e/o sindrome metabolica sono a rischio significativo di futuri eventi cardiovascolari. I risultati presentati al Congresso EAS suggeriscono che l’acido bempedoico sia un trattamento efficace per una serie di sottogruppi di pazienti”, osserva Ioanna Gouni-Berthold, Università di Colonia, Centro di Endocrinologia, Diabetologia e Medicina Preventiva. “Come medici, la nostra priorità è ridurre i livelli di colesterolo LDL al fine di diminuire il rischio di eventi cardiovascolari. La terapia combinata con l’acido bempedoico può essere un modo per affrontare questo problema”.
“Il nostro obiettivo in Daiichi Sankyo è contribuire a proteggere le persone dalle malattie cardiovascolari. Per raggiungere tale obiettivo, stiamo lavorando per migliorare la comprensione del rischio CV in una serie di sottogruppi di pazienti, compresi quelli di sesso femminile che in passato sono stati sottorappresentati negli studi clinici. I dati presentati oggi si aggiungono al crescente numero di evidenze che dimostrano che l’acido bempedoico può essere usato efficacemente per affrontare e gestire il rischio cardiovascolare dei pazienti che si presentano tipicamente ai medici”, conclude Stefan Seyfried, Vicepresidente Medical Affairs, Specialty Medicines, di Daiichi Sankyo Europe.