La Conferenza Stato-Regioni ha approvato il “Programma nazionale 2024 di autosufficienza sangue ed emocomponenti”, individuando gli obiettivi e le linee strategiche per l’attività trasfusionale e l’utilizzo appropriato dei farmaci plasmaderivati
Presto molti donatori di sangue avranno raggiunto i limiti di età e senza un ricambio generazionale si rischia di perdere l’autosufficienza raggiunta. Il sangue attualmente donato, infatti, è di quantità pari o superiore a quello necessario a far fronte alle esigenze delle strutture sanitarie italiane. Per il plasma, invece, spiega il direttore del Centro nazionale sangue (Cns), Vincenzo De Angelis, “l’autosufficienza è ancora lontana a causa della forte richiesta di medicinali plasmaderivati. I donatori italiani – continua De Angelis – sono molto generosi ma in molti si stanno avvicinando ai 65 anni, l’età massima in cui è consentito donare. È necessario diffondere la cultura della donazione, che si può fare già a 18 anni, anche tra i più giovani”.
Ed è proprio per mantenere gli attuali livelli di autosufficienza per il sangue donato e per aumentare la quantità di plasma raccolto che la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha approva, in sede di Conferenza Stato-Regioni, il “Programma nazionale 2024 di autosufficienza sangue ed emocomponenti”. La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha così individuato gli obiettivi e le linee strategiche per l’attività trasfusionale e l’utilizzo appropriato dei farmaci plasmaderivati. Le disposizioni e il loro raggiungimento avvengono grazie alla prevista donazione volontaria e gratuita. Secondo i dati contenuti nel Programma, in tre regioni si registra una carenza di sangue: la Sardegna, a causa dei numerosi pazienti con talassemia, il Lazio e la Sicilia. Il problema, che si aggrava in estate, viene risolto grazie al contributo di altre regioni. “L’autosufficienza del sangue in Italia c’è – evidenzia De Angelis – ma va mantenuta con nuovi donatori”.
La situazione è diversa per il plasma, ovvero la parte liquida del sangue che viene utilizzata per la produzione di medicinali plasma-derivati. “Nel 2023 – ricorda il direttore del Cns – la raccolta di plasma ha raggiunto gli 880mila chili: per avere più tranquillità ne servirebbero altri 250-300mila”. La domanda di plasma-derivati, ed in particolare delle immunoglobuline, è infatti aumentata così tanto che l’incremento della raccolta nel 2023 – dopo un 2022 ‘nero’ per lo scarsissimo numero di donazioni – non è bastato a compensarla. Stando alla Programmazione per il 2024 l’obiettivo è di 871.970 chili di plasma raccolti, 14,8 ogni mille abitanti, contro gli 882.145 chili del 2023. Lo scenario ideale, quello in cui verrebbero programmati mediamente 18 chili per mille abitanti di plasma, consentirebbe di raccogliere 1.101.969 kg di plasma. Oltre l’indicazione del fabbisogno sono ripartiti per ogni regione le risorse necessarie, pari a sei milioni di euro per l’anno 2024, destinati ad interventi di miglioramento organizzativo delle strutture dedicate alla raccolta. I fondi vengono assegnati alle Regioni in base a precisi criteri: per il 50% ci si basa sull’indice di popolazione residente, per il 30% sull’indice di conferimento del plasma e per il restante 20% sull’indice di programmazione del conferimento del plasma.
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