Zani (Amici Obesi): “Necessario anche il supporto psicologico. Chi soffre di obesità è ancora oggi vittima di stigma: c’è chi rinuncia alle cure per timore del giudizio altrui”
“L’obesità sarà presto inserita nel Piano Nazionale delle Cronicità e, in tempi altrettanto rapidi, saranno garantite prestazioni a carico del Sistema Sanitario Nazionale, con un apposito riconoscimento nei Lea (Livelli essenziali di assistenza), a tutti i pazienti che ne soffrono, anche se non nella forma più grave della patologia. Ancora, sarà istituito un Osservatorio per lo studio dell’obesità presso il Ministero della salute, con compiti di monitoraggio e diffusione degli stili di vita della popolazione italiana”. È così che Iris Zani, Presidente di Amici Obesi, in un’intervista a Sanità Informazione, sintetizza le novità contenute nella proposta di legge “Disposizioni per la prevenzione e la cura dell’obesità”, presentata dal Presidente dell’Intergruppo parlamentare “Obesità, diabete e malattie croniche non trasmissibili”, l’Onervole Roberto Pella.
“Grazie a questa legge – continua la Presidente di Amici Obesi, componente del gruppo interparlamentare che ne ha presentato il disegno – Regioni e Province autonome dovranno impegnarsi per prevedere, nei rispettivi Piani sanitari territoriali, iniziative volte a garantire pieno accesso alle cure e ai trattamenti nutrizionali, farmaceutici e chirurgici. Fra gli obiettivi fondamentali, infatti, c’è la realizzazione di reti regionali per l’assistenza alla persona con obesità, che prevedono l’integrazione dei centri di riferimento regionali per la cura dell’obesità con la chirurgia bariatrica e la medicina territoriale”. La proposta di legge, approvata lo scorso 28 maggio presso la Commissione Affari sociali della Camera dei Deputati, approderà per la votazione in Aula alla Camera, come da calendario ufficializzato, nel prossimo mese di luglio. L’iter di approvazione dovrebbe, poi, terminare entro la fine del 2024. “L’Italia sarà così il primo Paese ad avere una legge in materia e potrà anche farsene portavoce a livello europeo. Grazie a questa norma potranno essere avviate anche numerose iniziative di prevenzione, campagne di informazione e sensibilizzazione per ridurre lo stigma che questa malattia ancora si porta dietro – dice la Presidente Zani -. La legge, infatti, prevede che tutti gli interventi siano indirizzati verso la prevenzione dell’obesità ed anche delle relative complicanze”.
La proposta di legge detta i princìpi fondamentali in materia di prevenzione e di cura dell’obesità al fine di garantire la tutela della salute e il miglioramento delle condizioni di vita delle persone con obesità. Viene anzitutto stabilito il principio che l’obesità, correlata ad altre patologie di interesse sociale, può essere definita come malattia cronica di interesse sociale. Un riconoscimento che cambierà la vita di non poche persone. Gli adulti con obesità in Italia rappresentano il 12% della popolazione, ovvero circa 6 milioni, a cui si aggiunge circa un altro 40% di persone in sovrappeso, il che significa che nel nostro Paese oltre la metà degli adulti ha un ‘problema di peso’. In Europa, circa un bambino su tre è in sovrappeso o obeso, così come in Italia dove l’incidenza della patologia tra i più piccoli è di circa il 30%. “Questa legge – aggiunge la Presidente Zani – potrà davvero migliorare la qualità della vita di chi soffre di obesità e riscrivere il destino di tutti coloro che sono a rischio di sviluppare la patologia in forma grave. Ad oggi, infatti, se ad un paziente con obesità di terzo grado (lo stadio più avanzato della patologia) viene riconosciuta l’erogazione di alcuni servizi, come ad esempio la chirurgia bariatrica, attraverso il SSN, a coloro che si trovano in una condizione di sovrappeso o ai primi stadi dell’obesità non viene riconosciuta alcuna assistenza. La maggior parte dei pazienti che contatta Amici Obesi, infatti, lo fa proprio per avere informazioni su quali specialisti e centri di cura consultare. Intercettare questa patologia precocemente, avviando un intervento altrettanto tempestivo, potrebbe davvero incidere sul numero dei grandi obesi e contribuire ad una diminuzione di sovrappeso e obesità”, assicura la Presidente di Amici Obesi.
Aumentate, il numero di servizi a disposizione sul territorio e le campagne di sensibilizzazione e comunicazione permetterà di intervenire anche su un altro problema che affligge il quotidiano di chi soffre di questa patologia: lo stigma. “Attualmente manca in modo quasi assoluto il supporto psicologico. Eppure, offrirlo consentirebbe di ottenere un maggiore successo nel trattamento della patologia. Come Associazione abbiamo attivato, in diverse aree del territorio italiano, gruppi di auto-mutuo-aiuto. Spesso, infatti, chi è affetto da obesità nutre un profondo senso di colpa, ritenendosi responsabile della propria condizione. Condizione che, invece, essendo patologica, è assimilabile a qualsiasi altra malattia. Il riconoscimento dell’obesità come malattia cronica di interesse sociale sarà, dunque – conclude la Presidente di Amici Obesi – la vera chiave di volta per un cambiamento non solo in termini di servizi sanitari erogati, ma anche culturale. Eliminando lo stigma tanti pazienti che ancora vivono nell’ombra potranno essere invogliati ad uscire allo scoperto, a curarsi, senza paura”.
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