Malattie del sistema circolatorio e tumori, insieme, provocano più del 55% dei decessi totali. In risalita la mortalità per cause traumatiche, in calo per demenze e patologie respiratorie
Dopo l’eccesso di mortalità nel primo anno della pandemia da Covid-19, i decessi cominciamo a calare. Tuttavia, per ritornare alla ‘normalità’ potrebbe volerci ancora qualche anno. Nel 2021, infatti, sono morte 706.969, quasi 40mila in meno rispetto al 2020, ma circa 110mila in più se si considera la media degli anni pre-pandemici, 2018 e 2019. A rivelarlo il Report dell’Istat su “Le cause di morte in Italia/anno 2022”. La mortalità totale e per Covid-19 si riduce rispetto al 2020 al Nord, soprattutto al Nord-ovest, aumenta invece al Sud e nelle Isole. Nel 2021, dopo l’aumento del 2020, torna ai valori pre-pandemici il numero di decessi che avvengono nelle strutture residenziali, dove diminuiscono fortemente i decessi per Covid-19. Ma se da un lato il Covid fa registrare meno vittime, dall’altro ci sono altre patologie croniche, come il diabete, che causano, di anno in anno, un numero di morti sempre maggiore.
Nel 2021, la principale causa di morte nella popolazione sono state le malattie del sistema circolatorio che hanno causato 217.523 decessi, seguite dai tumori con 174.511 vittime. Insieme causano più del 55% dei decessi totali. Al terzo posto c’è il Covid-19 con 63.915 morti, circa 15mila in meno rispetto all’anno precedente. Ciononostante, secondo l’analisi Istat, l’Italia presenta un tasso di mortalità standardizzata (ovvero calcolato in base all’età media della popolazione) inferiore alla media europea. Ciò vale sia per la mortalità generale, sia per quella per Covid. La prima è pari 89,9 decessi per 10 mila abitanti a fronte di una media europea di 107,3. La seconda è 8,2 per 10 mila rispetto a una media in Europa di 11,5. Il rapporto mostra che la diminuzione dei decessi rispetto al 2020 (-39.357 decessi), è il frutto soprattutto del calo della mortalità negli istituti di cura (-13.556) e ancor più nelle strutture residenziali (-20,664), nelle quali la mortalità è tornata i livelli pre-pandemici. Quest’ultimo dato, spiega Istat, “è probabilmente effetto di una diversa strategia nel secondo anno di pandemia, quando, a differenza del 2020, non si è ripetuta la scelta di utilizzare i posti letto liberi nelle strutture residenziali per ricoverare i pazienti Covid-19”. Secondo i dati, gli ultra-ottantenni sono la fascia di età in cui si è registrato un maggiore calo della mortalità per Covid rispetto al primo anno di pandemia: nel 2020, si sono contati 113 decessi per 10mila che nel 2021 sono scesi a 82. Per l’Istat “la forte riduzione di mortalità per Covid-19 a queste età è probabilmente attribuibile al successo della campagna vaccinale che ha avuto, nel 2021, la popolazione più anziana e fragile come principale target”.
Secondo il Rapporto è in risalita la mortalità per cause traumatiche che nel 2020 era diminuita del 10% grazie soprattutto alla riduzione degli incidenti stradali durante i periodi di lockdown e che nel 2021 ha superato i livelli pre-pandemia (3,4 decessi per 10mila rispetto a 3,3 nel periodo 2018-19). Tra le cause accidentali, in aumento la mortalità per cadute negli anziani che raggiunge 0,61 decessi ogni 10 mila rispetto allo 0,52 del 2019. In salita anche i suicidi, che crescono soprattutto negli under-50, fascia di età nella quale con 0,4 morti ogni 10 mila abitanti si è raggiunto il massimo dal 2015. In calo la mortalità per Alzheimer e le altre demenze, che nel 2021 ha raggiunto il valore più basso dal 2016. Giù anche i decessi per malattie del sistema respiratorio, a causa soprattutto della diminuzione della mortalità per polmoniti legate a mancate diagnosi di Covid-19.
Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato