Mangiare sano fa bene alla salute e all’ambiente. La dieta mediterranea è garanzia a 360 gradi per nutrizione umana e per il Pianeta, specie se scegliamo i cibi di stagione. È quanto ricordato dagli esperti dell’Università Cattolica di Piacenza nel congresso della Società Italiana di nutrizione Umana
Mangiare sano fa bene alla salute e all’ambiente. La dieta mediterranea è dunque garanzia a 360 gradi per nutrizione umana e per il Pianeta, specie se scegliamo i cibi di stagione. È quanto ricordato dagli esperti dell’Università Cattolica di Piacenza, nel corso del congresso della Società Italiana di nutrizione Umana, un’occasione per presentare diversi progetti di ricerca ai nastri di partenza in ateneo. Tra questi è in corso di avviamento il progetto “4-SEASOMed” (Discovering the role of Seasonal Dietary Choice on Mediterranean Diet Adherence and the effect on gut microbiota), uno studio proprio sulla stagionalità della dieta, destinato a durare due anni e a coinvolgere circa 500 italiani che verranno monitorati ogni tre mesi e interrogati sulla loro alimentazione.
4SeasoMed è coordinato da Margherita Dall’Asta della Facoltà di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali del campus di Piacenza e svolto in collaborazione con Università di Parma, Università di Catania e IRCCS Neuromed di Pozzilli. La dieta mediterranea è soggetta alla stagionalità, con il consumo di alimenti che variano di stagione in stagione, garantendo potenziali vantaggi sia in termini di sostenibilità ambientale, sia in termini di qualità della dieta. Tradizionalmente frutta e verdura disponibili dovrebbero variare in ogni stagione; quindi anche il tipo di nutrienti assunti dal consumatore che segue una dieta stagionale basata su prodotti freschi. 4-SEASOMed vuole studiare proprio questi cambiamenti.
Il progetto sarà condotto in tre regioni italiane (Emilia-Romagna, Molise e Sicilia). I ricercatori arruoleranno valuteranno il consumo di frutta e verdura “di stagione” nel corso di incontri trimestrali; nonché la fedeltà (aderenza) alla dieta mediterranea, altre abitudini alimentari e stile di vita. Inoltre, i partecipanti saranno sottoposti ad analisi per verificare come cambia l’assetto nutrizionale con le stagioni. “Alla fine del progetto avremo un quadro più chiaro se e di quanto la stagionalità di certi alimenti possa influenzare sulla nostra dieta e potremo anche capire quanto la dieta è sostenibile, partendo dal presupposto gli alimenti di stagione impattano meno sull’ambiente”, concludono Dall’Asta.
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