Pubbllicato dall’Oms il Report sulle armi contro le infezioni BPPL (Bacterial Priority Pathogens List), cioè i batteri considerati più pericolosi. Il documento traccia un futuro complesso per la lotta alle infezioni antibiotico resistenti
Sono 32 gli antibiotici in fase di sviluppo in tutto il mondo ma solo 12 possono essere considerati innovativi. E appena quattro sono attivi contro almeno un patogeno “critico”, cioè quelli indicati nella lista nera dell’Organizzazione mondiale della Sanità. Il quadro che arriva dall’Oms, in un Report sulle armi contro le infezioni BPPL (Bacterial Priority Pathogens List), cioè i batteri considerati più pericolosi, traccia un futuro complesso per la lotta alle infezioni antibiotico resistenti. L’elenco Oms dei patogeni prioritari batterici del 2024 (OMS BPPL) è uno strumento importante nella lotta globale contro la resistenza antimicrobica. Basandosi sull’edizione del 2017, la BPPL dell’OMS del 2024 aggiorna e perfeziona la definizione delle priorità dei batteri patogeni resistenti agli antibiotici per affrontare le sfide in evoluzione della resistenza agli antibiotici. L’elenco classifica questi agenti patogeni in gruppi a priorità critica, alta e media per informare la ricerca e sviluppo (R&S) e gli interventi di sanità pubblica.
“Il BPPL dell’OMS del 2024 copre 24 agenti patogeni, ovvero 15 famiglie di agenti patogeni batterici resistenti agli antibiotici. Tra questi – scrivono gli autori del Report nell’introduzione – ricordiamo i batteri Gram-negativi resistenti agli antibiotici di ultima istanza, il Mycobacterium tuberculosis resistente ai farmaci e altri agenti patogeni altamente resistenti come Salmonella, Shigella, Neisseria gonorrhoeae, Pseudomonas aeruginosa e Staphylococcus aureus. L’inclusione di questi agenti patogeni nell’elenco sottolinea il loro impatto globale in termini di onere, nonché di questioni relative alla trasmissibilità, alla curabilità e alle opzioni di prevenzione. Riflette anche la pipeline di ricerca e sviluppo di nuovi trattamenti e le tendenze emergenti di resistenza”.
Le infezioni resistenti ai farmaci antimicrobici provocano ogni anno oltre 35mila decessi nelle Nazioni europee e purtroppo circa un terzo di questi decessi avviene in Italia. Problematica è anche la disponibilità dei prodotti per bambini, nelle formulazioni orali più convenienti per i pazienti ambulatoriali e negli agenti per affrontare la crescente resistenza ai farmaci. La resistenza antimicrobica si verifica quando batteri, virus, funghi e parassiti non rispondono più ai farmaci, rendendo le persone più vulnerabili e aumentando il rischio di diffusione di infezioni difficili da trattare, malattie e decessi. “La resistenza antimicrobica sta solo peggiorando, ma non stiamo sviluppando nuovi prodotti all’avanguardia abbastanza velocemente per combattere i batteri più pericolosi e mortali – spiega Yukiko Nakatani, vicedirettore generale dell’Oms per la resistenza antimicrobica – . L’innovazione è gravemente carente ma, anche quando i nuovi prodotti sono autorizzati, l’accesso è una sfida seria. Gli agenti antibatterici semplicemente non raggiungono i pazienti che ne hanno disperatamente bisogno, nei paesi di tutti i livelli di reddito”.
Non solo ci sono troppo pochi antibatterici in cantiere, considerato il tempo necessario per la ricerca e lo sviluppo e la probabilità di fallimento, ma non c’è nemmeno abbastanza innovazione. “È incoraggiante, però, che agenti biologici non tradizionali, come batteriofagi, anticorpi, agenti anti-virulenza, agenti immunomodulanti e agenti modulanti vengano sempre più esplorati come complementi e alternative agli antibiotici. Tuttavia, studiare e regolamentare gli agenti non tradizionali non è semplice. Sono necessari ulteriori sforzi per facilitare gli studi clinici e le valutazioni di questi prodotti, per aiutare a determinare quando e come utilizzare questi agenti clinicamente”, osserva ancora l’Oms. Per quello che riguarda le novità viene citata l’autorizzazione di tre agenti non tradizionali, tutti prodotti a base fecale per ripristinare il microbiota intestinale, per prevenire le recidive di infezioni da Clostridioides difficile (CDI) dopo il trattamento antibiotico negli adulti.
“Il BPPL dell’Oms funge da guida per dare priorità alla ricerca e allo sviluppo e agli investimenti nella resistenza antimicrobica, sottolineando la necessità di strategie su misura a livello regionale per combattere efficacemente la resistenza. Si rivolge a sviluppatori di farmaci antibatterici, istituti di ricerca pubblici e accademici, finanziatori della ricerca e partenariati pubblico-privati che investono nella ricerca e sviluppo sulla resistenza antimicrobica, nonché – concludono gli autori nella prefazione del Report – ai responsabili politici responsabili dello sviluppo e dell’attuazione di politiche e programmi sulla resistenza antimicrobica”.
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