Per festeggiare la ricorrenza, oggi il Telefono verde amplierà il suo orario dalle 9 alle 19. In questi quasi quattro decenni di attività, più di tre chiamate su quattro (76,2%) sono arrivate da uomini, intorno ai 30 anni di età, eterosessuali in oltre la metà dei casi
Oltre 840mila telefonate in 37 anni. È questo il bilancio del Telefono verde Aids infezioni sessualmente trasmesse (800 861 061) dell’Istituto superiore di sanità, diffuso oggi in occasione del suo anniversario di fondazione. Per festeggiare la ricorrenza, oggi il Telefono verde amplierà il suo orario dalle 9 alle 19. In questi quasi quattro decenni di attività, più di tre chiamate su quattro (76,2%) sono arrivate da uomini, intorno ai 30 anni di età, eterosessuali in oltre la metà dei casi. Più di 2,3 milioni (2.351.911) i quesiti ai quali il servizio ha risposto, relativi soprattutto alle modalità di trasmissione dell’Hiv e delle altre infezioni a trasmissione sessuale (28,3%).
Quello che si evince da oltre una chiamata su 10 (12,2%) è “una forte disinformazione in merito alle modalità di trasmissione dell’Hiv e delle altre infezioni sessualmente trasmesse, alla distorta attribuzione all’Hiv di sintomi e malesseri, alla mancata esecuzione dei test diagnostici”, riferisce l’Iss. Il timore più grande espresso dagli utenti? “Stigma sociale e discriminazione“, sottolinea l’istituto. “Molte persone – rileva – sembrano essere più preoccupate delle conseguenze che un’eventuale infezione da Hiv potrebbe comportare nella loro vita sociale e relazionale, rispetto anche agli stessi pericoli per la salute rappresentati dal virus. Perfino il semplice atto di recarsi in un ambulatorio o in un ospedale per eseguire un test diagnostico – laddove vi sia stato un fattore di rischio – è da molti vissuto come un’azione che espone ad un’indesiderata visibilità e al pericolo di essere associato, nella percezione sociale, a determinati gruppi di persone o a specifici comportamenti. Al contempo, la paura e lo stigma associati all’Hiv rendono più complicato per chi se ne occupa veicolare un messaggio di prevenzione ugualmente efficace anche su tutte le altre infezioni a trasmissione sessuale, che sono spesso percepite come un problema minore o di entità trascurabile, con tutti i rischi connessi in termini anche di salute pubblica”.
Nei 37 anni di attività del Telefono verde una chiamata su quattro è arrivata da giovani under 25, con “un’importante ricaduta in termini di sanità pubblica – rimarca l’Iss – per l’opportunità di attuare un intervento di prevenzione personalizzato, rispondendo ai bisogni informativi di giovani e giovanissimi”. Ma nel tempo la quota di giovani è diminuita, mentre “crescono gli over 49”. Dal 2011 in poi “i cinquantenni hanno registrato un costante aumento, rappresentando nel 2024 quasi il 15% del totale delle telefonate arrivate al servizio”.
Oltre al Telefono verde Aids e infezioni sessualmente trasmesse, tra i servizi offerti dal Dipartimento di Malattie infettive dell’istituto ci sono un indirizzo email dedicato alle persone non udenti (tvalis@iss.it) e il sito Uniti contro l’Aids (www.uniticontrolaids.it) con il relativo canale YouTube (uniticontrolaids). L’Iss è, inoltre, responsabile della mappatura e gestione della banca dati nazionale dei centri diagnostico-clinici, dei centri per le infezioni sessualmente trasmesse e dei Check point community based. In totale oltre 600 strutture, i cui dati sono costantemente aggiornati e resi accessibili dal sito uniticontrolaids.it.
Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato