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infanzia 28 Giugno 2024

Bambini in vacanza: al mare o in montagna? I consigli dei pediatri della Sip

Le dottoresse Elena Scarpato, Elena Bozzola, Antonella Di Stefano, membri del Consiglio Direttivo Società Italiana di Pediatria (Sip) rispondono alle domande che assillano, più di frequente, le mamme e i papà durante le vacanze estive

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C’è chi è già in vacanza, chi in procinto di partire, chi dovrà aspettare ancora un po’ per godersi le ferie. In ogni caso, se a mettersi in viaggio è una famiglia con bambini al seguito, allora sarà meglio leggere con attenzione i consigli messi a punto dalle dottoresse Elena Scarpato, Elena Bozzola, Antonella Di Stefano, membri del Consiglio Direttivo Società Italiana di Pediatria (Sip). Si tratta delle risposte alle domande che assillano, più di frequente, le mamme e i papà durante le vacanze estive (fonte sip.it).

Via libera alla spiaggia per tutti?

Quesito numero uno : “Da che età si possono portare i bambini in spiaggia?”. Per gli esperti anche “i bimbi molto piccoli possono andare al mare, l’importante – spiegano i pediatri – è fare attenzione agli orari: fino alle 9.30-10 di mattina e dopo le 16.30 il pomeriggio, tenendo comunque sempre conto delle temperature esterne”. Se invece si tratta di un neonato che non ha ancora compiuto 6 mesi di vita, allora sarà meglio evitare completamente l’esposizione al sole. Il che non significa ‘parcheggiarlo’ sotto all’ombrellone: “La sua ombra – dicono i pediatri della Sip – dà un falso senso di sicurezza. In realtà, infatti, non è in grado di filtrare i raggi ultravioletti, anche considerato che la sabbia riflette i raggi solari e può facilitare l’insorgenza di scottature”. Attenzione: “Nei neonati – aggiungono gli specialisti – le scottature e le ustioni incrementano il rischio di sviluppare tumori maligni in età adulta”.

Il bagno al mare

Da che età si può fare il bagno al mare? La parola d’ordine deve essere “divertimento” e, già tenendo conto di questo principio, i pediatri consigliano “di aspettare che il bambino abbia almeno sei mesi, che abbia cioè raggiunto un’età in cui può apprezzarlo”. Da tenere in considerazione anche le inclinazioni soggettive del bambino: “Ci sono piccoli attratti dall’acqua che addirittura la raggiungono prima dell’anno di vita, gattonando, mentre altri, magari più grandicelli, ne hanno un vero terrore. I primi possono essere assecondati, i secondi non devono assolutamente essere forzati a entrare”, sottolineano i pediatri della Sip. Occhio alla termoregolazione che nei bambini è diversa rispetto a quella degli adulti: “È importante fare attenzione alla temperatura dell’acqua. Inoltre, dopo il bagno, occorre sciacquare il bambino con acqua dolce e asciugarlo per bene perché sia l’acqua salata sia la pelle umida a contatto con la sabbia possono facilitare irritazioni a livello cutaneo”, consigliano ancora gli specialisti.

Il bagno dopo i pasti

Si può fare il bagno dopo mangiato? “Non esiste una regola scientifica che indichi quante ore aspettare dopo il pasto, anche perché la digestione avviene in modo diverso a seconda degli alimenti – spiegano le dottoresse Scarpato, Bozzola e Di Stefano -. Se il bambino ha consumato un pasto abbondantissimo costituito da fritture, cibi molto grassi, salse e intingoli, ovvero piatti che richiedono una lunga e laboriosa digestione può avere un senso aspettare le famose tre ore. Se invece il bambino ha mangiato, come dovrebbe essere, un piatto di pasta condita con olio e pomodoro e magari un po’ di pesce o una fettina di carne può senz’altro entrare in acqua anche subito dopo pranzo”.

Tuffi si o no?

“Dopo mangiato è importante immergersi in acqua gradualmente, bagnandosi prima le caviglie, i polsi, quindi lo stomaco e poi le tempie. Si deve cioè evitare lo sbalzo termico a cui lo esporrebbe tuffarsi o immergersi di colpo, che potrebbe causare la perdita di conoscenza. Sempre per questa ragione, il bambino non dovrebbe fare il bagno quando è accaldato e sudato: prima di entrare in acqua, sia pure gradualmente, dovrebbe rinfrescarsi all’ombra”, aggiungono gli specialisti della Sip. Prestare attenzione anche alla durata del bagno: “I brividi di freddo, il raggrinzimento della pelle delle dita e la colorazione bluastra delle labbra sono i tre segnali a cui prestare attenzione per capire quando è il momento di uscire dall’acqua”, assicurano gli esperti.

Le regole al sole

Non si può andare al mare senza aver messo nella propria borsa una crema solare. Ma come si fa a scegliere quella giusta? “Al di sotto dei 6 mesi di vita le creme non sono consigliate in quanto la cute è molto sottile e delicata, dunque più permeabile alle eventuali sostanze chimiche presenti nelle protezioni. Successivamente – aggiungono le dottoresse Scarpato, Bozzola e Di Stefano – l’uso delle creme solari è obbligatorio. Nei bambini tra i 6 mesi e i 3 anni vanno preferite quelle con fattore di protezione di almeno 50+ e filtri fisici che non penetrano all’interno della pelle e non si associano, quindi, all’assimilazione di sostanze che potrebbero avere effetti collaterali a lungo termine. Dopo i tre anni si possono eventualmente usare quelle con fattore di protezione 30+. Bisogna, però, sempre considerare il fototipo del bambino: più è chiaro e più è bene usare una protezione alta. Va poi ricordato che la crema va applicata già 20 minuti prima dell’esposizione al sole e riapplicata ogni due ore. Anche nel caso in cui si tratti di protezioni ‘water resistant’ è bene rispalmare la crema dopo aver fatto il bagno perché quando si friziona il bambino con l’asciugamano, si porta via gran parte della crema protettiva”. Altra regola da rispettare sotto il sole è  “indossare un cappellino, a patto però che sia molto leggero, meglio se di paglia bucherellato. Diversamente può trattenere il calore con il rischio che si surriscaldi la testa”. Ancora, una maglietta di cotone può essere utile perché diminuisce il rischio di scottature, però non basta: “Sulla pelle – ricordano i pediatri – va comunque applicata la crema solare protettiva. A meno che non si scelga una maglietta realizzata in tessuto specifico efficace quale schermo solare”

Cosa sono e come evitare le malattie da calore?

Tra le cose più temute dalle mamme e i papà ci sono senza dubbio le malattie da calore, come  crampi, esaurimento da calore o colpo da calore. Per evitarle è importante seguire alcuni accorgimenti:

  • educare i bambini a bere sempre molto prima e durante l’attività fisica praticata nella stagione estiva e quando sono esposti al sole per molto tempo, anche se non hanno sete;
  • far indossare abiti larghi, di colore chiaro e cappelli leggeri nelle giornate molto calde;
  • utilizzare creme solari protettive e bagnare frequentemente la testa e la nuca con acqua fresca se esposti al caldo per molto tempo;
  • nei giorni caldi o umidi, limitare l’attività fisica all’aperto durante le ore più calde;
  • educare i bambini ad andare in luoghi freschi riparati dal sole, e riposarsi e idratarsi immediatamente ogni volta che si sentono surriscaldati.

Alcuni incidenti frequenti

Un altro ‘imprevisto’ può essere l’ingestione accidentale di acqua di mare o sabbia. “L’acqua di mare è tossica per l’organismo per via del suo alto contenuto di sale. In più, se il mare è inquinato può contenere agenti infettivi che possono causare vari problemi, primo tra tutti una forma di gastroenterite, i cui sintomi tipici sono nausea, vomito, diarrea, in presenza dei quali bisogna prontamente rivolgersi a un pediatra. È ovvio, però, che una piccola quantità d’acqua salata ingerita non può creare particolari danni – assicurano gli specialisti -. È consigliabile, comunque, quando succede, porgere al bambino dell’acqua dolce, utile per eliminare la quantità di sale contenuta nell’acqua marina assunta”. Il discorso non cambia se l’ingestione accidentale riguarda la sabbia : “I rischi nell’ingerirla possono essere legati alla presenza di corpi estranei o al fatto di poter contenere germi e batteri che possono causare infezioni gastrointestinali. Di solito, però, piccole quantità di sabbia non si associano a grandi problematiche”, aggiungo i membri della Sip.

Quali indicazioni seguire per l’alimentazione?

Per assicurare un’alimentazione adeguata alla stagione estiva la prima regola è “bere tanta acqua ed evitare le bevande gassate, anche per evitare l’insorgenza di disidratazione e ‘colpi di calore’, soprattutto nei bambini più piccoli che sono maggiormente a rischio quando ci si trova in zone calde, ancor di più se con clima umido”, dicono gli esperti. Poi, ogni giorno frutta di stagione, a pranzo, soprattutto se in spiaggia, preferire piatti unici e leggeri.
Sì al gelato ma non tutti i giorni: “Quelli alle creme non andrebbero consumati più di 2-3 volte a settimana, il consiglio è di alternarli con ghiaccioli e sorbetti alla frutta”, aggiungono i pediatri.

In montagna

Ma le vacanze non tutti le trascorrono al mare. C’è chi ama la montagna e, in questo caso, il dubbio più frequente che assilla i genitori è: Che altitudini si possono raggiungere? “Con i lattanti è meglio non superare i 1.500 metri restando entro i 2mila metri fino al compimento di 1 anno d’età. Con i ragazzi poi si può anche arrivare a 3mila metri – rispondono gli specialisti – . È bene ricordare che a un’altitudine moderata (tra i 1.600 e i 2mila metri) ci sono delle condizioni climatiche e ambientali che aiutano a respirare meglio chi soffre di asma. Dopo i 1.600 metri poi i pollini calano sia come durata che come quantità e dunque chi è allergico ne giova”.

Mezzi di trasporto, cosa c’è da sapere

Aria condizionata si o no? “Assolutamente sì, l’importante è tenere una temperatura costante sui 24-25 gradi e usare il deumidificatore, sia in casa che in auto”. E se si viaggia in aereo come evitare il mal d’orecchio? “Per i lattanti e i bambini più piccoli è possibile minimizzare questi effetti dando loro del cibo o dell’acqua con un biberon o un ciuccio. Ai bambini più grandi si può dare una caramella o un lecca lecca. Se poi, nel bambino in età scolare, il dolore è persistente si può praticare la manovra di Valsava: inspirazione profonda seguita da un’espirazione della durata di 10 secondi circa”. Attenzione ai rimedi per il mal d’auto: “Tablet o telefonini peggiorano i sintomi, perché guardare gli schermi all’interno dell’auto può aumentare il malessere per una stimolazione maggiore dell’apparato vestibolare. Bisognerebbe invece coinvolgere il bambino in giochini che gli facciano volgere lo sguardo al di fuori della macchina”, assicurano i pediatri.

Le zanzare

Anche l’estate ai suoi lati negati e, per molti, tra i peggiori c’è la presenza di zanzare, decisamente aumentata negli ultimi anni anche nel nostro Paese a causa del cambiamento climatico e dell’innalzamento delle temperature medie stagionale. “Per evitare che i neonati vengano punti si possono usare le zanzariere da posizionare sopra la carrozzina – dicono gli esperti -. Per i bimbi più grandi, invece, vanno bene i rimedi naturali a base ad esempio di citronella. È importante, però, fare prevenzione e quindi ad esempio togliere l’acqua che ristagna nei sottovasi. In caso di puntura, poi, applicare qualcosa di fresco, come il ghiaccio, e non il limone, come comunemente si pensa, che potrebbe dare infiammazioni cutanee”.

I vaccini d’estate

Travolti dal divertimento e dalla spensieratezza, attenzione a non dimenticare di rispettare le indicazioni a tutela della salute individuale e collettiva come i vaccini: “È importante fare i vaccini seguendo il calendario stabilito e non rimandare a settembre. Dopo aver fatto il vaccino il bambino non deve stare chiuso in casa e non è detto che gli venga automaticamente la febbre. È importante e consigliato vaccinare senza preoccuparsi – concludono le dottoresse Scarpato, Bozzola e Stefano – che le vacanze possano essere rovinate”.

 

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