La nuova direttrice dell’Ecdc, Pamela Rendi-Wagner: “Mentre monitoriamo da vicino la situazione attuale dell’influenza aviaria, sia nell’Ue che nel mondo, c’è motivo di aumentare la consapevolezza, ma non di aumentare la preoccupazione”
“Rafforzare la sorveglianza contro l’influenza aviaria”: è questo il monito dell’Ecdc, il Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie, che raccomanda “una maggiore vigilanza”. “I virus dell’influenza aviaria continuano a circolare, anche se a livelli bassi, tra le popolazioni di uccelli selvatici nell’Unione europea e nello Spazio economico europeo (Ue/See)”, spiega l’agenzia, mentre è in corso negli Usa un’epidemia di virus H5N1 ad alta patogenicità – Hpai A(H5N1) – nei bovini da latte, con la conferma di quattro casi umani in operatori del settore. E “sebbene attualmente nell’Ue/See non sia stata registrata alcuna infezione da virus dell’influenza aviaria A(H5N1) negli esseri umani”, l’Ecdc sottolinea “l’importanza di continuare a sensibilizzare gli operatori sanitari, a livello sia di assistenza primaria che secondaria, riguardo alla possibilità di incontrare casi umani di infezione”.
“Mentre monitoriamo da vicino la situazione attuale dell’influenza aviaria, sia nell’Ue che nel mondo, c’è motivo di aumentare la consapevolezza, ma non di aumentare la preoccupazione”, precisa la nuova direttrice dell’Ecdc, Pamela Rendi-Wagner. L’organismo “resta impegnato a sostenere le azioni intraprese dalle autorità nazionali negli Stati membri dell’Ue- aggiunge -. Questa minaccia per la salute umana – ammonisce – non dovrebbe essere sottovalutata ed è importante rimanere vigili e proattivi nella nostra collaborazione congiunta”.
Negli Stati Uniti i quatrro casi umani di virus Hpai A(H5N1) sono stati registrati “tra i lavoratori agricoli esposti ai bovini” infetti “dall’aprile 2024”, ricorda l’Ecdc. “Mentre la trasmissione da animali infetti a esseri umani rimane” dunque “un evento raro, i virus dell’influenza aviaria possono diffondersi agli animali selvatici, da fattoria e domestici, causando infezioni ed epidemie nel pollame e occasionalmente nei mammiferi”, puntualizza l’agenzia. “È importante notare che attualmente il rischio di influenza aviaria zoonotica, cioè di infezioni umane, per l’Ue/See rimane basso per la popolazione generale e da basso a moderato per le persone esposte professionalmente o in altro modo”, ribadisce l’Ecdc che in una nota elenca gli interventi messi in atto finora. Tra gli altri, il centro ha “rafforzato il sostegno ai Paesi Ue nelle attività di laboratorio sull’influenza aviaria zoonotica, compreso il supporto alla preparazione dei laboratori per individuare e caratterizzare i virus dell’influenza zoonotica”. L’Ecdc offre inoltre “test centralizzati nell’Ue e ulteriore caratterizzazione per campioni umani noti o sospettati di contenere un virus dell’influenza aviaria”.
Oltre che con i partner nazionali in Ue/See, l’Ecdc continua a monitorare da vicino l’influenza aviaria nell’area e a livello globale insieme all’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) e in stretta collaborazione con altre agenzie Ue competenti come l’Agenzia europea del farmaco Ema e l’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (Eu Osha), nonché con organismi internazionali come l’Organizzazione mondiale della sanità e i principali centri per il controllo e la prevenzione delle malattie.
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