In Sardegna sono 74 ogni 100mila bambini per anno i nuovi casi di diabete, un valore 4-5 volte superiore a quello delle altre regioni italiane. Segue a distanza la Finlandia con 52 nuovi casi ogni 100mila per anno
Si trova in Italia il luogo con la più alta incidenza in età pediatrica di diabete di tipo 1 al mondo: è la Sardegna. Sono 74 ogni 100mila bambini per anno i nuovi casi di diabete nell’isola, un valore 4-5 volte superiore a quello delle altre regioni italiane. Segue a distanza la Finlandia con 52 nuovi casi ogni 100mila per anno. La zona più interessata è quella del Medio Campidano, seguita dal Sulcis Iglesiente. “In quattro anni in Sardegna sono stati diagnosticati 512 nuovi casi di diabete tipo 1 nei bambini di età inferiore a 15 anni. L’età media di esordio è stata di 8,9 anni con un maggior interessamento dei soggetti di sesso maschile. Purtroppo, il 26% di questi bambini ha avuto un esordio con chetoacidosi, una pericolosa complicanza del diabete, che ha conseguenze importanti a lungo termine”, spiega il direttore della Struttura Semplice Dipartimentale di Diabetologie Pediatrica del Microcitemico, Carlo Ripoli.
Lo studio è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista Diabetes Research and Clinical Practice con i nuovi dati sull’incidenza del diabete mellito di tipo 1 in Sardegna relativi al periodo 2019-2022. Il lavoro è stato coordinato dallo stesso dottor Ripoli e dalla dottoressa Maria Rossella Ricciardi, con la collaborazione di tutte le strutture di diabetologia pediatrica regionali e della Federazione Italiana Medici Pediatri Sardegna (FIMP). “Questi dati sono molto importanti per l’esecuzione dello screening del diabete tipo 1 – aggiunge Ripoli – già iniziato come studio pilota in Sardegna e in altre tre regioni italiane su un numero ridotto di bambini, ma che dal 2025 sarà esteso a tutta la popolazione pediatrica italiana, come previsto dalla legge 130/2023”. Il direttore generale della Asl di Cagliari, Marcello Tidore conferma che “l’Azienda punta, data l’alta incidenza, sia di poter curare i nostri pazienti sia di fare ricerca per trovare soluzioni che possano rendere la loro vita qualitativamente superiore”.
Soffrono di diabete di tipo 1 circa il 10% di tutti i pazienti affetti dalla patologie nelle sue diverse forme. In Italia le persone con diabete di tipo 1 sono circa 300mila e l’incidenza di questa patologia è in aumento in tutto il mondo (dati Ministero della Salute).Quello di tipo 1 è detto anche diabete giovanile o insulino-dipendente, per distinguerlo dal tipo 2 (detto anche dell’adulto), in quanto insorge, di solito, in giovane età e l’unico trattamento possibile è quello con insulina. Si sviluppa in genere durante gli anni dell’adolescenza, ma può comparire anche in bambini neonati o in giovani adulti e dura tutta la vita.
“Il diabete mellito di tipo 1 è una patologia cronica, autoimmune, dipendente da un’alterazione del sistema immunitario, che comporta la distruzione di cellule dell’organismo riconosciute come estranee e verso le quali vengono prodotti degli anticorpi (autoanticorpi) che le attaccano – spiegano gli esperti sul sito del Ministero della Salute sulla pagina dedicata alla patologia -. Nel caso del diabete tipo 1, vengono distrutte le cellule del pancreas che producono insulina (cellule beta). L’insulina è l’ormone che regola i livelli di glucosio (zucchero) nel sangue e, come una chiave che apre una porta, ne permette l’ingresso nelle cellule per essere utilizzato come fonte di energia. Il principale segno della malattia è, perciò, l’eccesso di glucosio nel sangue (iperglicemia)”. Il diabete di tipo 1 può essere difficilmente prevenuto, in quanto sono ancora poco chiari i fattori di rischio, che interagiscono con la predisposizione genetica scatenando la reazione autoimmunitaria.
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