Salute 16 Luglio 2024 13:31

Acqua del rubinetto sicura, parametri rispettati al 99%. Le Fake News smentite dall’ISS

Anche se, secondo l’Istat, 1 italiano su 3 non si fida, l’acqua potabile che arriva nelle nostre case è sicurissima. Queste sono le conclusioni del primo rapporto del neonato Centro Nazionale per la Sicurezza delle Acque (CeNSiA) dell’Istituto Superiore di Sanità

Acqua del rubinetto sicura, parametri rispettati al 99%. Le Fake News smentite dall’ISS

Anche se, secondo l’Istat, 1 italiano su 3 non si fida, l’acqua potabile che arriva nelle nostre case è sicurissima. Nel 99,1% dei casi rispetta i parametri sanitari microbiologici e chimici e nel 98,4% è conforme agli indicatori di qualità che non sono direttamente correlati alla salute, ma che potrebbero per esempio influire su sapore, odore o colore. È il dato saliente del primo rapporto del neonato Centro Nazionale per la Sicurezza delle Acque (CeNSiA) dell’Istituto Superiore di Sanità. “Dai dati che abbiamo raccolto emerge che l’acqua potabile è sicura e controllata capillarmente nel tempo in tutto il Paese, conforme quasi nel 100% dei casi ai parametri di legge e con una gestione sicura delle non conformità”, afferma il presidente dell’Iss Rocco Bellantone.

La qualità dell’acqua è elevata in tutto il Paese

Il rapporto ha esaminato i risultati di oltre 2,5 milioni di analisi chimiche, chimico-fisiche e microbiologiche condotte in 18 Regioni e Province Autonome tra il 2020 e il 2022. Secondo l’analisi, la qualità dell’acqua è elevata in tutto il Paese: tutte le Regioni hanno mostrato percentuali di conformità superiori al 95% e, in ogni caso, sempre sicure dal punto di vista della prevenzione sanitaria. I punteggi migliori si registrano in l’Emilia-Romagna, Piemonte e Veneto. Per quel che riguarda i campioni che non rispettano gli standard, si tratta di tracce “episodiche e circostanziate” a livello locale di contaminazioni microbiologiche (per esempio, la presenza di batteri come l’Escherichia coli), ambientali (come infiltrazioni) o, il alcune aree limitate, la presenza oltre il limite di sostanze come il fluoro e arsenico. In tutti i casi, però, sottolinea il rapporto il sistema ha gestito il problema garantendo la salute dei cittadini.

Verso la costruzione di un’anagrafe dell’acqua

La pubblicazione del rapporto è il primo passo verso la costruzione di un’anagrafe dell’acqua, con l’obiettivo di mettere a disposizione dei cittadini tutti i dati sulle caratteristiche dell’acqua potabile nella propria zona. In tal modo i cittadini “potranno conoscere l’origine e la qualità della propria acqua di rubinetto, a partire dalle risorse idriche prelevate dagli ambienti naturali fino al loro rubinetto ed evidenziando tutte le misure di protezione e controllo applicate”, spiega il direttore del CeNSiA Luca Lucentini che si è detto fiducioso che l’applicazione della nuova normativa produrrà a breve un ulteriore miglioramento della qualità delle acque.

L’Italia rappresenta un modello di riferimento nel settore delle acque destinate al consumo

“Nel settore delle acque destinate al consumo umano l’Italia rappresenta un modello di prevenzione e risposta, presentato come riferimento anche nella Conferenza mondiale sull’acqua di New York 2023″, ha ricordato il direttore generale dell’Iss Andrea Piccioli. “L’acqua potabile nelle case degli italiani, destinata al consumo umano, è sostenibile e sicura”, conferma il ministro della Salute Orazio Schillaci. “Con gli uffici della Prevenzione Sanitaria del Ministero, insieme all’Istituto superiore di sanità, negli ultimi anni abbiamo lavorato molto per coordinare – a livello europeo e nazionale – prima i rilevanti contributi italiani nello sviluppo della nuova direttiva (Ue) 2020/2184 sulla qualità delle acque destinate al consumo umano, e poi i lavori di recepimento della direttiva, confluiti nel Decreto Legislativo n. 18 del 2023″, aggiunge.  Ciò ha consentito di produrre “una base normativa solida” che mira “non solo a proteggere la salute umana dagli effetti negativi, garantendo che l’acqua sia sicura e pulita, ma anche a migliorare e promuovere l’accesso alle acque destinate al consumo umano sulla base di evidenze”.

Approccio basato sul controllo di ogni evento pericoloso

Importante, inoltre, “l’introduzione di un approccio basato sul rischio esteso dall’ambiente”, sottolinea Schillaci. “Un approccio che si basa sul controllo di ogni prevedibile evento pericoloso, come quelli dovuti ai cambiamenti climatici, e che include per la prima volta obblighi per garantire la sicurezza dell’acqua agli interni degli edifici, controllando le reti idriche di strutture e navi che abbiamo individuato come prioritarie: tra cui ospedali, Rsa, strutture turistico-recettive, scuole, carceri”, conclude.

Dai calcoli renali alla scarsa sicurezza, le fake sull’acqua del rubinetto

Nel report vengono riportate e smentite alcune delle più comuni fake news sull’acqua.

  • “L’acqua potabile per essere ‘buona’ deve essere priva di ogni sostanza chimica”. Falso. E’ vero il contrario, anzi: l’acqua contiene molte sostanze chimiche vantaggiose per la salute ed eliminarle non rappresenta un beneficio, ma un potenziale ‘danno’. Rimuovere tutte le sostanze naturalmente presenti nell’acqua – per esempio il boro, il selenio, il fluoro, il cromo, il rame o il calcio, il magnesio, lo iodio, il potassio – provocherebbe infatti la riduzione di apporto di elementi essenziali per la salute degli esseri umani, modificazioni del gusto e danni alle reti idriche. La normativa garantisce comunque che le sostanze chimiche potenzialmente dannose non superino i livelli che potrebbero comportare un rischio. Utilizzare l’acqua del rubinetto è conveniente per le nostre tasche e una abitudine sostenibile, perché permette di ridurre l’uso di enormi quantità di plastica e di limitare l’inquinamento dovuto a trasporto, distribuzione e smaltimento delle bottiglie.
  • “L’acqua del rubinetto fa venire i calcoli”. E’ una convinzione diffusa, ma falsa. E questo vale anche per le acque ricche di sali di calcio e magnesio. Il consiglio di utilizzare acque leggere o oligominerali al posto dell’acqua del rubinetto per evitare la calcolosi renale non è giustificato da evidenze scientifiche. La formazione dei calcoli dipende in molti casi da una predisposizione individuale oppure familiare. Il calcio è essenziale per la nostra salute e ne va ridotta l’assunzione se è un medico a prescriverlo.
  • “L’acqua del rubinetto non è sicura”. Falso. Bere acqua del rubinetto (di casa o dei chioschi o punti di distribuzione) è sicuro per la salute come lo è bere acqua minerale naturale, perché in tutti casi l’assenza di rischi per i consumatori è garantita dai controlli previsti dalla normativa. La differenza tra acque potabili e minerali naturali sta nel fatto che l’acqua potabile è un diritto universale degli esseri umani e le sue caratteristiche chimiche (durezza, pH, presenza di sali minerali) e organolettiche (odore e sapore) possono anche cambiare nel tempo in funzione delle fonti di prelievo e dei possibili trattamenti, ferma restando la garanzia degli standard di sicurezza. Le acque minerali naturali sono invece beni di consumo liberamente immessi sul mercato e scelti dal consumatore, e rispondono a standard qualitativi che, oltre a garantirne la sicurezza in termini di salute, assicurano che la qualità e le caratteristiche delle acque imbottigliate siano le stesse delle acque all’origine, prelevate da fonti sotterranee riconosciute.
  • “Non possiamo sapere davvero quali sono le caratteristiche dell’acqua di casa”. Falso. Possiamo, invece: è bene sapere che sul sito del proprio gestore idro-potabile sono già forniti i dati sulle caratteristiche delle acque e i risultati dei controlli. Sulla base delle nuove normative emanate dal ministero della Salute, i cittadini entro 2 anni potranno reperire molte altre informazioni sulle caratteristiche chimico-fisiche delle acque distribuite nelle aree di loro interesse, piani di sicurezza dell’acqua, controlli da parte dei gestori idro-potabili e delle Asl, in una piattaforma nazionale denominata Anagrafe territoriale dinamica delle acque potabili (Antea), in corso di costruzione.
  • “Per rendere sicura l’acqua del rubinetto va installato in casa un apparecchio di trattamento”. Falso. Le acque distribuite in Italia sono di qualità̀ adeguata al nostro consumo e non necessitano di altri trattamenti per renderle potabili o per evitare rischi per la salute. L’unico scopo degli apparecchi di trattamento dell’acqua in commercio, conformi alle specifiche normative, è modificare le caratteristiche organolettiche delle acque, cioè rendere più gradevole il sapore e l’odore dell’acqua del rubinetto, o frizzante. In caso, per specifiche circostanze, si verificasse un evento per cui fossero necessarie restrizioni d’uso delle acque, la legislazione prevede che i cittadini ne vengano tempestivamente informati. Inoltre, il gestore e le autorità̀ sono tenuti a ripristinare prontamente la qualità̀ delle acque e nel frattempo a fornire ai consumatori interessati quantità̀ adeguate di acque idonee al consumo umano con approvvigionamenti alternativi (per esempio autobotti).
  • “Al ristorante può essere servita acqua minerale naturale in caraffa”. Falso. Negli esercizi pubblici l’acqua minerale naturale, liscia o gassata, va servita nella sua bottiglia chiusa e con la sua etichetta secondo la specifica normativa. Nel caso invece venisse fornita acqua potabile in caraffa sottoposta a trattamenti, va riportata chiaramente sul contenitore la dicitura “acqua potabile trattata o acqua potabile trattata e gassata” se addizionata di anidride carbonica.
  • “Al ristorante è meglio evitare di chiedere acqua del rubinetto”. Falso. Non c’è ragione per non farlo, se non quella di una scelta personale. Anzi. Il decreto legislativo n. 18 del 23 febbraio 2023 chiede alle Regioni e alle Province di promuovere l’uso dell’acqua di rubinetto, anche “incoraggiando o incentivando la messa a disposizione di acqua potabile a titolo gratuito ai clienti di ristoranti, mense e servizi di ristorazione”.

 

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