Iss: “Sono in corso indagini su sei possibili casi di trasmissione verticale associati ad aborto spontaneo, morte fetale e/o microcefalia”
In Brasile, due donne sono morte a causa del virus Oropuche. A confermarlo è Il Ministero della Salute. Entrambe vivevano nello stato di Bahia, avevano meno di 30 anni e non soffrivano di altre patologie pregresse. I segni e sintomi riscontrati prima del decesso sono apparsi simili a quelli della febbre dengue nella sua forma più grave. Prima di queste due morti nella letteratura scientifica mondiale non era mai stato segnalato alcun decesso direttamente correlato al virus Oropuche.
A seguito di queste notizie, che dal Brasile sono state diffuse in tutto il mondo, l’Istituto Superiore di Sanità italiano ha aggiornato il suo sito con una faq relativa al virus Oropouche. “La malattia da virus Oropouche è una arbovirosi causata dal virus Oropouche (OROV), un virus a RNA – spiegano gli esperti dell’Iss sulla pagina web dedicata -. È stato rilevato che il virus circola nell’America centrale e meridionale e nei Caraibi” .
La trasmissione agli esseri umani avviene principalmente attraverso la puntura di Culicoides paraensis, “un piccolo dittero ematofago di 1-3 mm, simile ad un moscerino, che nelle aree endemiche si trova in zone boschive nei pressi di ruscelli, stagni e paludi, o di alcune zanzare come Culex quinquefasciatus. Nessuno di questi vettori al momento è presente in Italia o in Europa. Non è stata al momento confermata la possibilità di una trasmissione da uomo a uomo del virus”, aggiungono gli specialisti.
Anche l’Istituto superiore di sanità ribadisce che, al momento, i due decessi in Brasile sono i primi mai registrate al mondo, precisando che sono “in corso di indagine sei possibili casi di trasmissione verticale di OROV associati ad aborto spontaneo, morte fetale e/o microcefalia comunicati dall’Organizzazione Panamericana della Sanità (PAHO). Nel 2024 (al 23 luglio), sono stati registrati oltre 7.700 casi nel mondo in cinque paesi: Brasile, Bolivia, Peru, Cuba e Colombia. Nelle scorse settimane sono stati registrati alcuni casi del virus anche in Italia, tutti importati e senza conseguenze gravi”.
Gli esperti spiegano che il rischio di infezione è presente “se si viaggia nei paesi in cui è presente il virus. Per chi si trova in queste zone si raccomanda di mettere in atto tutte le precauzioni necessarie ad evitare il contatto con gli insetti vettori: usare repellenti chimici, indossare vestiti che coprano braccia e gambe, soggiornare in case dotate di zanzariere e cercare di ridurre le attività all’aperto nei periodi di maggiore attività vettoriale (all’alba e al crepuscolo)”, consigliano dall’Iss.
Febbre, mal di testa, dolore articolare e, in qualche caso, fotofobia, diplopia (visione doppia), nausea e vomito sono I sintomi principali dell’infezione. Per questo, sottolineano gli specialisti “se si è di ritorno da un viaggio nei paesi in cui è presente il virus e si hanno questi sintomi il consiglio è di rivolgersi al proprio medico, specificando le zone in cui si è soggiornato”.
L’Iss, infine sottolinea il suo ruolo di “supporto tecnico scientifico al sistema sanitario nazionale ed al Ministero della Salute in qualità di laboratorio nazionale di riferimento per attività di conferma diagnostica e caratterizzazione microbiologica”. Grazie ad un team multi-disciplinare di esperti, l’Iss monitora il rischio per la sanità pubblica di questo evento in Italia per gli aspetti virologici, entomologici ed epidemiologici.
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