Intanto, un ulteriore allarme sanitario è scattato anche in provincia di Vicenza per un caso di Zika: la persona ha contratto il virus durante un viaggio all’estero, in un Paese dove è endemico
In Italia, salgono a due i decessi, nel corso del 2024, causati dal virus West Nile: prima una donna a Pordenone, poi un uomo di 86 anni di Schiavonia, in provincia di Padova. Lo scorso anno le vittime sono state 27 in tutto. La provincia di Padova è nella Regione quella che registra da tempo il maggior numero di contagi da West Nile. I pazienti colpiti sono quasi sempre anziani, già fragili o immunodepressi. I casi umani autoctoni finora intercettati dalle autorità competenti sono cinque: quattro in Veneto ed uno in Puglia. L’uomo contagiato a Trani è l’ultimo rilevato in ordine di tempo: si tratta di un 64enne ricoverato nel reparto di Malattie infettive dell’ospedale di Bisceglie. Il paziente è “in condizioni stabili, vigile e collaborante”, assicura l’Asl Bat. Subito dopo l’accertamento della positività al West Nile, il sindaco di Trani, Amedeo Bottaro, ha firmato un’ordinanza contenente una serie di prescrizioni e indicazioni per la sorveglianza e prevenzione della infezione. Il provvedimento “resterà in vigore sino a cessata e comunicata emergenza da parte della Asl Bat”, si legge in una nota dell’Ente che ha delegato ’Amiu, società che si occupa di igiene urbana, ad avviare “urgentemente ulteriori trattamenti larvicidi e adulticidi rispetto a quelli già previsti”. Tra i quattro casi del Veneto, invece, una febbre in provincia di Treviso e tre forme neuroinvasive in provincia di Padova. “Questi ultimi tre casi – riferisce il bollettino regionale – riguardano pazienti di età tra 60 e 86 anni, di cui uno con patologia pregressa”.
Sulla situazione è intervenuto il presidente del Veneto, Luca Zaia: “Senza allarmismi, ma è bene prestare maggiore attenzione alla diffusione delle malattie estive, penso soprattutto alla West Nile, la febbre tropicale che si diffonde con le punture delle zanzare. Nei fisici più deboli può essere molto pericolosa. I nostri esperti – aggiunge – hanno identificato focolai di zanzare infette nelle province di Rovigo, Venezia e Padova. È possibile, quindi, che i casi di West Nile aumentino. Il messaggio che deve passare, a tutela soprattutto di persone anziane, fragili e immunodepresse, è che è necessario proteggerci con repellenti e proteggere le nostre case attraverso zanzariere e misure di protezione. All’aperto, in particolare, ma anche in casa e nei contesti domestici è fondamentale limitare le punture da parte delle zanzare. Faccio un appello – conclude Zaia – anche agli enti locali. Serve attuare e rafforzare tutte le misure di disinfestazione concordate con la propria Azienda Ulss di riferimento. Mi rivolgo ai cittadini: dobbiamo impegnarci anche nelle proprietà private a prestare massima attenzione, facendo sì che negli spazi privati si attuino le misure di disinfestazione”.
Intanto, un ulteriore allarme sanitario è scattato anche in provincia di Vicenza per un caso del virus Zika in un uomo residente a Mussolente, comune del comprensorio bassanese. Ne ha dato notizia l’Ulss 7 Pedemontana, precisando che la persona ha contratto il virus durante un viaggio all’estero, in un Paese dove il virus è endemico, “e dove con ogni probabilità è avvenuto il contagio”. Il paziente è attualmente ricoverato sotto osservazione nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Bassano del Grappa, dove si era recato con febbre e sintomi compatibili con l’infezione da virus Zika, poi accertato con le analisi. Alla luce dei possibili rischi è stata predisposta la disinfestazione secondo le linee guida regionali, in accordo con l’amministrazione comunale: nella giornata di domani inizieranno gli interventi di disinfestazione straordinaria previsti nella sua casa e nelle vicinanze dell’abitazione. Dal primo gennaio scorso al 26 luglio non si sono verificati casi autoctoni di febbre Dengue, Chikungunya o Zika virus e Usutu virus, mentre sono stati invece notificati 22 casi di encefalite trasmessa da zecca (Tbe), di cui 17 autoctoni e cinque da fuori regione. Tra le malattie trasmesse da flebotomi infine sono stati confermati tre casi di infezione da Toscana virus, di cui due autoctoni.
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