«Quest’ultima parte ad integrazione e completamento del precedente atto, anche per le novità sui Lea, sulle cronicità e il piano vaccinale, può rappresentare la base per riaprire le trattative con la Sisac per il rinnovo dell’Acn» della medicina generale. E’ quanto afferma Angelo Testa, Presidente nazionale dello Sindacato nazionale autonomo medici italiani (Snami), dopo l’aggiornamento […]
«Quest’ultima parte ad integrazione e completamento del precedente atto, anche per le novità sui Lea, sulle cronicità e il piano vaccinale, può rappresentare la base per riaprire le trattative con la Sisac per il rinnovo dell’Acn» della medicina generale. E’ quanto afferma Angelo Testa, Presidente nazionale dello Sindacato nazionale autonomo medici italiani (Snami), dopo l’aggiornamento dell’atto di indirizzo per il rinnovo della medicina convenzionata. «Fondamentali – aggiunge – sono due aspetti che avevamo auspicato e richiesto con forza: quello economico, atteso da anni, anche se le risorse messe a disposizione risultano inadeguate, e quello di aver preso formalmente atto della carenza di medici nel prossimo futuro per i progressivi pensionamenti che deve portare all’aumento delle borse di formazione e a un ‘progetto straordinario per le giovani generazioni’ di inserimento nel mondo del lavoro».
«Ovviamente positivo su tutto – prosegue Testa – è che si torna a trattare per cercare di arginare le fughe in avanti di alcune Regioni che vorrebbero stravolgere la medicina territoriale. Alcune pressano perché si facciano accordi stralcio integrativi da subito senza una normativa di riferimento, altre come la Lombardia organizzano un sistema sanitario locale in cui entrano, per gestire la cronicità, ogni tipo di provider, escludendo di fatto la medicina generale». «Non ci piacciono in questo atto di indirizzo – conclude il leader dello Snami – le premialità per alcune componenti della nostra retribuzione. Non c’è un’avversione pregiudiziale a questo genere di percorsi ma abbiamo il fondato sospetto che potrebbero essere posti in essere degli obiettivi irraggiungibili e trattarsi di fatto di una decurtazione di parte dei nostri emolumenti».