Tra le principali novità: la Piattaforma nazionale delle liste di attesa, visite ed esami anche nel weekend, prenotazione tramite Cup di prestazioni erogate presso strutture sia pubbliche che private-convenzionate, definizione del superamento dei tetti di spesa per l’assunzione di personale sanitario a partire dal 2025 e potenziamento dell’offerta assistenziale e rafforzamento dei Dipartimenti di Salute mentale
Entra in vigore oggi, con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale, la legge di conversione del decreto ‘liste d’attesa’. L’obiettivo della legge è ‘snellire’ le lunghe attese per esami e visite presso strutture pubbliche o private convenzionate. Tra le principali novità l’istituzione della Piattaforma nazionale delle liste di attesa, presso l’Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali), che avrà il compito di garantire l’interoperabilità con le piattaforme per le liste di attesa di ciascuna Regione e Provincia autonoma. Inoltre, per rafforzare le attività di controllo del Sistema nazionale di verifica e controllo sull’assistenza sanitaria (Siveas), la legge ha istituito – presso il ministero della Salute ed alle sue dirette dipendenze – l’Organismo di verifica e controllo sull’assistenza sanitaria. Il ministero della Salute, in caso di ritardi e inadempienze delle singole Regioni, potrà intervenire, con poteri sostitutivi, per porre rimedio alle inefficienze.
Per garantire un veloce smaltimento delle liste di attesa, la legge prevede un potenziamento dell’offerta: sarà possibile effettuare esami diagnostici e visite mediche e specialistiche anche il sabato e la domenica, prevedendo pure, laddove necessario, un prolungamento della consueta fascia oraria di apertura. Ancora, contattando il Cup, il Centro unico di prenotazione, il cittadino potrà accedere a tutte le prestazioni erogate, sia nelle strutture pubbliche, che nel privato convenzionato. Viene inoltre definito il superamento dei tetti di spesa per l’assunzione di personale sanitario a partire dal 2025. Il comma 1 dell’articolo 5 della legge evidenzia che “sono incrementati annualmente a livello regionale, nell’ambito del livello di finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale standard cui concorre lo Stato, del 10% dell’incremento del fondo sanitario regionale rispetto all’esercizio precedente e, su richiesta della Regione, di un ulteriore importo sino al 5% del predetto incremento, per un importo complessivo fino al 15% del medesimo incremento del Fondo sanitario regionale rispetto all’esercizio precedente”.
Per far fronte alla carenza del personale del Servizio sanitario nazionale, attraverso il comma 2 dell’articolo 5 della legge di conversione del decreto liste d’attesa, a decorrere dall’anno 2025, è prevista “la definizione di una metodologia per la definizione del fabbisogno di personale degli enti del Ssn, ai fini della determinazione della spesa per il personale delle aziende e degli enti del Ssn delle Regioni, nell’ambito del livello del finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale standard cui concorre lo Stato e fermo restando il rispetto dell’equilibrio economico e finanziario del Servizio sanitario regionale”. La legge prevede la programmazione dell’assunzione di dirigenti sanitari da parte delle aziende ospedaliero-universitarie, mediante ricorso a contratti di lavoro a tempo determinato con personale medico o sanitario laureato, da assumere con le modalità previste per il corrispondente personale del Servizio sanitario nazionale.
L’articolo 6, “Ulteriori misure per il potenziamento dell’offerta assistenziale e il rafforzamento dei Dipartimenti di Salute mentale” prevede un rafforzamento dei servizi erogati da questi dipartimenti, con “la sperimentazione dei progetti terapeutico-riabilitativi personalizzati”, con “la sperimentazione dei modelli organizzativi e dei percorsi diagnostico terapeutici assistenziali specifici per i consultori familiari”, e “lo sviluppo di metodologie e strumenti per l’integrazione e l’aggiornamento continuo delle liste anagrafiche degli inviti ai test di screening per individuare e includere negli stessi anche la popolazione in condizione di vulnerabilità socio-economica”.
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