Contributi e Opinioni 2 Agosto 2017 14:33

UMEM e AMSI: «500 mila medici stranieri esercitano in Europa, urge un censimento»

Aumentate del 30% negli ultimi 5 anni le richieste di lavoro all’estero da parte dei medici in Italia; aumentate del 40% le richieste di lavoro provenienti dall’estero per i Professionisti della Sanità italiani e di origine straniera

Negli ultimi 5 anni sono crescite del 30% le richieste avanzate dai professionisti della Sanità italiani (medici, farmacisti, infermieri, fisioterapisti, psicologi e odontoiatri) per recarsi a lavorare all’estero, e sono aumentate del 40% le richieste di lavoro che provengono dall’estero per i Professionisti della sanità italiani e di origine straniera in Italia. La maggior parte delle richieste di lavoro all’estero arriva da Paesi Europei (Belgio, Francia, Germanica, Spagna Inghilterra, Svizzera); Europa dell’Est (Russia, Albania, Romania); Paesi Arabi (Qatar, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Libia) e Paesi Sudamericani (Ecuador, Brasile, Colombia). Numerose sono invece le richieste di sostegno umanitario e sanitario provenienti dai Paesi africani e i Paesi arabi in stato di conflitto come la Siria, l’Iraq, lo Yemen e la Libia. Sono queste le statistiche riportate dalla Confederazione Internazionale Unione Medica Euro Mediterranea – UMEM, dall’Associazione Medici di Origine Straniera in Italia (AMSI) e dal Movimento Internazionale Uniti per Unire, sviluppate in collaborazione con la rete dei professionisti della Sanità aderenti a queste realtà e operanti in tutti Paesi Euromediterranei.

Anche sui giovani, UMEM, AMSI e Uniti per Unire riportano nuovi dati: per quanto riguarda l’immatricolazione alla Facoltà di Medicina, negli ultimi 5 anni, la maggior parte degli studenti di medicina di origine straniera provenienti dai Paesi arabi, africani, asiatici, dall’India e dal Sud America si recano in prevalenza nei Paesi dell’Est (Russia, Albania, Moldavia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovenia, Romania, Polonia, Slovacchia) per studiare, per motivi di natura economica e per assenza di numero chiuso, (come avveniva in Italia, in Germania in Francia negli anni ’80). In questi Paesi, infatti, i corsi di Laurea sono meno costosi e sempre più disponibili in lingua inglese. Per quanto riguarda l’Italia, un numero crescente di studenti italiani sceglie la strada della laurea o della specializzazione da conseguire all’estero, per poi fare ritorno in Italia facendosi riconoscere il titolo di studio. Grazie alla libera mobilità dei professionisti della Sanità che abbiano conseguito un titolo di Laurea Europeo e quindi riconosciuto in tutti i Paesi Ue, si registra una migrazione continua di questi Professionisti in tutta Europa, che causa in alcuni Paesi delle carenze e, in altri, un sovraffollamento di personale medico sanitario, con il problema comune della mancanza di conoscenza della lingua, della cultura e delle leggi del Paese scelto dai professionisti. Questo è stato ad esempio il caso della Germania, del Belgio e della Svizzera, che hanno causato non pochi episodi di disagio ai pazienti che spesso hanno fatto seguito a denunce esposte contro i medici.

Foad Aodi, in qualità di Fondatore di AMSI, Presidente di UMEM, membro della Commissione Salute Globale della FNOMCeO, chiarisce a riguardo: “Sicuramente l’immigrazione dei professionisti della Sanità nell’area Euromediterranea è cambiata notevolmente rispetto agli anni ’60, ’70, ’80 e ’90 a causa della situazione geo-politica e dei conflitti riscontrati in alcuni Paesi del Medio Oriente, dell’Africa, del Sud America e nei Paesi dell’Est. Dopo la caduta del muro di Berlino e dopo la delusione del “sogno” delle Primavere Arabe, tanti medici provenienti dai Paesi dell’Est e arabi, si sono recati a lavorare in Germania (il caso dei siriani), in Francia( professionisti in prevalenza nordafricani provenienti da Algeria, Marocco e Tunisia), in Belgio (professionisti Europei di diverse nazionalità), in Scozia e Inghilterra. Stando alle statistiche che abbiamo riportato recentemente – prosegue Aodi – e che contano 62 mila Professionisti della Sanità di origine straniera esercitanti in Italia, di cui 18 mila medici, la situazione dell’integrazione in Italia è ottimale e c’è una buona collaborazione tra i professionisti di origine straniera e i colleghi italiani. In Europa, secondo le nostre statistiche, ci sono più di 500 mila medici stranieri: 400 mila sono fissi e 100 mila di loro sono in continua mobilità. Proponiamo quindi alla Comunità Europea di effettuare un monitoraggio continuo dell’esigenza del mercato del lavoro nell’ambito sanitario, condotto Paese per Paese, per evitare i casi di sovraffollamento o di carenza di personale medico sanitario e, al tempo stesso, per contrastare il problema della fuga dei cervelli. Chiediamo, inoltre, di incentivare corsi di lingua, di cultura e di legislazione del Paese scelto per i professionisti della Sanità nella tutela del diritto alla salute universale e nell’ottica di una Sanità globale e multiculturale, contrastando la medicina difensiva che spesso lede il rapporto di fiducia tra medico e paziente”.

Articoli correlati
Medici stranieri assunti «in deroga», Anelli (Fnomceo) perplesso scrive a Mattarella
Il presidente di Fnomceo Anelli scrive una lettera al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per sollecitare l'attenzione sulla normativa che permette l'impiego di medici extracomunitari in deroga al normale iter di riconoscimento dei titoli e all'obbligo di iscrizione all'ordine
Carenza sanitari, Foad Aodi (Amsi): «Il 90% delle domande e disponibilità di medici e infermieri ucraini sono senza risposte»
Amsi e UXU: «Non abbiamo mai ricevuto una risposta o disponibilità di confronto da parte del Ministro della Salute Speranza»
Al via il progetto Sud America di Uniti per Unire, Aodi: «Dal Cile buone pratiche e suggerimenti per risolvere patologica carenza di sanitari»
«Il Cile è uno stato di diritto sociale e democratico. È multinazionale, interculturale ed ecologico. Si costituisce come Repubblica solidale, la sua democrazia è paritaria e riconosce come valori intrinseci e inalienabili la dignità, la libertà, l’uguaglianza sostanziale degli esseri umani e il loro rapporto indissolubile con la natura. La tutela e la garanzia dei […]
Carenza sanitari, Aodi (Amsi): «Integrare professionisti stranieri nel SSN»
Il presidente Amsi Foad Aodi illustra il Manifesto “Buona sanità internazionale” in tre punti e presenta le richieste alle Istituzioni
di Giulia Cavalcanti e Viviana Franzellitti
Il Movimento “Uniti per Unire” festeggia 10 anni ed elegge nuovo direttivo
Foad Aodi confermato Presidente, vicepresidenti Federica Battafarano, Jessica Veronica Faroni e Federica Federici. Segretario Generale Alessandro Barone e Tesoriere Francesco Bonelli
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Percorso Regolatorio farmaci Aifa: i pazienti devono partecipare ai processi decisionali. Presentato il progetto InPags

Attraverso il progetto InPags, coordinato da Rarelab, discussi 5 dei possibili punti da sviluppare per definire criteri e modalità. Obiettivo colmare il gap tra Italia e altri Paesi europei in ...
Advocacy e Associazioni

Disability Card: “Una nuova frontiera europea per i diritti delle persone con disabilità”. A che punto siamo

La Disability Card e l'European Parking Card sono strumenti che mirano a facilitare l'accesso ai servizi e a uniformare i diritti in tutta Europa. L'intervista all'avvocato Giovanni Paolo Sperti, seg...
Sanità

I migliori ospedali d’Italia? Sul podio Careggi, l’Aou Marche e l’Humanitas di Rozzano

A fotografare le performance di 1.363 ospedali pubblici e privati nel 2023 è il Programma nazionale sititi di Agenas. Il nuovo report mostra un aumento dei  ricoveri programmati e diu...