Advocacy e Associazioni 2 Settembre 2024 10:29

Scuola e disabilità, una sentenza del Consiglio di Stato mette a rischio le ore di assistenza scolastica previste dal PEI

La sentenza del Consiglio di Stato: “Necessario subordinare il diritto all’inclusione scolastica ai limiti di bilancio degli enti locali”. Fuga (CoorDown ODV): “Un precedente pericoloso che ci mette in allarme alla vigilia del rientro sui banchi di scuola”

Scuola e disabilità, una sentenza del Consiglio di Stato mette a rischio le ore di assistenza scolastica previste dal PEI

Tra pochi giorni molti studenti italiani torneranno tra i banchi di scuola: a Bolzano la prima campanella dell’anno suonerà il 5 settembre. Tuttavia, per gli studenti con disabilità e le loro famiglie il percorso scolastico si preannuncia già in salita. Una sentenza del Consiglio di Stato, emanata ad agosto, infatti, rischia di legittimare gli enti locali ad abbassare il monte ore di assistenza scolastica previste dal Piano Educativo Individualizzato (PEI).  Con la sentenza n.7089/2024, relativa al ricorso n.1798/2024 presentato da una famiglia di un alunno con disabilità a cui sono state ridotte le ore di assistenza scolastica, il Consiglio di Stato ha stabilito il principio che in tema di ore di assistenza scolastica assegnate allo studente con disabilità previste nel PEI, sia necessario subordinare il diritto all’inclusione scolastica ai limiti di bilancio degli enti locali.

La denuncia di CoorDown

“Un precedente pericoloso che ci mette in allarme alla vigilia del rientro sui banchi di scuola. Proprio quando si pensa di aver fatto dei passi avanti in termini di inclusione, ci troviamo invece a dover difendere i traguardi e i diritti conquistati. Le associazioni e le famiglie che rappresentiamo, in questa occasione unanimi nel prendere le distanze da questa sentenza, sono allenate a questo e veglieremo compatti sui diritti degli studenti con disabilità difendendoli con tutti i mezzi a nostra disposizione”, assicura Martina Fuga, Presidente CoorDown ODV. Per l’Associazione si tratta di “un regresso nel campo dell’inclusione scolastica ed un ritorno al passato che rischia di cancellare i passi in avanti faticosamente percorsi negli ultimi tempi anche grazie alle battaglie portate avanti dal mondo associativo. Si rischia in questo modo di far pesare sulle persone con disabilità l’incapacità di definire in maniera adeguata alle necessità i capitoli di bilancio da parte delle amministrazioni locali alle quali, in casi come questi, sono da ascrivere invece le responsabilità per la carenza di fondi”.

Il diritto allo studio degli alunni con disabilità deve prevalere sui vincoli di bilancio

“Alla luce di quanto affermato dalla Costituzione e della ratifica da parte dell’Italia della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, la comunità di persone con disabilità e le loro famiglie ritenevano fosse ormai superato il paradigma dell’assistenzialismo, riconoscendo la tutela dei diritti anche all’interno del recente decreto legislativo n. 62/2024 attraverso il quale si propongono l’attivazione di sostegni utili al pieno esercizio dei diritti e la rimozione degli ostacoli alla partecipazione di ciascuno alla vita sociale, culturale e politica nei vari contesti di vita liberamente scelti dalla persona – commenta ancora CoorDown ODV -. Il principio emerso dalla sentenza n. 7089/2024 si pone in netto contrasto con quanto, invece, affermato dalla Corte Costituzionale nella sentenza n. 265 del 2016 che al contrario prevede espressamente che il diritto allo studio degli alunni con disabilità prevalga sui vincoli di bilancio, con la conseguenza che il Consiglio di Stato finisce con il declassare un ‘diritto incomprimibile’ a semplice ‘interesse legittimo’, facendo predominare le compatibilità di bilancio dei Comuni e delle Città Metropolitane rispetto al diritto all’inclusione scolastica e sociale degli alunni con disabilità”.

L’importanza delle risorse economiche

“Riteniamo, inoltre, quanto meno fuorviante il richiamo nella citata sentenza del Consiglio di Stato al principio dell’accomodamento ragionevole, previsto dalla Convenzione ONU e recepito dal decreto legislativo 62/2024, posto che detto accomodamento dovrebbe essere uno strumento a tutela delle persone con disabilità, mentre in tale contesto viene utilizzato espressamente per legittimare interventi contro le stesse. Apprezziamo il disappunto manifestato dal Ministro per le disabilità Locatelli. Un futuribile diverso orientamento del Consiglio di Stato in adunanza generale, potrebbe orientare diversamente l’applicazione delle norme in modo più favorevole. Ma non essendo questa ipotesi di agevole attuazione riteniamo che la soluzione debba essere innanzitutto politica e strategica immettendo le necessarie risorse e attuando misure che garantiscano inclusione e pari opportunità“, concludono i membri di CoorDown ODV

 

 

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