Salute 2 Settembre 2024 16:57

Tumore al seno, ad ogni paziente il suo digital twin: “Simula gli effetti delle terapie”

I ricercatori: "Si tratta di un software che descrive il paziente con il maggiore dettaglio possibile e che cresce e vive a livello informatico insieme a lui, rispondendo anche a eventi o fattori ambientali che si trova ad affrontare il suo analogo reale"
Tumore al seno, ad ogni paziente il suo digital twin: “Simula gli effetti delle terapie”

Sviluppare un digital twin, ovvero un “gemello digitale”, che riprende le caratteristiche fisiche e la storia clinica di ogni singola donna affetta da tumore al seno per combattere la malattia. È questo il cuore del progetto TETRIS, a cui partecipa Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, con altri quattro istituti clinici di eccellenza europei. Tra i principali obiettivi quello di prevedere nuovi eventi o patologie, per simulare, in prospettiva, gli effetti delle diverse opzioni  terapeutiche. Ma non è tutto. Attraverso il digital twin è possibile sviluppare un punteggio di rischio per le pazienti sottoposte a radioterapia per tumore al seno, si possono prevedere tossicità ed eventi avversi in modo da agire con dosaggi su misura.

La personalizzazione del follow-up

“Il primo obiettivo concreto è approfondire la stratificazione del rischio associato alla radioterapia, così da personalizzare il follow-up e seguire più da vicino, per esempio, chi ha un maggior rischio cardiopolmonare o individuare un secondo tumore quando è ancora in una fase iniziale, prima che ci sia una manifestazione clinica severa – chiarisce Tiziana Rancati, ricercatore fisico presso l’INT e Principal Investigator del progetto TETRIS  -. Poi si cercherà di raffinare il punteggio con ulteriori dati soprattutto genetici, che possano definire una predisposizione individuale a problemi cardiovascolari e polmonari in grado di intersecarsi con i rischi associati alla chemio e alla radioterapia”, spiega.

Il digital twin

Il gemello digitale, invece, è la vera novità tecnologica di TETRIS. “Si tratta di un software che descrive il paziente con il maggiore dettaglio possibile e che cresce e vive a livello informatico insieme a lui, rispondendo anche ad eventi o fattori ambientali che si trova ad affrontare il suo analogo reale – spiega ancora Rancati -. Per esempio, sui i tumori del distretto testa-collo il digital twin descrive in dettaglio la microcircolazione del paziente e ci dice come reagirà alle diverse dosi di radioterapia”. Il digital twin di TETRIS  descriverà la paziente anche dopo il termine del suo percorso di cura, osservando come risponde a ulteriori esami, a fattori ambientali, come l’inquinamento del luogo in cui vive, ai suoi stili di vita e alla dieta. Il comportamento del gemello digitale dovrebbe avere un valore predittivo sul suo stato di salute e anche simulare l’esito di ulteriori terapie. “Dovrebbe essere in  grado di segnalare quando un certo rischio specifico sta  aumentando o diminuendo, consentendo un monitoraggio mirato su  specifici organi”, conclude Rancati.

L’importanza della diagnosi precoce per una buona prognosi

Affinché queste nuove frontiere terapeutiche possano essere utilizzate al meglio è necessario che il tumore venga diagnosticato il prima possibile. Un altro studio, condotto negli Usa, per dimostrare lo stretto legame tra diagnosi e prognosi ha analizzato l’incidenza delle diagnosi di tumori del seno a stadio avanzato in relazione alla frequenza delle mammografie nelle donne over 40. Il rapporto, pubblicato su Journal of clinical oncology, ha  osservato un tasso decisamente inferiore di casi di cancro già diffuso al momento della diagnosi con gli screening annuali. Margarita Zuley, autrice della ricerca condotta all’università di Pittsburgh, insieme il suo team, ha studiato 8.145 donne a cui era stato riscontrato un tumore della mammella tra il 2004 ed il 2019, analizzando il numero di screening precedenti. Tra le pazienti che si erano sottoposte a mammografie intermittenti (ossia a distanza di più di due anni e senza una  regola precisa) le diagnosi di tumore a stadio avanzato sono  state il 19% del totale. Tra le donne sottoposte a screening  annuale le diagnosi di questo tipo sono state il 9% , tra quelle sotto screening biennale i tumori avanzati sono risultati il 14%. “Non c’è dubbio che vengono identificati più tumori avanzati se più alto è l’ intervallo tra le mammografie”, ha osservato  Zuley, sostenendo la necessità della mammografia annuale tra le over 40 anche se non sono in menopausa.

 

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