I giovani adolescenti con gravi sintomi depressivi hanno il doppio delle probabilità di provare le sigarette elettroniche. Lo rivela uno studio dell’Università di Sidney, pubblicato sull’Australian and New Zealand Journal of Psychiatry
I giovani adolescenti con gravi sintomi depressivi hanno il doppio delle probabilità di provare le sigarette elettroniche. Lo rivela uno studio dell’Università di Sidney, pubblicato sull’Australian and New Zealand Journal of Psychiatry. La ricerca è stata condotta sugli studenti delle scuole superiori australiane e ha mostrato un uso complessivamente più elevato di sigarette elettroniche tra i soggetti con problemi di salute mentale, tra cui gravi sintomi depressivi, stress moderato e alto e scarso benessere. Dai risultati emerge la necessità di un supporto efficace per la salute mentale e di una prevenzione del vaping durante la prima adolescenza, quando questi problemi emergono per la prima volta.
I ricercatori hanno intervistato oltre 5.000 studenti del settimo e ottavo anno di 40 scuole del Nuovo Galles del Sud, del Queensland e dell’Australia Occidentale nel 2023, nel periodo da maggio a ottobre, creando uno dei più ampi set di dati sul vaping adolescenziale attualmente disponibili nel Paese. Dei 5157 studenti che hanno partecipato allo studio, l’8,3% ha riferito di aver già utilizzato sigarette elettroniche. L’uso di sigarette elettroniche era inoltre più elevato del 74% per gli studenti che riferivano di essere moderatamente stressati e del 64% per quelli che riferivano di essere molto stressati. Le sigarette elettroniche erano anche più adoperate del 105% dagli studenti che riferivano un basso livello di benessere psicologico rispetto a quelli che riferivano un alto livello di benessere.
I sintomi di ansia non sono stati associati all’uso di sigarette elettroniche. I dati sono stati ricavati da un’indagine condotta nell’ambito dell’OurFutures Vaping Trial, il primo, e al momento unico, studio clinico di un programma di prevenzione delle sigarette elettroniche a scuola in Australia. Lo studio mira a verificare in modo rigoroso se sia possibile prevenire lo svapo negli adolescenti australiani. “Mancano dati sui legami tra il vaping negli adolescenti e la salute mentale, soprattutto nel particolare contesto australiano; dunque, era importante affrontare questo aspetto, poiché stiamo assistendo a un aumento del vaping e dei disturbi mentali tra i giovani”, ha affermato Lauren Gardner, del Matilda Centre dell’Università di Sydney, che coordina l’OurFutures Vaping Trial insieme a Nicola Newton.
“Sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere la complessa relazione tra salute mentale e vaping; tuttavia, questi risultati evidenziano l’urgente necessità di approcci di prevenzione e di intervento precoce, supportati da prove, per sostenere la salute e il benessere mentale dei giovani sia a breve che a lungo termine”, ha continuato Gardner. I risultati sono coerenti con le ricerche condotte in altre fasce d’età e in altri Paesi, tra cui gli Stati Uniti, che hanno messo in relazione l’uso di sigarette elettroniche da parte degli adolescenti con sintomi depressivi, ansiosi e stress. Il Matilda Centre ha precedentemente rilevato che l’età media in cui un adolescente inizia a svapare è di 14 anni.
Altre ricerche, indipendenti dall’Università di Sydney, hanno rilevato che il tasso di vaping tra i 12 e i 15 anni è aumentato dal 10% al 24% tra il 2017 e il 2023. “Esistono sempre più prove di una relazione tra il vaping e la salute mentale: il vaping è stato collegato all’insorgenza di problemi di salute mentale e viceversa”, ha dichiarato Emily Stockings, del Matilda Centre e coautrice del lavoro. “Sebbene non sia stato esplorato nel nostro studio, è possibile che questa relazione possa essere spiegata da fattori di rischio sociali, ambientali e genetici condivisi, o che possa indicare possibili comportamenti di automedicazione”, ha proseguito Stockings. “A breve termine, la nicotina può ridurre i sentimenti di ansia e stress, e i giovani potrebbero ricorrere al fumo come meccanismo di difesa”, ha sottolineato Stockings. “Indipendentemente dal fatto che la salute mentale influenzi il fumo o viceversa, è chiaro che se vogliamo prevenire il vaping, dobbiamo affrontare allo stesso tempo la salute mentale”, ha concluso Stockings.
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