Lavoro e Professioni 25 Agosto 2017 15:18

Scuole di specializzazione in medicina tra ritardi e bocciature: è ora di fare chiarezza

Non conformità agli standard europei, lacune nei regolamenti: ecco alcune delle ragioni alla base del ritardo della pubblicazione del bando di accesso alle scuole di specializzazione in medicina. Ecco la storia dal principio…

Scuole di specializzazione in medicina tra ritardi e bocciature: è ora di fare chiarezza

Per l’anno accademico 2017/2018 il bando di concorso per l’accesso alle specializzazioni mediche non è ancora pubblico. Il ritardo (gli altri anni il bando era disponibile entro il mese di luglio) pesa sulle sorti dei neolaureati in attesa d’iniziare la specializzazione a novembre e il malcontento cresce tanto da spingere associazioni di giovani medici e sigle sindacali ad organizzare una serie di manifestazioni nazionali a settembre. Dopo un’iniziale fase di confusione, ad oggi le ragioni per cui l’uscita del bando continua a slittare sono chiare sebbene ancora non se ne conosca la definitiva risoluzione.

IL PERCHE’ DEL RITARDO

Il bando di accesso ai test selettivi per iscriversi alle scuole di specializzazioni non è ancora disponibile perché ad oggi una scuola su dieci non corrisponde ai requisiti minimi di qualità richiesti dal Ministero della Salute e dal Ministero dell’Istruzione. Ma risaliamo alle origini del caso: il 13 giugno 2017 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale un Decreto Interministeriale (402/2017) che introduce per la prima volta in Italia una valutazione quantitativa e un monitoraggio continuo delle Scuole di Specializzazione.

GLI STANDARD EUROPEI

Tale provvedimento richiede alle 1.433 scuole di specializzazioni di tutta Italia la presentazione di una documentazione specifica in cui si attestano dei requisiti ben precisi conformi agli standard europei (LEGGI IL DECRETO). In seguito all’uscita del provvedimento, le scuole hanno inserito le proprie richieste di accreditamento entro il 10 luglio, successivamente le richieste sono state prese in esame dall’Osservatorio Nazionale della Formazione Medica Specialistica, un organo tecnico, costola del Ministero della Salute e del MIUR che ha lavorato di concerto con Agenzia Nazionale per i servizi sanitari Regionali (AgeNaS) e Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca (Anvur).

LE BOCCIATURE DELL’OSSERVATORIO

L’Osservatorio è l’organo deputato a determinare gli standard per l’accreditamento delle strutture universitarie e ospedaliere per le singole specialità, nel dettaglio: determina e verificare i requisiti di idoneità della rete formativa e delle singole strutture che la compongono; effettua il monitoraggio dei risultati della formazione; definisce i criteri e le modalità per assicurare la qualità della formazione, in conformità alle indicazioni dell’unione Europea. In seguito alla verifica da parte dell’Osservatorio dei requisiti avanzati dalle scuole di specializzazione per l’accreditamento all’anno scolastico 2017/2018, l’Osservatorio ha ritenuto necessario bocciarne 135 su 1.433. Successivamente, l’Osservatorio ha reso i pareri pubblici il 31 luglio chiedendone approvazione al Ministero della Salute che ad oggi le mantiene al vaglio. Solamente dopo l’avvenuto accreditamento da parte del Ministero, il Miur potrà infatti emanare il decreto di assegnazione dei contratti di specializzazione finanziati dallo Stato.
(LEGGI ANCHE ESCLUSIVA ǀ SCUOLE DI SPECIALIZZAZIONE IN MEDICINA: «ECCO IL PERCHÉ DELLE BOCCIATURE»)

LE NOVITA’ DEL CONCORSO

Un altro presupposto che ha contribuito a rallentare la pubblicazione del bando è la volontà espressa dal Ministero della Salute di semplificare la struttura del concorso di ammissione. Il Regolamento è stato sottoposto al vaglio degli esperti e ha ricevuto il parere da parte del Consiglio di Stato il 27 luglio scorso, parere poi trasmesso al Miur il 3 agosto, e il riscontro della Presidenza del Consiglio dei Ministri il 9 agosto 2017. Il regolamento è attualmente in attesa di registrazione da parte della Corte dei conti per essere poi pubblicato in Gazzetta Ufficiale.

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