Già noti gli effetti negativi dell’inquinamento atmosferico sulla fertilità. Una nuova ricerca approfondisce questo legame e aggiunge un altro potenziale fattore di rischio: il rumore
Vivere in zone molto trafficate mette a rischio la fertilità, non solo per un’eccessiva esposizione all’inquinamento atmosferico, ma anche a quello acustico. A dimostrarlo uno studio coordinato dai ricercatori del Danish Cancer Institute di Copenhagen, in Danimarca, e pubblicato sul British Medical Journal. “L’infertilità è un grave problema di salute nel mondo, che colpisce una coppia su sette tra quelle che cercano di concepire”, spiegano i ricercatori. Da tempo sono emersi sospetti sugli effetti negativi dell’inquinamento sulla qualità dello sperma e sulle probabilità di successo dei trattamenti per l’infertilità. La nuova ricerca ha voluto approfondire questo legame, aggiungendo un altro potenziale fattore di rischio: il rumore.
Si definisce infertilità la mancanza di concepimento dopo un anno di rapporti sessuali regolari e non protetti. Attualmente, l’uso di varie tecnologie di riproduzione assistita è aumentato notevolmente tanto che dagli anni ’80 ad oggi più di 10 milioni di bambini sono stati concepiti utilizzandole. “L’infertilità colpisce tutte le aree geografiche del mondo, con alcuni dei tassi più elevati osservati in Asia meridionale e centrale, Africa subsahariana, Medio Oriente, Nord Africa ed Europa centrale e orientale – scrivono i ricercatori nell’introduzione della pubblicazione -. Sia negli uomini che nelle donne è associata a vari effetti negativi sulla salute a lungo termine, tra cui un’aspettativa di vita più breve e un rischio aumentato di vari disturbi psichiatrici e malattie somatiche. Inoltre, l’infertilità è spesso un’esperienza dalla quale scaturisce un alto livello di stress fisico e psicologico, ansia e sintomi di depressivi”.
Molti dei fattori di rischio accertati per l’infertilità sono simili sia per uomini che per donne e includono: l’età avanzata (specialmente per le donne, dove la fertilità diminuisce rapidamente dopo i trent’anni), consumo di tabacco e alcol, infezioni sessualmente trasmissibili, varie condizioni e malattie croniche, obesità e grave sottopeso. Inoltre, “l’esposizione a fattori ambientali, come l’inquinamento atmosferico, i pesticidi e le radiazioni ionizzanti, sono sospettati di essere fattori di rischio per l’infertilità. Durante l’ultimo decennio – aggiungono gli scienziati danesi -, studi epidemiologici hanno testimoniato che l’inquinamento atmosferico da particolato è negativamente associato alla qualità dello sperma, in particolare ad una minore motilità e conta degli spermatozoi ed a cambiamenti nella loro morfologia”.
Il rumore del traffico stradale è un altro inquinante ambientale prevalente che è stato collegato a varie malattie croniche. “Si ipotizza – spiegano gli autori dello studio – che gli effetti del rumore sulla salute siano mediati attraverso l’innesco di una risposta allo stress, con l’attivazione del sistema nervoso autonomo e dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene, così come attraverso disturbi del sonno. Sia lo stress che i disturbi del sonno possono essere associati ad una funzione riproduttiva compromessa, tra cui una riduzione del numero e della qualità degli spermatozoi, irregolarità mestruali e una compromissione della qualità degli ovociti”. Solo uno studio ha indagato finora gli effetti del rumore sulla fertilità, in particolare il tempo impiegato per ottenere una gravidanza autoriferito da una coorte di circa 65mila donne incinte: i risultati hanno mostrato che laddove il rumore del traffico stradale era maggiore i tempi per ottenere un concepimento sono stati più lunghi.
Partendo da questi presupposti i ricercatori del Danish Cancer Institute di Copenhagen hanno deciso di verificare, attraverso uno studio ad hoc, se l’esposizione a lungo termine al rumore del traffico stradale e all’inquinamento da particolato atmosferico PM2,5 nella popolazione danese fosse associata ad un rischio più elevato di infertilità negli uomini e nelle donne. Sulla base dei dati relativi a circa 40mila persone, i ricercatori hanno scoperto che l’esposizione ad alti livelli di polveri sottili PM2.5 comporta un aumento del rischio di infertilità nell’uomo a partire dai 30 anni di età, quantificato in un +24% per ogni incremento di 2,9 µg/m3 di PM2.5. Le donne con più di 35 anni sono invece quelle che soffrono di più gli effetti del rumore sulla fertilità, con un aumento del rischio del 14% per ogni aumento di 10,2 decibel del livello medio di rumore. Il rumore non sembra avere invece conseguenze sulle donne più giovani. Di piccola entità e limitati agli over 37, invece, gli effetti sugli uomini.
“Poiché molti Paesi occidentali si stanno confrontando con tassi di natalità in calo e un’età materna alla nascita del primo figlio in aumento, la conoscenza dei fattori ambientali che influenzano la fertilità è fondamentale. Se i nostri risultati saranno confermati in studi futuri, l’implementazione di politiche per la mitigazione dell’inquinamento atmosferico e del rumore potrebbero essere strumenti importanti per migliorare i tassi di natalità nel mondo occidentale”. concludono i ricercatori.
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