In occasione del XIII Mese Mondiale di settembre Federazione Alzheimer Italia e Alzheimer’s Disease International lanciano un appello per aumentare la consapevolezza sulla demenza e combattere lo stigma
Nel nostro paese ci sono 1.480.000 persone con demenza in Italia, destinate a diventare 2.300.000 entro il 2050: ben il 55% in più rispetto a oggi. A livello globale, il 75% di coloro che convivono con una forma di demenza non riceve una diagnosi, l’85% non ha accesso al necessario supporto post-diagnostico. In occasione del XIII Mese Mondiale di settembre Federazione Alzheimer Italia e Alzheimer’s Disease International (ADI) lanciano un appello a governi, comunità e singoli individui: è urgente agire per aumentare la consapevolezza sulla demenza e combattere lo stigma che rimane ancora un ostacolo alla diagnosi, al trattamento, alla cura e al supporto necessari. Appello anche al Governo italiano perché porti il tema della demenza al G7 della Salute che si terrà il prossimo 8 ottobre ad Ancona.
La demenza è la settima causa di morte a livello globale. Ogni tre secondi una persona sviluppa una forma di demenza. In tutto il mondo si stima che ci siano oltre 55 milioni di persone che vivono con questa condizione, che si prevede diventino 78 milioni tra cinque anni e 139 milioni entro il 2050. Attualmente il costo annuale stimato della demenza è di 1,3 trilioni di dollari, ma si prevede raggiunga i 2,8 trilioni di dollari nel 2030. La Lancet Commission, inoltre, ha recentemente aggiornato il proprio rapporto del 2020 sui fattori di rischio per la demenza, aggiungendo la perdita della vista non trattata e l’elevato livello di colesterolo LDL – il cosiddetto colesterolo cattivo – agli altri già comprovati: l’inattività fisica, il fumo, l’eccessivo consumo di alcol, le lesioni alla testa, i contatti sociali poco frequenti, l’obesità, l’ipertensione, il diabete, la depressione, i disturbi dell’udito, insieme a scarsi livelli di istruzione e all’esposizione all’inquinamento atmosferico. Passano quindi dal 40 al 45% del totale i casi di demenza previsti a livello globale entro il 2050 che potrebbero essere ritardati o addirittura evitati intervenendo su questi 14 fattori.
“La demenza è una priorità mondiale di salute pubblica, come riconosciuta anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità”, afferma Katia Pinto, presidente della Federazione Alzheimer. “È urgente agire e tutti dobbiamo prenderne consapevolezza. In primis i governi e le istituzioni, che devono prendere al più presto misure per combattere i fattori di rischio – continua – e garantire a tutte le persone con demenza pari diritti e opportunità di accedere a servizi di assistenza e supporto post diagnostico ma anche i singoli cittadini, perché ognuno di noi può fare la sua parte per combattere lo stigma e contribuire così a migliorare la qualità di vita delle persone con demenza e delle loro famiglie”. Bassi livelli di consapevolezza, disinformazione e discriminazione ostacolano infatti gli sforzi per combattere la demenza.
“Molte persone ignorano i segnali di allarme”, afferma Paola Barbarino, amministratore delegato di ADI. Il 75% di coloro che convivono con una demenza lo fa senza diagnosi. Con una diagnosi tempestiva le persone possono accedere al supporto post-diagnostico necessario per consentire loro di vivere bene e in modo indipendente il più a lungo possibile. Ma anche su questo c’è ancora molto da fare: l’85% delle persone con demenza, compresi i casi non diagnosti non riceve alcun supporto post-diagnostico.
Dei 194 Stati membri dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che si sono impegnati ad agire per combattere la demenza nel 2017, ben 155 non hanno ancora un Piano Nazionale Demenze. Dei 39 piani attualmente implementati, molti mancano di strategie complete per combattere lo stigma e sostenere concretamente le persone con demenza e le loro famiglie. “I governi hanno un ruolo cruciale da svolgere, ma il tempo sta scivolando via”, dichiara Pinto. “Il prossimo 8 ottobre si terrà ad Ancona il G7 della Salute presieduto dall’Italia. Rivolgiamo quindi un appello alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al Ministro della Salute Orazio Schillaci perché portino sul tavolo il tema della demenza – continua – e sottolineino l’urgenza di interventi concreti. Servire una strategia globale per combattere la demenza e servire ora: l’Italia si fa portavoce dei diritti delle persone con demenza e delle loro famiglie per cambiare il futuro di questa condizione”.
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