A livello provinciale la diffusione della lingua blu è più evidente nell’Oristanese, con 246 focolai, seguito dal Nuorese con 234
È trascorsa meno di una settimana dall’ultimo report dell’Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna e nell’Isola i focolai di lingua blu continuano ad aumentare passando da 666 a 981. Nella maggiora parte dei casi si tratta di contagi dovuti alla circolazione del virus sierotipo 3 (BTV3) della blue tongue che sta colpendo il centro sud dell’Isola, dall’Oristanese, dove già vengono applicate le regole sul controllo delle movimentazioni dei capi per cercare di ridurre il diffondersi della malattia nelle greggi non ancora contagiate, al Sulcis, e dal Campidano al Sarrabus, nel sud est della Sardegna.
A livello provinciale, secondo l’Izs – che aggiorna periodicamente mappa e casi -, la diffusione della lingua blu è più evidente proprio nell’Oristanese, con 246 focolai, seguito dal Nuorese con 234. Subito dopo si piazza la città metropolitana di Cagliari con 140 e quindi il Suilcis con 127. Sotto la soglia di 100 allevamenti colpiti la Gallura con 81, il Medio Campidano con 71, l’Ogliastra con 43 e il Sassarese con 39 .
Due giorni fa la Coldiretti ha parlato di campagne sarde “in ginocchio” e aziende di allevamento “allo stremo” per un’epidemia che ha raggiunto “proporzioni allarmanti, colpendo indistintamente aziende pastorali da Nord a Sud dell’isola”. “I focolai nelle settimane si sono moltiplicati, con centinaia di casi confermati e molti altri in fase di accertamento”, ha spiegato l’organizzazione agricola che ha lanciato un appello alle istituzioni affinché vengano “messe in campo tutte le azioni necessarie per arginare l’epidemia e sostenere le aziende colpite, al fine di evitare ulteriori danni economici e salvaguardare il futuro della pastorizia nell’isola”.
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