La novità assoluta della consultazione delle banche dati e subito il caso emblematico dei migliaia di medici competenti depennati. L’Ad di Sanità In-Formazione, Andrea Tortorella: “La legge è chiara, importante una formazione di qualità”
In tema di Ecm sempre più serrati i controlli del Ministero della Sanità. L’obbligo formativo per tutti i medici è già previsto dalla legge, ma ora i controlli del dicastero per la Salute sono diventati più stringenti.
E l’assoluta novità dell’utilizzo delle banche dati ha prodotto i primi drastici provvedimenti per chi non aveva maturato i crediti previsti. A farne le spese ora sono stati migliaia di medici competenti, depennati con una netta sforbiciata che ha fatto scattare l’allarme per tutti gli operatori sanitari. Mai come ora, dunque, i radar del Ministero sono in funzione. La conferma arriva direttamente dal Ministero della Salute, particolarmente attento al rispetto delle norme sulla formazione, nonostante – proprio in questi giorni – gli uffici abbiano come priorità la risoluzione della vicenda dei medici competenti. A questi ultimi, oltre ad essere stato concesso un anno in più (rispetto il triennio 2011-2013) per maturare i crediti, è stata concessa da gennaio ad oggi la possibilità di comunicare ufficialmente il loro aggiornamento. Degli 11mila medici in lista, solo 4,6 mila lo hanno fatto entro marzo ed altri 2,5 mila nelle ultime settimane. Un afflusso che ha mandato in tilt i terminali ministeriali, passati ora ad un aggiornamento manuale che da trimestrale è diventato settimanale. Da Lungotevere Ripa arrivano rassicurazioni, soprattutto rivolte a chi ha maturato i crediti, ma non vede il suo nome nella lista degli “attivi”: a breve la situazione sarà sanata. Va sottolineato che all’appello mancano circa 4 mila medici. Ci sono senza dubbio pensionati e defunti, altri avranno anche cambiato lavoro, ma resta una fetta consistente che ad oggi ha perso l’idoneità e solo nelle prossime settimane verrà chiarito se a non essere aggiornati sono i professionisti oppure la banca dati ministeriale. Del caso abbiamo parlato con Andrea Tortorella, amministratore delegato di Sanità In-Formazione, provider di riferimento per la formazione in Italia ed a livello internazionale.
“Questo ‘altolà’ del Ministero non ci coglie certo impreparati – afferma Tortorella. Le penalità per chi non ottempera a quest’obbligo sono demandate ai vari ordini professionali, ma sull’obbligatorietà il Ministero e il legislatore sono chiari da anni. Noi, come Sanità In-Formazione, siamo vicini al Ministero e collaboriamo in tal senso”.
I numeri della “sforbiciata” sono in via di definizione, ma il messaggio ai medici italiani è chiarissimo…
Ed è un segnale importante il fatto che per la prima volta il Ministero ha utilizzato le banche dati a sua disposizione per esprimere la propria volontà, e ribadire in modo fermo l’obbligatorietà dell’ottenimento dei crediti necessari e l’importanza di una formazione di qualità per la professione medica.
In questo senso Sanità in-Formazione dimostra di avere tutte le carte in regola.
Sì, possiamo affermare con orgoglio di essere i leader tra i provider del Ministero della Sanità. Il nostro obiettivo è dare l’opportunità a tutti i medici di entrare con facilità nel mondo della formazione, un fattore che riteniamo di primaria importanza alla luce delle ultime notizie dal Ministero. Proprio negli ultimi giorni abbiamo messo in campo un nuovo progetto, che a breve sarà fruibile dai professionisti – non solo italiani, ma in tutta Europa e nel mondo – e che prevede un nuovo modo di veicolare l’informazione: l’utilizzo di film su temi di primaria attualità e di assoluta importanza didattica. L’offerta formativa che siamo in grado di fornire in Italia è in costante aumento, per quantità di corsi e per qualità ed innovatività degli stessi. Penso ad esempio al “paziente virtuale”, o ai nostri corsi di lingua ad hoc per i medici, tramite canali informatici e facilmente fruibili.