“La febbre Chikungunya è generalmente benigna e guarisce spontaneamente” dichiarano Massimo Andreoni e Massimo Galli, rispettivamente Past President e Vice Presidente SIMIT. Le malattie già segnalate alle Autorità sanitarie nel 2015 nel Libro Bianco delle Malattie Infettive
La morte di una bimba avvenuta nei giorni scorsi per malaria da Plasmodium falciparum ha suscitato grande emozione e comportato richieste di informazioni a vari infettivologi di SIMIT. «La ricostruzione dell’accaduto potrà derivare solo dal completamento delle indagini epidemiologiche e di laboratorio in corso» spiega il Prof. Massimo Andreoni, Direttore U.O.C. Malattie infettive, Università di Tor Vergata e Past President SIMIT . «L’eccezionalità del caso, la complessità della materia e la volontà di fare chiarezza ed evitare possibili equivoci nell’interpretazione di quanto riportato dai mezzi di comunicazione ci portano tuttavia a ritenere utile precisare quanto segue» aggiunge il Prof. Massimo Galli, vicepresidente SIMIT e Ordinario di malattie Infettive presso l’Università di Milano:
Il 20% dei casi registrati tra il 2011 e il 2015 si sono verificati in cittadini italiani, di cui il 41% in viaggio per lavoro, il 22% per turismo, il 21% per volontariato o per missione religiosa. Il restante 80% è stato diagnosticato in stranieri, l’81% dei quali immigrati regolarmente residenti in Italia e tornati nel paese di origine in visita a parenti ed amici, il 13% tra immigrati al primo ingresso. La specie di plasmodio predominante è risultata P. falciparum, con l’82% dei casi.
LA FEBBRE CHIKUNGUNYA. «La segnalazione di tre casi di febbre Chikungunya in persone che non si sono recate in aree tropicali non desta particolare meraviglia» dichiarano i professori Andreoni e Galli. Nello scorso mese d’agosto sono stati segnalati nel sud della Francia sei casi analoghi in persone viventi nei dintorni di Cannet-des-Maures (Var). L’Italia ha già sperimentato dieci anni fa un’epidemia che ha coinvolto, tra luglio e settembre del 2007, un totale di 205 persone residenti a Castiglione di Cervia e Castiglione di Ravenna. Nel 2014 in Europa sono stati segnalati 1461 casi (816 confermati), 39 dei quali osservati in Italia. Con l’eccezione di 11 casi autoctoni, tutti riportati in Francia, le persone colpite avevano contratto l’infezione durante viaggi al di fuori dell’Europa. I casi ‘importati’, se il vettore (una zanzara) è disponibile nell’area e le condizioni climatiche sono favorevoli, possono essere causa di diffusione nei residenti, come dimostrato nel caso dell’epidemia del 2007 in Italia. La capacità di diffusione della malattia in aree mai precedentemente toccate è drammaticamente testimoniata da quanto accaduto recentemente nelle Americhe. Il virus Chikungunya è infatti ‘sbarcato’ per la prima volta in Saint Martin, un’isola dei Caraibi, solo alla fine del 2013. Da allora la malattia ha interessato 45 paesi del continente americano in cui si stima si siano verificati, all’aprile scorso, oltre un milione e settecentomila casi.
La trasmissione all’uomo avviene attraverso la puntura di zanzare infette appartenenti al genere Aedes. In Italia la specie implicata è Aedes albopictus, la ben nota zanzara tigre, probabilmente importata accidentalmente verso la fine del secolo scorso. Le prime segnalazioni sulla presenza di Aedes albopictus in Italia risalgono al 1990, ma nel 2006 la zanzara tigre era già presente in quasi tutto il territorio nazionale, con maggiore intensità in pianura, nelle aree costiere ed in zone con vegetazione abbondante. Una mutazione, avvenuta probabilmente all’inizio di questo secolo, ha consentito al virus di adattarsi alla zanzara tigre, che ne è diventata un importante vettore, rendendo la malattia potenzialmente diffusibile nel nostro paese e in altre aree dell’Europa mediterranea.
«La malattia è generalmente benigna e guarisce spontaneamente» affermano ancora i professori Galli e Andreoni. «È però caratterizzata da una febbre che nei primi giorni può essere molto alta e da dolori articolari anche intensi che possono permanere per settimane». La parola“chikungunya” significa in lingua Makonde “contorcersi”, a testimonianza dei dolori in ossa e muscoli causati dalla malattia. I sintomi, che comprendono anche cefalea, nausea, astenia e rash cutaneo, sono presenti in oltre il 75% delle persone infettate e esordiscono con la febbre 3-7 giorni dopo la puntura della zanzara. Il virus è presente in circolo per circa 5 giorni dopo l’inizio dei sintomi e in questo periodo può essere assunto da una zanzara di una specie suscettibile che punga il malato, e da questa trasferito alla persona punta successivamente. Allo stato attuale non sono disponibili nè farmaci specifici, nè un vaccino. Casi gravi o mortali sono eccezionali.
Nel libro bianco consegnato da SIMIT alle Autorità sanitarie nel 2015 SIMIT raccomandava l’ulteriore implementazione dei programmi di controllo dei vettori e di programmi di sorveglianza epidemiologica per l’identificazione tempestiva dei casi di importazione e dei focolai autoctoni. La rete dei reparti di malattie infettive presenti negli ospedali rappresenta un presidio di primaria importanza per la rapida diagnosi dei casi e per la loro corretta assistenza.
La Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali – SIMIT è punto di riferimento a livello nazionale per i professionisti in infettivologia e raccoglie migliaia di specialisti in tutte le regioni italiane. SIMIT, con oltre 700 associati, rappresenta la maggioranza degli infettivologi italiani operanti sul territorio nazionale.