Nel nuovo Centro integrato di Senologia per il trattamento delle patologie mammarie dell’Ospedale Fatebenefratelli-Isola Tiberina nasce la breast unit per il tumore al seno
Da sempre l’Ospedale Fatebenefratelli rappresenta un punto di riferimento per le donne e lo sarà ancora di più grazie alla breast unit, un percorso diagnostico e terapeutico multidisciplinare pensato per accompagnare e supportare la donna durante il trattamento della malattia. Si tratta di un team di specialisti impegnati in vario modo nel lavoro di diagnosi e cura delle neoplasie mammarie: chirurgo senologo e plastico, patologo, radiologo, oncologo, radioterapista, ginecologo, psicologo, medico genetista.
Il tumore al seno colpisce in Italia una donna su 10 ed è il più frequente nelle donne; secondo i dati del Fatebenefratelli ci sono circa 48 mila nuovi casi ogni anno, di cui 4mila solo nella Regione Lazio. Nonostante l’incidenza, il tumore della mammella ha però un tasso di sopravvivenza media sempre più alta: dal 76% degli anni’80 a oltre il 90% degli anni 2000. Le motivazioni sono da ricercarsi non solo nell’implementazione dei programmi di screening e nella disponibilità di terapie mediche innovative sempre più mirate ma anche, e soprattutto, nella diffusione dei Centri di Senologia o breast unit.
Questi centri garantiscono le migliori terapie e la migliore qualità della vita alle pazienti affette da questa patologia, raccogliendo le competenze di tutti gli specialisti coinvolti per fornire terapie personalizzate conformi a linee guida costantemente aggiornate. «Le chance di guarigione sono maggiori in Centri di qualità» afferma Patrizia Frittelli, direttore dell’Unità di Chirurgia senologica dell’Ospedale. «Oggi le donne sono particolarmente informate sul tumore alla mammella – continua -. L’impegno che ci prefiggiamo come ospedale è quello di adeguare costantemente il lavoro del nostro team alle linee guida internazionali e quindi agli indicatori stabiliti in particolare da Eusoma (European society of breast cancer specialists), per assicurare alla donna l’applicazione degli standard diagnostici e terapeutici più elevati».